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Borsa chiusura 8 maggio: prese di beneficio a Piazza Affari che oggi è la più debole d’Europa ma salva quota 34 mila

Seduta di ribassi a Milano dopo il rally dei giorni scorsi. Non basta il boom di Leonardo. Continua la raccolta di Btp Valore

Borsa chiusura 8 maggio: prese di beneficio a Piazza Affari che oggi è la più debole d’Europa ma salva quota 34 mila

Borse a due velocità oggi sulle due sponde dell’Atlantico: i listini europei chiudono in rialzo (con l’eccezione di Milano, -0,27%), grazie a utili aziendali migliori delle stime, mentre Wall Street è poco mossa a fine mattinata, senza trovare spunti di ottimismo nel quadro trimestrale, anche a causa delle inattese perdite di Uber (-7,7%). Pesa inoltre sulle mega cap il lieve rialzo dei rendimenti dei T-Bond.

Europa in rialzo con le trimestrali

Il clima finanziario che stazione in Europa, nonostante un contesto geopolitico da dimenticare, è quindi anche oggi sereno. 

Piazza Affari resta al palo, scendendo leggermente a 34.151 punti base, soprattutto a causa di alcuni realizzi e della persistente debolezza delle quattro ruote. Rimbalza invece Leonardo +2,75%, dopo aver mostrato ordini e ricavi in crescita nel primo trimestre, grazie all’apporto dei settori dell’elettronica per la difesa e sicurezza e degli elicotteri. Secondo Equita, “il primo trimestre è migliore delle attese e la guidance confermata”. 

Nel resto del continente proseguono la settimana in progresso Parigi +0,69%, Francoforte +0,26%, Madrid +0,65%. Fuori dalla zona euro incrementano i guadagni Londra +0,51% e Zurigo +0,73%. Tra le aziende che hanno presentato i risultati gennaio-marzo sono in evidenza Siemens Energy +12,81%, Puma +10,69% e anche il maggior produttore di birra al mondo Anheuser-Busch Inbev, +3,75%. Soffre invece Bmw, -3,81%, con i conti giudicati deludenti e sotto il consensus.

Non si adombra AstraZeneca (+1,2%), dopo il ritiro a livello mondiale del suo vaccino anti-Covid.

La banca centrale svedese taglia i tassi 

A portare una ventata di ottimismo ha contribuito inoltre la decisione della Banca centrale svedese (Riksbank) di tagliare il costo del denaro di 0,25 punti base portando il saggio di riferimento al 3,75%. Secondo i banchieri l’inflazione si sta  avvicinando all’obiettivo, mentre l’attività economica appare debole, quindi se la corsa dei prezzi non ripartirà, la Riksbank potrebbe tagliare i tassi altre due volte nel corso dell’anno.

Domani la parola passerà alla Bank of England, da cui non si attendono interventi sul costo del denaro ma salgono le scommesse sul fatto che i banchieri di sua maestà apriranno la porta a un prossimo taglio dei tassi. Così il principale listino britannico ha aggiornato oggi i suoi massimi e i rendimenti dei gilt a 10 anni sono scesi in seduta al minimo in quasi quattro settimane.

L’Europa sembra dunque più chiaramente indirizzata verso un allentamento monetario, visto che anche la Banca centrale svizzera a marzo ha fatto la prima mossa, mentre le attese sono per una Bce in azione sui tassi nella riunione di giugno.

Scende la corona 

Gli effetti delle politiche monetarie si riflettono sul mercato valutario, dove la corona svedese perde quota per un cambio con il dollaro a 0,0917 (-0,7%). Sterlina ed euro vedono un cross poco mosso e la moneta unica si conferma oltre 1,07.

A soffrire invece è ancora lo yen, tanto da spingere le autorità nipponiche a un nuovo avvertimento sull’impatto della debolezza della valuta sull’economia. Oggi, tra l’altro, l’indice Nikkei di Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,54%.

Tra le materie prime il petrolio mostra una certa volatilità e dopo una mattina in calo, al momento si sta muovendo in lieve progresso: il greggio texano guadagna lo 0,3%, 78,64 dollari al barile; il Brent  lo 0,25%, 83,34 dollari.

Piazza Affari, bene Leonardo e Terna sulle ali delle trimestrali

L’effetto conti su Piazza Affari oggi colpisce positivamente Leonardo, ma anche Terna +2,45%, che ha chiuso il primo trimestre con ricavi in crescita del 20,4% a 858,1 milioni di euro, ebitda a 627,9 milioni (+25,6%) e utile netto di gruppo a 268,2 milioni (+34%). Tra le utility chiudono una seduta ricca di acquisti anche Snam +1,26%, A2a +1,03%, Enel +0,97%.

Nella parte alta del listino si mettono in luce Interpump +1,52%, Recordati +1,39%, Unipol +1,17%.

La lista delle blue chip più vendute si apre con Pirelli -2,62%, in un settore auto in sofferenza e dove arretra ancora Stellantis -1,98%.

Tra le blue chip più deboli anche Stm -2,23% e Saipem -2,18%. I realizzi penalizzano in particolare Campari -2,04% e alcune banche, come Banco Bpm -1,86% e Popolare di Sondrio -1,54%.

Fuori dal paniere principale va già Maire Tecnimont -6,14% (7,19 euro per azione), dopo il collocamento attraverso ABB dello 0,7% del capitale al prezzo di 7,28 euro. La cessione dei titoli è avvenuta a sconto del 5% rispetto alla chiusura di ieri di 7,66 euro e, quindi, le azioni hanno cercato di adeguarsi al nuovo valore.

È ancora lettera per Iren, -2,4%, penalizzata dal terremoto giudiziario ligure.

Spread stabile

Il secondario continua a navigare in acque tranquille: lo spread tra decennale italiano e tedesco chiude poco lontano dai livelli della vigilia a 133 punti base, mentre il rendimento del Btp è indicato al 3,77% e quello del Bund al 2,44%.

Una stabilità importante, nonostante il debito pubblico italiano e mentre sul primario è in vendita il nuovo Btp Valore. Il titolo, , nella sua terza giornata di collocamento, ha registrato richieste per 2,13 miliardi di euro sulla base di 73.028 contratti, per un valore medio di 29.155 euro. La richiesta complessiva è stata pari a 8,69 miliardi di euro. Il ritmo è indubbiamente meno sostenuto rispetto all’ultima emissione, che allo stesso giorno aveva già ottenuto richieste per oltre 14 miliardi.

Air Baltic, emette un bond “spazzatura” con rendimento del 14,5%

Per gli amanti del rischio la notizia del giorno arriva dalla Lettonia, dove Air Baltic Corp, compagnia aerea del paese, ha dovuto offrire un obbligazione con il rendimento più alto registrato quest’anno. Obiettivo: portare a termine un accordo di rifinanziamento dell’ultimo minuto, nonostante l’impegno del governo del paese ad acquistare una parte del debito. Il gruppo ha quindi piazzato sul mercato un junk bond (o titolo spazzatura) da 340 milioni di euro con un rendimento del 14,5% per posticipare la necessità di rimborsare il debito in scadenza tra due mesi. L’emissione ha suscitato un forte interesse degli investitori, consentendo all’azienda di aumentare le dimensioni della vendita e ridurre il prezzo rispetto all’offerta preliminare. La crisi di Air Baltic nasce con la guerra in Ucraina, a causa della quale la compagnia ha dovuto fronteggiare una riduzione della domanda e un aumento dei costi.

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