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BORSA CHIUSURA 16 DICEMBRE – Piazza Affari in calo ma meno peggio di altri listini nel giorno delle 4 streghe: boom Azimut

Listini azionari in rosso dopo la tempesta delle Borse centrali ma a Milano c’è l’exploit di Azimut

BORSA CHIUSURA 16 DICEMBRE – Piazza Affari in calo ma meno peggio di altri listini nel giorno delle 4 streghe: boom Azimut

L’effetto banche centrali continua a zavorrare borse e obbligazioni. Dopo il tracollo di ieri, i listini continentali cercano di contenere i danni, ma a riuscirci è solo Milano che però ieri è stata la peggiore. Complici anche le quattro streghe, la seduta si chiude in rosso per le altre Borse, condizionata dalle preoccupazioni per la possibile recessione economica che attende l’Europa nel 2023. 

La chiusura delle Borse europee

Ai timori sulla stretta monetaria della Bce e della Fed e sui toni utilizzati dai rispettivi presidenti si aggiunge la volatilità innescata dalle 4 streghe, vale a dire dalle scadenze su indici azionari, singole azioni, opzioni su indici e su azioni. Il risultato è un’Europa nuovamente in rosso, che però a Milano stavolta è un po’ meno intenso.

Piazza Affari si salva grazie all’exploit di Azimut e ia buon umore delle banche. Alla fine della corsa il listino segna -0,16% a quota 23.688 punti. Va peggio alle altre Borse europee: Amsterdam (-0,98%), Francoforte (-0,69%), Madrid (-1,13%), Parigi (-0,98%). Fuori dall’Unione Europea è fortemente negativa anche Londra (-1,15%).

In rosso anche Wall Street

L’umore è negativo anche oltreoceano. All’indomani della peggior seduta in tre mesi per il Dow Jones, tutti e tre i listini principali della Borsa americana perdono oltre l’1% del loro valore. Tre i titoli in luce:

  • Adobe, che guadagna il 6,4% dopo aver comunicato utili sopra le attese e ricavi in linea con le previsioni. La società ha pubblicato anche una guidance positiva per l’attuale trimestre;
  • Meta (+4,6%) grazie a un upgrade da J.P. Morgan Securities, giustificato da una serie di fattori, tra cui il maggior controllo dei costi e una riduzione dell’impatto delle regole sulla privacy di Apple;
  • Maxar Technologies che sale del 120%, dopo la notizia che l’operatore e detentore di una rete di satelliti sarà acquistato da Advent International; debito incluso, l’affare vale 6,4 miliardi di dollari. 

È piatta Netflix dopo il tracollo di ieri. Un rapporto di Digiday ha affermato che la società di streaming si è offerta di rimborsare gli inserzionisti dopo aver mancato gli obiettivi di audience. 

Sotto il profilo macro, negli Stati Uniti, le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,6%, facendo registrare il peggior dato in quasi un anno. In ribasso anche la produzione industriale, scesa dello 0,2%. 

A Milano è boom di Saipem, in rialzo le banche 

A Piazza Affari è la giornata di Azimut, in cima al Ftse Mib con un rialzo del 6%. La società ha annunciato un accordo commerciale con Unicredit (+1,77%) per la distribuzione di nuovi prodotti di risparmio gestito. Si mette in scia anche Finecobank (+2,57%). 

Positivo l’umore delle altre banche: Intesa Sanpaolo (+3,19%), Banco Bpm (+1,75%). 

Fuori dal Ftse Mib si mette in luce anche Fincantieri (+1,5%) che oggi ha presentato il nuovo piano industriale.  

Il titolo peggiore è invece Diasorin (-3,68%) Negative le utility in attesa di un accordo sul price cap: A2a (-2,16%), Erg (-1,8%), Hera (-2,33%), Italgas (-2,1%). In rosso anche Nexi (-2,13%) e Inwit (-2,55%).  

Telecom Italia cede l’1% dopo  il primo incontro del governo con i francesi di Vivendi e Cdp sul futuro della compagnia di tlc.

Sale lo spread, si impennano i rendimenti, in picchiata i prezzi del gas

Le parole da falco di Christine Lagarde condizionano pesantemente anche l’obbligazionario e il valutario.

Continua a salire lo spread tra Btp decennali e Bund. Mercoledì il differenziale era a 192 punti base, oggi viaggia a quota 213 (+4% rispetto ai 207 punti di giovedì). In netto rialzo i rendimenti dei titoli decennali che si attestano al 4,29% dal 4,15% di ieri. 

I rendimenti dei decennali sono schizzati al rialzo: sono indicati al 4,29% (dal 4,15% del closing della vigilia) mentre mercoledì erano al 3,85 per cento.

Sul mercato valutario l’euro è stabile a 1,0617 dollari, dopo aver toccato la soglia di 1,07 contro il dollaro. 

Viaggiano in ribasso i prezzi del petrolio: Il Wti con consegna a gennaio scambia a 73,78 dollari (-3,05%) e il Brent di febbraio a 79,05 dollari (-2,66%). Nella giornata di oggi, il Consiglio Ue ha adottato il nono pacchetto di sanzioni volte a intensificare la pressione sulla Russia e sul suo governo per l’aggressione all’Ucraina. Tra le nuove misure ulteriori controlli e restrizioni sull’esportazione e il congelamento dei beni nei confronti di altre due banche russe con l’aggiunta della Banca russa di sviluppo regionale all’elenco delle entita’ di proprieta’ o controllate dallo Stato russo soggette a un divieto totale di transazione.

Prosegue la discesa dei prezzi del gas in vista della fumata bianca sul price cap europeo: ad Amsterdam il prezzo è sotto i 117 euro al mwH, in ribasso del 14,8%. 

Le previsioni di Bankitalia su Pil e inflazione

La Banca d’Italia ha rivisto al rialzo le previsioni sulla crescita dell’economia italiana, portando il 2022 a +3,8% e il 2023 a 0,4% contro rispettivamente +3,3% e +0,3% delle stime di ottobre. Lo si legge nelle nuove Proiezioni macro per l’Italia inserite nelle staff projections dell’area euro che la Bce ha pubblicato ieri. Lo scenario base prevede che “in linea con i segnali degli indicatori ad alta frequenza, il Pil si indebolisce nell’attuale trimestre e nel prossimo; l’attività economica tornerà in crescita gradualmente a partire dalla prossima primavera e accelererà dal 2024” grazie all’allentarsi delle tensioni inflazionistiche. Le stime fanno parte dello scenario principale, caratterizzato da “incertezza eccezionalmente alta” e con rischi al ribasso.

Riviste anche le stime sull’inflazione per il triennio 2022-2034. I prezzi al consumo si attesteranno all’8,8% nel 2022, per poi scendere al 7,3% nel 2023 e al 2,6% nel 2024.

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