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Borsa 5 settembre ultime notizie: l’accordo Arabia-Russia fa volare i prezzi del petrolio e i titoli petroliferi

La decisione di sauditi e russi di estendere i tagli alla produzione del petrolio infiamma i prezzi e dà sprint ai tioli petroliferi in Borsa

Borsa 5 settembre ultime notizie: l’accordo Arabia-Russia fa volare i prezzi del petrolio e i titoli petroliferi

Le borse europee non hanno trovato nemmeno oggi la bussola, chiudendo poco lontano dalla parità, in un mercato che, secondo gli operatori, è ancora estivo e rarefatto, quindi maggiormente volatile. Scarne le indicazioni da Wall Street, debole nella mattina americana. Ieri la borsa di New York è rimasta chiusa per festività. 

Così, tra l’impennata del petrolio oltre i 90 dollari al barile, i timori di recessione con i pmi di Cina e zona euro peggiori del previsto, con la ritrovata fiducia nel dollaro e in attesa delle riunioni di Bce (il 14 di settembre) e Fed (20-21 settembre), Piazza Affari resta ferma e chiude sui livelli delle vigilia +0,02% a 28.652 punti base, in sintonia con Amsterdam -0,04%. Sono più arretrate Francoforte -0,33%, Parigi -0,34, Madrid -0,27% e Londra -0,17%. Pesano le vendite su titoli di aziende esposte alla Cina e i tagli degli analisti su alcune azioni di peso come Credit Agricole -1,9% (declassata a sell da Goldman Sachs) e Commerzbank -5,87, che per Barclays è ora “underweight”.

Lvmh perde l’1,87%, mentre la controllata Thelios, che ha sede nel bellunese, annuncia l’acquisto del marchio francese di occhiali da sole di alta gamma Vuarnet da Neo Investment Partners.

Il Brent sfonda i 90 dollari 

Arabia Saudita e Russia hanno deciso di prorogare i tagli alla produzione fino a dicembre e questo ha infiammato le quotazioni del petrolio. Il Brent ha sfondato i 90 dollari al barile. Al momento il contratto novembre 2023 si muove intorno a 90,4 dollari al barile (+1,56%), mentre il greggio texano, ottobre 2023, si apprezza del 2,23% a 87,46 dollari al barile.

L’Arabia Saudita ha annunciato che esenterà il tagli di un milione di barili al giorno per altri tre mesi e la Russia farà la stessa cosa nella misura di 300mila barili al giorno.

Delude il settore servizi in Cina e in Europa; l’incertezza favorisce il dollaro

Sul fronte macro ha creato qualche allarme per la crescita globale il PMI servizi di agosto in Cina, al 51,8 (da 54,1 di luglio) minimo da otto mesi e contro attese a 53,6. Si resta in zona espansione (oltre 50), come non accade invece nella zona euro, dove la frenata del PMI servizi risulta superiore a quella stimata in prima lettura, 47,9 da 50,9 di luglio, per la prima volta sotto la linea del Piave da dicembre 2022. Il PMI composito (manifattura e servizi) non riserva migliori sorprese: 46,7 da 48,6 di luglio.

L’Italia non fa eccezione in questo contesto di contrazione: 49,8 nel terziario (atteso 50,4) contro 51,5 di luglio. Giù l’indice composito, a 48,3 da 48,9.

A luglio sono scesi i prezzi alla produzione di Eurolandia, del 7,6% su base annua, in linea con le stime di mercato, oltre il doppio del calo del 3,4% del mese precedente. In base ai dati di Eurostat, è la contrazione più rilevante degli ultimi 14 anni.

In un contesto d’incertezza, con la Cina che apre una falla dopo averne appena tamponato un’altra (nell’immobiliare) il dollaro riprende quota e oggi guadagna oltre mezzo punto percentuale contro le principali valute. L’euro scivola in misura massiccia (-0,8%) e si muove sul filo di 1,07.

Piazza Affari si salva con i titoli petroliferi. Rimbalzino di Mps

Piazza Affari si barcamena infine con gli acquisti sui titoli petroliferi, che compensano le vendite sulle banche.

Regina del listino è Saipem, +2,63%, assai volatile in queste ultime sedute. Nel settore archiviano una seduta positiva anche Eni +1,59% e Tenaris +1,55%. Inoltre sono in luce alcuni titoli industriali come Leonardo +2,13%, Pirelli +1,9%, Cnh +1,59%.

Le banche sono in maggioranza deboli. Fanno eccezione Mediobanca +0,75% e Monte Paschi +0,9%, che rialza la testa dopo gli sbandamenti per le incertezze create dalle dichiarazioni di esponenti del governo sui tempi d’uscita del Mef dal capitale.

Nel settore veste invece la maglia nera Unicredit -1,76% e sono in ribasso Banco Bpm -1,02%, Bper -0,77%, Intesa -0,33%.

Tra le blue chip maggiormente vendute ci sono anche Nexi -1,36%, Diasorin -1,41%, Moncler -1,69%. 

Spread stabile, tassi in rialzo

Il quadro del mercato secondario resta piuttosto fiacco. Lo spread tra Btp decennale benchmark e omologo tedesco è stabile a 171 punti base, ma i rendimenti salgono. Il titolo italiano in chiusura è indicato a +4,32% (da +4,28% di ieri) e quello del Bund a +2,6% (da +2,57%).

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