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Borsa 25 ottobre: Piazza Affari è la peggiore, crolla Nexi (-13,3%) e scivola Tim. Alphabet delude il Nasdaq

La pesante caduta di Nexi zavorra la Borsa di Milano, appesantita anche del pesante ribasso di Tim – Finora l’attesa pausa nel rialzo dei tassi della Bce, che domani deciderà in proposito, non pare riflettersi sui listini azionari, tutti in rosso

Borsa 25 ottobre: Piazza Affari è la peggiore, crolla Nexi (-13,3%) e scivola Tim. Alphabet delude il Nasdaq

Le borse europee faticano a trovare la bussola in questi giorni e chiudono oggi contrastate una seduta ancora volatile, dopo aver sofferto nel pomeriggio l’andamento incerto di Wall Street, alla prova delle trimestrali dei grandi gruppi tech. Salgono inoltre ancora i tassi dei titoli di Stato.

Alla fine Milano è l’unica in ribasso e perde lo 0,52% arretrando a 27.428 punti base, sotto il peso delle vendite che hanno colpito Nexi (-13,36%). Nel resto d’Europa Francoforte sale dello 0,11%, con Parigi +0,31%, Londra +0,33%, Madrid +0,1%, Amsterdam +0,07%. 

A picco Alphabet (Google)

I problemi geopolitici sono in parte responsabili dell’incertezza che caratterizza questa fase, unitamente alla politica monetaria. In questi giorni però gli investitori seguono con attenzione anche l’andamento degli utili trimestrali e non tutti soddisfano le attese. A New York in particolare va a picco Alphabet (Google), -9%, che ieri sera ha mostrato conti migliori delle stime, con la divisione cloud deludente. Al contrario il mercato premia Microsoft, +2,6%, dopo i conti e il titolo della società di Bill Gates sostiene il Dow Jones (+0,3%). Stasera toccherà a Meta Group (-2,8%) presentare i risultati, mentre 41 Stati Usa vogliono riportare il colosso tech sul banco degli imputati perché Instagram e Facebook creerebbero dipendenza nei minori

A Parigi il titolo della società di pagamenti digitali Worldline scende ai minimi storici (-59,31%), dopo aver tagliato gli obiettivi annuali a causa dell’allarme sull’economia europea. 

Sotto pressione l’obbligazionario

A contorno resta inoltre sotto pressione l’obbligazionario e salgono i rendimenti dei titoli di Stato, sia negli Usa sia in Europa, in vista delle riunioni delle banche centrali. Domani toccherà alla Bce e il mercato attende uno stop nelle strette. Intanto oggi la Bank of Canada ha lasciato i tassi d’interesse al 5%, avvertendo però che i progressi verso l’obiettivo di un’inflazione al 2% restano lenti e che ulteriori rialzi non sono da escludere.

Al momento i titoli di Stato Usa mostrano prezzi in calo e rendimenti in rialzo. Il decennale è oltre il 4,9%, mentre il trentennale è di nuovo oltre il 5%.

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è stabile intorno a 10,59. Tra le materie prime il petrolio resta alla finestra (brent +0,4%, 88,45 dollari al barile). Risale l’oro: lo spot gold guadagna lo 0,67%, 1984,15 dollari l’oncia.

Spread in rialzo

La seduta è negativa per la carta italiana. Lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata si allarga leggermente a 202 punti base e i tassi crescono, rispettivamente al 4,9% e al 2,89%.

D’altra parte i rendimenti salgono anche sul primario. Oggi il Tesoro ha collocato in asta un totale di 4 miliardi di euro in Btp a 2 e 5 anni. Quelli in scadenza a settembre 2025 hanno spuntato un rendimento del 3,99% in aumento di 2 punti rispetto alla precedente emissione del 26 settembre. Per l’asta di Btp indicizzati in scadenza a maggio 2029 l’importo collocato è stato di 1,5 miliardi (richieste per 2,32 miliardi) e un rendimento balzato di 19 punti al 2,24%.

Milano fanalino di coda

Nell’azionario europeo Piazza Affari è fanalino di coda, trascinata al ribasso da Nexi, che ha toccato un nuovo minimo storico allarmata dalle previsioni della rivale francese.

Sul principale listino milanese è in profondo rosso anche Telecom Italia -4,05%, perché l’azionista Vivendi sembra intenzionato a dare battaglia per la rete. Ieri è emerso infatti che il socio francese sarebbe pronto a impugnare un’eventuale decisione del Cda se la decisione non verrà portata in un’assemblea straordinaria, alimentando così nuove incertezze sull’atteso deal.

Tra le grandi banche i realizzi affondano Unicredit -2,17%, in un settore contrastato che vede in calo Mps -2,29% e in rialzo Banco Bpm +0,95% e Bper +0,9%.

Leader del listino è Leonardo +1,15%, seguita da Cnh +1,15%, mentre Italgas lima i guadagni allo 0,25%, dopo i conti trimestrali che hanno evidenziato una crescita a doppia cifra di tutti gli indicatori nei primi nove mesi.

Fuori dal paniere principale sono fortemente negativi i titoli della galassia Berlusconi, Mfe A  -6,92% e Mfe -3,44%, forse scossi dal caso Giambruno. 

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