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Borsa 21 settembre: la Fed non alza i tassi ma la stretta monetaria non è finita. Il dollaro vola, le piazze azionarie soffrono

Powell avverte che la lotta all’inflazione non è finita e non esclude che un rialzo dei tassi Fed possa esserci entro l’anno – Si rafforza il dollaro, scendono le Borse

Borsa 21 settembre: la Fed non alza i tassi ma la stretta monetaria non è finita. Il dollaro vola, le piazze azionarie soffrono

“La gente odia l’inflazione. Lo facciamo anche noi”. Così Jerome Powell nel corso della conferenza stampa al termine della Riunione della Fed che, come previsto, ha lasciato i tassi invariati. Ma la decisione è stata accompagnata da un commento assai più duro del previsto. È assai probabile, infatti, che la banca centrale alzi ancora in tassi di qui a fine anno, come hanno chiesto 12 membri su 19 del board. Non solo. I tassi sino destinati a restare alti a lungo. Nel 2024 ci sarà qualche ritocco all’ingiù, ma si resterà comunque sopra il 5%, ai massimi storici. “Tassi più alti a lungo? No, forse per sempre” titola il commento dl Wall Street Journal rilevando che il “tasso neutro” tende a crescere. A parte le tecnicalità, questo significa che l’economia è più forte del previsto ma lo stesso vale per l’inflazione. “È positivo che l’economia sia forte. È positivo che l’economia sia stata in grado di resistere alla stretta che abbiamo attuato. È positivo che il mercato del lavoro sia forte – ha detto il presidente Jerome Powell – l’unica preoccupazione è che se l’economia è più forte del previsto, significa che dovremo fare di più in termini di politica monetaria per tornare al 2%”.

Europa in rosso sulla scia di Wall Street

Il tono “falco” della Fed si è immediatamente riflesso su Wall Street che ha chiuso in rosso: Ieri a fine seduta, l’S&P500 ha segnato una flessione dello 0,9%. Più rilevante la variazione negativa del Nasdaq -1,5%. Sulla scia di Wall Street si tinge di rosso l’apertura degli indici europei.

Il dollaro è balzato sui massimi da sei mesi a 1.0617 sull’euro nel momento in cui la Fed ha chiaramente affermato che i tassi rimarranno intorno al 5,10% nel 2024, smorzando le speranze di un taglio profondo l’anno prossimo.

Nuovo record per il biennale Usa dal 2007

Le indicazioni dei membri della Federal Reserve sulla traiettoria dell’inflazione hanno spinto all’insù i rendimenti delle obbligazioni. Treasury Note a dieci anni è a 4,45%, nuovo massimo dal 2007. Il biennale si è spinto al 5,17%, massimo dal 2006.

La stretta monetaria comincia a pesare sull’edilizia: ad agosto i nuovi cantieri sono scesi dell’11,3%.

Si profila una nuova ondata di scioperi per l’auto, nonostante le nuove offerte in arrivo da Stellantis e l’accordo tra Ford ed il sindacato canadese.

In rosso l’Asia. Tokyo, 14.200 miliardi in mano alle famiglie

Gli umori delle borse Usa hanno contagiato stamane i listini asiatici, in attesa della prossima riunione della Bank of Japan che potrebbe domani imprimere una prima svolta alla politica monetaria di Tokyo imperniata sul tasso zero.

A ricordare l’effetto che potrebbe avere un cambio delle scelte di portafoglio delle famiglie arriva stamane l’aggiornamento della Boj sul valore degli assets finanziari in mano alle famiglie giapponesi: 14.200 miliardi di dollari ovvero 2,1 quadrilioni di yen.

L’indice MSCI Asia Pacific è in calo stamane per il quarto giorno consecutivo. Nikkei di Tokyo -1,2%. Hang Seng di Hong Kong -1,4%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,6%. Kospi di Seul -1,5%. BSE Sensex di Mumbai -0,5%.

Milano al top dall’inuzio di agosto

Anche le borse europee, compresa Piazza Affari, sono avviate ad un’apertura in ribasso: i future dell’Eurostoxx segnano -0,1%.

Ieri il Ftse Mib di Milano ha chiuso in rialzo dell’1,6% sui massimi da inizio agosto. Sono saliti un po’ tutti i settori, salvo i Petroliferi. Real Estate e Automotive i migliori con un +2%.

La Banca centrale europea si trova “più o meno” al culmine del suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse anche se il prossimo marzo sarà probabilmente ancora troppo presto per un primo taglio dei tassi, secondo il membro del Consiglio direttivo Gabriel Makhlouf. “Il mio punto di vista al momento è che marzo è probabilmente troppo presto”, ha detto Makhlouf a una commissione parlamentare irlandese quando gli è stato chiesto se la Bce potrebbe tagliare i tassi di interesse già a marzo, dopo aver aumentato il tasso di riferimento a un livello record del 4% la scorsa settimana. “Ho detto prima dell’estate che ci stavamo avvicinando al punto più alto della scala dei rialzi dei tassi di interesse e penso che ci siamo o quasi”.

Il Bund riparte da 2,7%. BTP a 4,44%. Spread a 174 punti.

I tassi scendono, ma in Brasile

In attesa delle decisioni della Bank of England, che dovrebbe alzare di nuovo i tassi, i mercati prendono atto del taglio del costo del denaro in Brasile. La banca centrale ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di mezzo punto percentuale per la seconda volta consecutiva al 12,75% e ha segnalato nel comunicato di voler proseguire con questa impostazione almeno fino alla fine dell’anno. I membri del Comitato prevedono all’unanimità ulteriori di ulteriori riduzioni della stessa entità nelle prossime riunioni – si legge nel comunicato – Questo ritmo è appropriato per mantenere la necessaria politica monetaria politica monetaria necessaria per il processo di disinflazione”.

Stanotte la borsa di San Paolo del Brasile ha chiuso in rialzo dello 0,7%.

La Fed sgonfia i prezzi del petrolio

Petrolio in calo dello 0,7%: Brent 92,90 dollari, Wti 89. Il prezzo si allontana dal picco degli ultimi dieci mesi, in seguito all’avvertimento della Fed su un possibile aumento dei tassi Usa. Questa indicazione ha probabilmente fatto scattare le prese di profitto, nonostante permanga la preoccupazione di un’offerta limitata.

Il gas naturale europeo ha guadagnato ieri l’1,4% chiudendo a 37,30 euro/mwh. News dall’Australia: Chevron e i sindacati sono vicini a un accordo per porre fine agli scioperi negli impianti di esportazione di gas naturale liquefatto che hanno sconvolto i mercati globali.

Safilo si allea con Amazon, Mediobanca a caccia di deleghe

Mediobanca. Il Cda uscente ha messo a punto la sua lista per il rinnovo con l’indicazione della conferma dell’attuale presidente Renato Pagliaro e del Ceo Alberto Nagel. Il Cda ha anche deliberato di promuovere una sollecitazione di deleghe affidando a Morrow Sodali il ruolo di soggetto incaricato. Il consiglio ha approvato una lettera, inviata ai soci Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, ribadendo che le proposte di Delfin sulla governance non erano allineate al modello di governance di una banca sistemica quotata.

Stellantis. Il Regno Unito ha spostato in avanti l’entrata in vigore sulle nuove norme di regolamentazione dei veicoli a benzina e gasolio, al 2035, dal 2030 previsto in precedenza. Stellantis metterà in cassa integrazione 68 lavoratori in Ohio e prevede di fare lo stesso con altri 300 in Indiana per via dello sciopero del sindacato United Auto Workers in corso presso lo stabilimento della Jeep a Toledo, in Ohio.

Tim, Kkr e il ministero dell’Economia chiederanno al Cda di Tim più tempo per presentare un’offerta per l’acquisto di Netco, la società dove l’ex monopolista si appresta a far confluire la rete fissa di accesso e Sparkle. Lo dicono tre fonti vicine alla situazione a Reuters.

OVS chiude la sua semestrale 2023 (dal 1° febbraio al 31 luglio) in positivo su tutti o quasi gli indicatori. Le vendite nette raggiungono i 734,9 milioni di euro, (+4,1% rispetto al primo semestre del 2022) principalmente grazie all’andamento delle vendite a parità di perimetro. L’utile netto rettificato del semestre è pari a 33,7 milioni euro, (+5,5%). “Nel secondo semestre – ha dichiarato l’ad Stefano Beraldo – si prevede la prosecuzione del buon andamento delle vendite. Sul fronte della marginalità ci attendiamo un miglioramento, soprattutto grazie alla riduzione dei costi delle materie prime”.

Safilo ha annunciato con Amazon il lancio nel mercato statunitense di nuovi occhiali smart sotto il marchio Carrera e con il servizio vocale Alexa.

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