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Borsa 14 dicembre: la Fed non tocca i tassi e promette tre tagli nel 2024. Wall Street in festa

Nel corso della conferenza stampa Powell non si spinge a dichiarare missione compiuta ma lascia intendere che probabilmente i rialzi sono finiti. Aperture in rialzo anche in Asia e Europa. Oggi la Bce e Cda Tim. Cucinelli sugli scudi

Borsa 14 dicembre: la Fed non tocca i tassi e promette tre tagli nel 2024. Wall Street in festa

È qui la festa? La conferenza stampa del presidente della Fed Jerome Powell ha messo in euforia i mercati. Come atteso la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse invariati, per la terza volta consecutiva al 5,25-5,5%, segnalando la possibilità di tre tagli nel 2024 (pari a un totale di 75 punti base). Notizia che Wall Street ha festeggiato con nuovi record. Il numero uno della banca centrale Usa, pur senza dichiarare “missione compiuta”, ha ammesso che i rialzi dei tassi sono “probabilmente finiti”, ma ha lasciato aperta la porta a nuovi cambiamenti in base agli sviluppi economici futuri.

Ora occhi puntati su Francoforte. Nel giorno delle comunicazioni della Bce, le borse dell’Europa aprono in netto rialzo in scia a Wall Street. Francoforte guadagna lo 0,71%, Parigi lo 0,84% e Londra l’1,91%. Apertura più cauta per Milano (+0,46%) indebolita dal forte calo del settore bancario con le ipotesi di un taglio dei tassi nel 2024 da parte delle banche centrali.

Scende il petrolio, Dow ai massimi

Anche il petrolio è al centro dell’attenzione, con il Brent che ha toccato i minimi di $72,29 al barile, i più bassi da fine giugno, prima di risalire leggermente, mentre il greggio statunitense è sceso a $68,71.Le recenti diminuzioni dei prezzi sono dovute alla riduzione della domanda a causa del rallentamento della crescita economica globale e all’eccesso di offerta dopo che l’Agenzia per l’Informazione sull’Energia degli Stati Uniti ha aumentato la sua previsione di offerta statunitense nel 2023 di 300.000 barili al giorno, e a un aumento delle spedizioni di petrolio russo.

La fine del rialzo tassi annunciato ieri dalla Federal Reserve ha permesso ai tre principali indici di Wall Street di salire per il quarto giorno consecutivo. Il Dow Jones, in rialzo dell’1,4%, ha toccato un nuovo massimo storico. Tra i componenti del paniere delle blue chip, Apple ha guadagnato l’1,6%, nuovo record storico. Nasdaq +1,4%. S&P500 +1,4%.

Secondo le nuove stime, l’inflazione «core», il dato preferito dalla Fed che esclude i prezzi volatili di energia e beni alimentari, è indicata al +2,4% a fine 2024 dal +2,6% delle previsioni di settembre.

La Fed ha messo le ali alle azioni, all’oro e alle obbligazioni, soprattutto quelle a più breve scadenza. Treasury Note a dieci anni a a 3,95%, da 4,20% di ieri. Treasury Note a due anni a 4,32% da 4,70%. Differenziale tra il decennale e il biennale in calo a -37 punti base, da -55 punti base del giorno prima. 

Immediata la reazione degli altri asset. Stamattina il Bund decennale riparte da 2,16%. Btp decennale a 3,92%.

Il cross euro dollaro è salito ieri dello 0,7%, stamattina l’apprezzamento prosegue. sono le borse dell’Australia e della Corea del Sud a tenere la scia di Wall Street. Kospi di Seul +1,2%, S&P ASX200 di Sidney +1,3%. Penalizzata dalla forza dello yen, la borsa di Tokyo si avvia a chiudere in ribasso dello 0,7%. Shanghai Composite -0,2%. 

Corre anche l’Asia, si salva Country Garden

Hang Seng di Hong Kong +1%. Si mettono in luce le società dell’immobiliare dopo che il costruttore Country Garden Holdings ha rimborsato prima del previsto un prestito in yuan da ottocento milioni, 111 milioni di dollari. Le risorse al servizio della ristrutturazione del debito sono state raccolte dalla vendita di una quota in un operatore di centri commerciali. Nella comunicazione, la iper-indebitata società afferma che sta “cercando attivamente una soluzione globale per affrontare pienamente gli attuali rischi del debito offshore”. Country Garden ha circa 13 miliardi di debito in obbligazioni in dollari.

L’oro ha preso il volo, chiudendo la seduta in rialzo del 2,40% a 2.030 dollari. 

Bitcoin a 42.800 dollari, ieri in rialzo del +4,5%.

La parola ora passa alla Bce. Le previsioni sono ottime.

Stamattina in Asia Pacifico sono le borse dell’Australia e della Corea del Sud a tenere la scia di Wall Street. Kospi di Seul +1,2%, S&P ASX200 di Sidney +1,3%. Penalizzata dalla forza dello yen, la borsa di Tokyo si avvia a chiudere in ribasso dello 0,7%. Shanghai Composite -0,2%.

Cucinelli sale nell’indice maggiore

Nel listino milanese svetta Amplifon (+4,3%), dopo l’acquisizione di Audical e l’ingresso nel mercato dell’Uruguay. Corre anche Cnh (+4%). Brilla Brunello Cucinelli (+3,53%) che ha nuovamente alzato le stime di fatturato per fine anno, visto ora in crescita del 22-23% a cambi correnti a oltre 1,1 miliardi di euro, con una marginalità e un utile “molto importanti”. Il presidente del gruppo si aspetta nel 2024 un miglioramento dell’Ebit margin ed esclude acquisizioni di altri marchi. Dopo poco più di 10 anni dalla quotazione alla Borsa Italiana, il 18 dicembre il gruppo entrerà nell’indice delle blue chip FTSE Mib.

Leonardo (-2%). Di concerto con il ministero della Difesa italiano, ha siglato con il consorzio KNDS un’alleanza strategica con l’obiettivo di creare un gruppo di difesa europeo e rafforzare la collaborazione nel campo dell’elettronica terrestre.

Tim (+2,29%). Salvatore Rossi ha confermato a Reuters che non intende candidarsi per un nuovo mandato come presidente del gruppo una volta che il Cda andrà a scadenza l’anno prossimo. Oggi, secondo una fonte, lo comunicherà al Cda, chiamato a discutere del regolamento per stilare la lista del nuovo consiglio. Tra i possibili candidati alla successione ci sono il presidente di Fondazione CRT Fabrizio Palenzona, l’attuale consigliere e presidente di Asstel Massimo Sarmi e l’ex ministro delle Finanze Vittorio Grilli, ora a JP Morgan. Secondo due fonti entro questa settimana, probabilmente venerdì, Vivendi dovrebbe depositare presso il Tribunale di Milano l’impugnativa contro la decisione del Cda Tim di vendere la rete fissa senza passare dall’assemblea.

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