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Borsa 1 dicembre chiusura: è sempre rally di Natale, Ftse Mib sfiora i 30 mila punti, oro ai massimi

Continua la corsa al rialzo dei listini europei con Piazza Affari che è ormai a un soffio da quota 30 mila – Exploit di Cnh – Oro alle stelle

Borsa 1 dicembre chiusura: è sempre rally di Natale, Ftse Mib sfiora i 30 mila punti, oro ai massimi

Le borse europee inanellano un’altra seduta in progresso e Piazza Affari chiude oggi in rialzo dello 0,64%, sempre più vicina ai 30mila punti base (29.928 punti). Si restringe contestualmente lo spread e scendono i rendimenti dei titoli di Stato, mentre l’Istat alza le stime per il pil del terzo trimestre, benché lo stato di salute delle imprese, fotografato dall’indice PMI, appaia sempre più precario.

Dicembre parte con il piede giusto anche per le piazze finanziarie di Francoforte +1,09%, Londra +1,04%, Amsterdam +0,83%, Madrid +0,79%, Parigi +0,48%. A dare una mano contribuisce il settore minerario, spinto dai rincari dei metalli.

Oltreoceano Wall Street è poco mossa nel giorno di un intervento pubblico ad Atlanta del numero uno della Fed, Jerome Powell. Il DJ sale dello 0,39%, lo S&P 500 dello 0,34%, il Nasdaq +0,16%, dopo aver chiuso ieri un mese di ampi guadagni. 

Le prime parole di Powell sembrano percepite positivamente, tanto che i listini stanno leggermente accelerando. “È prematuro dire con certezza che il processo di aumento dei tassi d’interesse sia concluso – sostiene il banchiere – ed è troppo presto per parlare di riduzione dei tassi”.

Occhi puntati su Powell

A sostenere il sentiment è la convinzione che le banche centrali abbiano finito il loro lavoro di innalzamento del costo del denaro e che potrebbero cominciare a tagliare nella prima metà del 2024. Le scommesse sono quasi al 50% per una riduzione dei tassi già nel mese di marzo da parte della Fed. Ora Jerome Powell ha l’ultima occasione di dire qualcosa di rilevante prima della riunione del 14 dicembre della banca centrale Usa. Ieri i dati sull’inflazione di novembre nella zona euro e negli Stati Uniti hanno rafforzato la convinzione che la stagione dei falchi sia finita. La frenata dei prezzi ha sorpreso soprattutto nell’area della moneta unica; infatti, anche oggi l’euro perde quota contro il dollaro, per un cambio sotto 1,09.

Powell non viene percepito come falco dai T-bond, che vedono prezzi in rialzo e tassi in calo. Il decennale è al 4,26%.

Migliora leggermente la manifattura in Europa

La premessa è che nel manifatturiero europeo si resta in area di contrazione, ma la constatazione è che gli indici PMI a a novembre sono leggermente migliorati in Germania (a 42,6 da 40,8 e contro stime a 42,3) e in Francia (a 42,9 da 42,8, contro attese a 42,6).

L’Italia se la passa complessivamente un po’ meglio, ma la china appare discendente: 44,4 da 44,9.

L’Istat intanto rende noto che, nel terzo trimestre dell’anno, il prodotto interno lordo italiano è cresciuto dello 0,1% sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del terzo trimestre del 2022. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%, uguale a quella stimata il 31 ottobre 2023.

Dagli States arriva inoltre il dato sull’ISM manifatturiero di novembre, inferiore alle attese: in lettura finale, a 49,4 punti, dai 50 punti di ottobre. Le attese erano per un dato a 49,6 punti. Sotto 50 si è in zona contrazione. 

Petrolio piatto dopo la volatilità di ieri

Ieri il petrolio ha chiuso in calo del 2% circa una seduta volatile, a seguito della riunione dell’Opec+ in cui si sono decisi nuovi tagli alla produzione per il 2024. La notizia è stata accolta però con un certo scetticismo per la natura volontaria delle riduzioni, mentre l’assenza di una conferenza stampa e di comunicati finali da parte dei produttori, secondo Bloomberg, ha generato confusione tra gli operatori sulle reali intenzioni del cartello.

Al momento il future Brent di febbraio stagna attorno a 81 dollari al barile; il contratto del greggio texano, gennaio 2024, galleggia intorno a 76,1 dollari al barile.

Salgono i metalli, come diciamo e anche l’oro spot si apprezza dello 0,85% oltre 2051 dollari l’oncia.

Piazza Affari al traino di Cnh

Lungi dal sembrare un morto che cammina, in vista dell’uscita da Piazza Affari, Cnh Industrial archivia oggi un’altra seduta effervescente ed è la migliore blue chip del giorno con un progresso del 4,93%, anche grazie al miglioramento rating a lungo termine a ‘BBB+’ da ‘BBB’ da parte di S&P Global.

Nell’industria è in evidenza Prysmian +3,31%, forte dell’aggiudicazione di una commessa del valore di circa 850 milioni di euro assegnata da Eastern Green Link 1 Limited.

Si confermano in denaro titoli petroliferi già ieri in rally come Saipem +2,45% e Tenaris +2,13%.

Le banche continuano a farsi notare a partire oggi da Banco Bpm +1,85 e Bper +0,99%%. Bene Iveco +2,09%, Leonardo +1,88%, Nexi +1,65%, Stellantis +1,02%.

I ribassi sono circoscritti: si parte da Amplifon -1,33%, Ferrrari -0,54, Diasorin -0,41%, Moncler -0,39%.

Fuori dal paniere principale mostra i muscoli Technogym +6,88%, dopo l’ingresso del fondo saudita Nif nel capitale.

Spread e rendimenti in ribasso

Prosegue anche la stagione felice dei titoli di Stato. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata arretra a 169 punti base e i tassi scendono rispettivamente al 4,06% e 2,36%.

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