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Bollette a 28 giorni, dopo le multe agli operatori arrivano i rimborsi ai clienti

L’Agcom ha stabilito che Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb non sono tecnicamente tenute a risarcire per intero i clienti rispetto all’aumento generato dalla fatturazione a 28 giorni ma dovranno rimborsare in un’unica soluzione l’equivalente dei giorni di servizio “erosi” ai clienti, a far data dal 23 giugno 2017, per effetto della fatturazione accorciata

Bollette a 28 giorni, dopo le multe agli operatori arrivano i rimborsi ai clienti

Per le bollette a 28 giorni scatteranno non solo le multe per le società di telecomunicazioni, ma anche una sorta di risarcimento per gli utenti, attraverso un meccanismo compensatorio. Lo scrive il Sole 24Ore, secondo cui per le compagnie telefoniche la questione della fatturazione a 28 giorni anziché a un mese rischia di trasformarsi in un salasso non da poco, ben superiore alla sanzione da 1,160 milioni che Agcom ha comminato, per ciascuno, a Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è andata giù pesante nelle delibere con cui ha multato i quattro operatori per la loro decisione di non adeguarsi – avrebbero dovuto farlo dalla fine di giugno, e da adesso è anche vietato dalla legge, secondo quanto disposto dal decreto fiscale recentemente approvato – alla fatturazione mensile per i propri servizi nel fisso o ibridi (fisso-mobile).

Secondo quanto previsto da Agcom le telco non saranno tenute tecnicamente a “rimborsare”. Detto questo, è però stabilito che dovranno stornare dalla prima “bolletta” emessa con cadenza mensile il quantum per le cifre chieste agli utenti per i giorni “erosi” a partire dal 23 giugno. Se l’aumento su base annua è stato dell’8,6% per 1,19 miliardi (come indicato in uno studio Agcom), agli utenti dovrà tornare sotto forma di storno tutto quanto pagato in più dal 23 giugno. Lo si deduce dalle delibere dell’Autorità pubblicati sul sito Agcom. In ciascuna (una per ogni operatore) si invita “la citata società a provvedere – in sede di ripristino del ciclo di fatturazione con cadenza mensile o di multipli del mese – a stornare gli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile. Nella prima fattura emessa con cadenza mensile l’operatore è tenuto a comunicare con adeguato risalto che lo storno è avvenuto in ottemperanza al presente provvedimento”.

Insomma, centinaia di milioni considerando che le compagnie – che pure hanno annunciato che torneranno alla fatturazione mensile – hanno anche tempo fino ad aprile per adeguarsi, come previsto dal decreto fiscale 148/2017 (poi convertito nella legge 172/2017) che ha messo uno stop alla fatturazione a 4 settimane per tlc e pay tv. Nel frattempo, è presumibile, scatterà una pioggia di ricorsi al Tar contro la decisione dell’Authority.

A questa brutta notizia per gli operatori (ma buona per i consumatori), se ne aggiunge una decisamente migliore per quanto riguarda Tim e Vodafone: l’Antitrust ha chiuso le istruttorie relative ai casi di telemarketing, ovvero le offerte commerciali “aggressive” da tempo messe in atto dalle due compagnie a danno degli utenti. Le due società hanno presentato all’Antitrust una serie di impegni volontari che l’Autorità ha giudicato “idonei a sanare i possibili profili di illegittimità della pratica commerciale” contestati con l’apertura di due istruttorie, il 30 marzo 2017.

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