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Boeing, anche l’Ue ferma il 737 Max: solo gli Usa resistono

L’Agenzia per la sicurezza del trasporto aereo dell’Ue ha interdetto il volo al modello di aereo che domenica si è schiantato in Etiopia causando la morte di 157 persone – Boeing in due giorni ha perso l’11% in Borsa

Boeing, anche l’Ue ferma il 737 Max: solo gli Usa resistono

Anche lo spazio aereo europeo è ora interdetto al Boeing 737 Max. Lo ha deciso martedì sera l’Agenzia per la sicurezza del trasporto aereo dell’Ue. Si tratta di una misura precauzionale dopo il disastro dell’Ethiopian Airlines costato la vita domenica scorsa a 157 persone, fra cui otto italiani.

Lo stesso annuncio era stato dato in precedenza da singoli Paesi di tutto il mondo: UK, Germania, Francia, Italia, Austria, Nuova Zelanda, Emirati Arabi, Isole Fiji, Oman, Malesia, Australia, Singapore, Cina, Indonesia, Corea del Sud e, naturalmente, Etiopia.

Tra i pochi paesi a non aver ancora interdetto il volo a questo modello di Boeing ci sono gli Stati Uniti: “Le analisi finora condotte non forniscono alcuna base per ordinare la tenuta a terra del 737 Max – si legge in un comunicato della Federal Aviation Administration americana – Nessun altra autorità di aviazione civile ha fornito dati che garantiscano la necessità di un’azione. Se verranno identificati elementi che interessano la capacità dell’aereo di volare adotteremo azioni appropriate”.

Intanto, Boeing ha perso l’11% nelle ultime due sedute di Borsa, bruciando 27 miliardi di dollari di capitalizzazione. La compagnia garantisce che l’aereo nel mirino delle autorità di mezzo mondo è sicuro, ma allo stesso tempo annuncia che nelle prossime settimane il software del pilotaggio automatico sarà aggiornato.

In attesa delle risposte fornite dalle scatole nere recuperate, proprio questo programma è il principale indiziato sia per la tragedia di domenica, sia per quella dell’ottobre scorso in Indonesia. Anche in quel caso a schiantarsi era stato un Boeing 737 Max e la dinamica dell’incidente fu molto simile.

Lo stesso software ha attirato anche l’attenzione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che in un post su Twitter ha criticato la troppa tecnologia, responsabile, a suo dire, di aver reso ormai i jet troppo complicati: “Più che dei piloti servirebbero degli scienziati”, ha chiosato il numero uno della Casa Bianca.

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