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Bocconi: calato il consumo energetico dell’industria, ma l’efficienza non migliora

Uno studio di Cresv Bocconi e Accenture, presentato oggi, fotografa la situazione del consumo energetico delle industrie in Italia – Il calo del consumo riflette la contrazione della produzione industriale dovuta alla crisi – Perrini, direttore di Cresv Bocconi: “Necessario mandare un segnale forte alle imprese italiane”.

Bocconi: calato il consumo energetico dell’industria, ma l’efficienza non migliora

Presentato oggi in Bocconi uno studio Cresv Bocconi e Accenture (redatto su dati del ministero dello Sviluppo economico) fotografa la situazione italiana del consumo energetico del sistema industriale, un consumo calato, in termini assoluti, fino ai 473 TWh del 2010, a partire dai 552 del 2007. Un calo, questo, che purtroppo non significa un aumentata efficienza energetica delle nostre aziende, ma piuttosto un calo della produzione industriale.

Sul fronte dell’efficienza energetica, infatti, i dati dimostrano come non vi siano stati miglioramenti sostanziali (l’indice di intensità energetica è rimasto a 15, mentre in alcuni paesi europei è migliorato) rispetto al 2007, anno d’inizio della crisi. 

Un tema, quello dell’efficienza energetica, molto caldo, del quale si sta occupando anche L’Osservatorio sui Costi del Non Fare del prof. Gilardoni.  Ed è un temo in cui va crescendo la necessità di investimenti decisi, considerando anche che l‘Italia paga uno svantaggio competitivo legato alla composizione dei consumi, fortemente indirizzata (oltre il 70%) su gas naturale ed energia elettrica di derivazione estera, con le imprese italiane che, al 2009, pagavano al lordo delle imposte 16,77 centesimi di euro al KWh, contro un prezzo medio per l’Europa a 27 di 12,72 cent. 

“Tutto ciò impone la necessità di trasmettere un forte segnale alle imprese italiane”, spiega Francesco Perrini, direttore del Cresv Bocconi, che devono guardare all’efficienza energetica come a “una leva di sviluppo, uno strumento di creazione di valore”.

E proprio verso questa sensibilizzazione delle imprese è rivolto lo sforzo del gruppo di ricerca, che ha stilato un manifesto che suggerisce alcune azioni da intraprendere. Tra i diciotto punti, spiccano la necessità di una detassazione delle imprese che implementino progetti di efficienza energetica, di un sistema di incentivi che non premi tanto le riduzioni assolute, ma quelle a parità di fatturato, e di una centralizzazione dei processi autorizzativi in seno a una sola autorità, semplificando i percorsi burocratici. 

Per Mauro Marchiaro, reponsabile resources di Accenture, “I temi della sostenibilità e del risparmio energetico, negli ultimi anni, sono diventati un must strategico per l’intero sistema, al fine di raggiungere gli ambiziosi obbiettivi del 2020 di 20 milioni totali di Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) risparmiate”. 

“È improcrastinabile”, chiude Perrini, “sensibilizzare governo e organismi politici verso una politica di incentivazione dell’efficienza energetica basata su fonti diverse da quelle fossili e mirata a favorire l’uso di fonti rinnovabili”.

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