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Blackrock: “Non siamo speculatori, in Italia grandi opportunità”

Il super-fondo Usa rassicura: “Investiamo in un’ottica di lungo periodo, senza condizionare i manager, influenzare l’azionariato o orientare le scelte delle aziende. Non siamo raider né speculatori” – Blackrock ha il 6,85% di Banco Popolare, il 5,75% di Mps, il 5,25% di Unicredit, il 5% di Intesa Sanpaolo, il 4,9% di Atlantia e il 4,8% di Telecom Italia.

Blackrock: “Non siamo speculatori, in Italia grandi opportunità”

Nessuna speculazione: l’Italia offre grandi opportunità. Questa la rassicurazione arrivata oggi da Blackrock, il super-fondo d’investimento statunitense che nelle ultime settimane ha incrementato considerevolmente gli investimenti nel nostro Paese. 

“L’Italia, il suo mercato, le aziende medie e grandi dell’energia, delle Tlc, del credito o del manifatturiero sono estremamente attraenti non solo in termini di valutazioni, ma anche per fattori speriamo più strutturali, come le riforme e le privatizzazioni – ha detto Andrea Viganò, responsabile per l’Italia del fondo americano, in un’intervista pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore –. Il nostro obiettivo è far guadagnare i clienti investendo solo in un’ottica di lungo periodo, senza condizionare i manager, influenzare l’azionariato o orientare le scelte delle aziende. Non siamo raider, speculatori o partner di questa o quella cordata, come purtroppo ci hanno dipinto”.

L’ultimo investimento in ordine cronologico è quello che ha portato il colosso Usa al 6,85% di Banco Popolare. L’operazione – resa nota questa mattina dalla Consob – fa seguito ad analoghe acquisizioni nel capitale degli altri principali istituti di credito italiani: Blackrock, infatti, ha raggiunto recentemente il 5,75% di Mps, il 5,25% di Unicredit, il 5% di Intesa Sanpaolo, il 4,9% di Atlantia e il 4,8% di Telecom Italia.

“Non abbiamo un trading proprietario – ha continuato Viganò –, non abbiamo conflitti d’interesse e neppure un unico centro decisionale o regia centralizzata sugli investimenti: ogni fondo decide autonomamente. Mai abbiamo chiesto o chiederemo di avere un nostro rappresentante nel consiglio di una società quotata”.

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