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Bitcoin: il future debutta con un balzo. Le Borse attendono Fed e Draghi

La prima volta del Bitcoin in un mercato ufficiale, il Chicago Board of Trade, non ha tradito le attese segnando subito un rialzo del 21% – I mercati aspettano il congedo della Yellen e cercano di interpretare la Bce – Mediaset, prove di intesa prima di Natale con Bollorè: venerdì l’assemblea

Bitcoin: il future debutta con un balzo. Le Borse attendono Fed e Draghi

La prima volta del Bitcoin in un mercato ufficiale, il Chicago Board of Trade, non ha tradito le attese: il future sulla moneta elettronica si è presentato con un balzo del 21% nella prima giornata di scambi (iniziati alle 17 di domenica) da 15.460 dollari a un massimo di 18.700 dollari, per poi correggere ad un prezzo di 17.420 dollari per i contratti con consegna a fine gennaio. Sono 1.960 dollari in più delle monete pronta consegna trattate presso il Gemini Exchange del Lussemburgo, controllato dai gemelli Winklevoss (che prevedono un aumento del prezzo di 10-20 volte).

Il bilancio parla di 1.500 contratti per il primo giorno di scambi sui Bitcoin: poca roba rispetto all’ammontare dei contratti siglati nella stessa giornata su euro e yen, ma tutt’altro che trascurabile se si pensa che i grandi operatori sono stati alla finestra: Goldman Sachs ha limitato l’attività a pochi, selezionati clienti, JP Morgan e Citigroup si sono astenuti dagli scambi sui Bitcoin.

La domanda, però, ha varcato di nuovo stamane in Asia il tetto dei 18 mila dollari: il valore complessivo del Bitcoin è di 240 miliardi di dollari con un incremento di 15 volte da inizio anno. Cifra ragguardevole ma non eccezionale: in caso di scoppio della bolla, la perdita potenziale sarebbe pari allo 0,6% della capitalizzazione dei mercati Usa.

VIVACE LA CINA (+0,9%), HSBC +2,7%

A parte la novità Bitcoin (tra una settimana la moneta elettronica sarà trattata anche al Chicago Mercantile, il mercato dei derivati più importante), la settimana finanziaria si è aperta in Asia all’insegna del rialzo. Sale Tokyo (+0,4%), sostenuta dal rally del dollaro contro lo yen, in attesa dell’aumento dei tassi Usa. Fanno ancora meglio le Borse cinesi: +0,9% l’indice Csi 300, sull’onda dei buoni risultati dell’import/export annunciati venerdì, Hong Kong guadagna lo 0,5%. Vola Hsbc (+2,7%) in attesa delle decisioni sui tassi. Bene anche Sidney e il Kospi coreano, entrambi +0,2%.

Deboli i prezzi del petrolio: Brent a 63,14 dollari, Wti 57,12. Sul greggio pesa la crescita dell’offerta dello shale oil Usa.

L’ULTIMA VOLTA DI YELLEN

I mercati sono in attesa degli appuntamenti di fine anno delle banche centrali. Il più importante è senz’altro l’ultimo meeting della Fed guidato dal presidente (guai chiamarla chairwoman) Janet Yellen, che a febbraio cederà il bastone del comando a Jerome Powell. Al termine dell’incontro, mercoledì, Yellen confermerà l’annunciato aumento di un quarto di punto dei tassi ufficiali. L’attesa però è concentrata sul giudizio del Fomc sull’impatto della riforma fiscale sulla politica monetaria. I dati sul mercato del lavoro di venerdì hanno segnalato la crescita superiore al previsto dei posti di lavoro (228 mila unità) in Usa, ma continua a deludere l’andamento dei salari, saliti solo dello 0,2%.

TIRA L’ECONOMIA UE, DRAGHI DIFENDE IL QE DIMEZZATO

Ultima riunione del 2017 anche per la Bce. Il direttorio, che si riunirà giovedì, non dovrebbe ritoccare i tassi. Ma gli operatori sono ansiosi di conoscere le previsioni di fine anno della banca centrale: l’aumento del petrolio negli ultimi mesi, combinata con la forte crescita economica dell’Eurozona potrebbe spingere Mario Draghi ad aprire ad un outlook più ottimista e, di rifletto, più rigido sul costo del denaro.

La parata dei banchieri centrali non finisce qui. Si riuniranno in settimana anche la Bank of England e la Banca Nazionale Svizzera. Anche in questi casi non sono previsti cambiamenti nella politica monetaria. L’elenco si conclude con i meeting delle banche centrali di Colombia, Cile, Messico, Indonesia, Ucraina e della Turchia, impegnata a contenere la svalutazione della lira.

BREXIT ALL’ESAME DELL’EUROGRUPPO

In settimana usciranno i dati sull’inflazione Usa: previsto un aumento mensile dello 0,3%, l’1,8% su base annua.

In Europa da segnalare l’indice tedesco Zew. Mercoledì l’Eurogruppo prenderà atto dell’accordo sulla Brexit. A Londra, intanto, Theresa May fronteggia la protesta dei brexiters, che l’accusano di aver tradito l’esito del referendum.

ALLA CAMERA LA CARICA DEI 6 MILA EMENDAMENTI

In Italia prosegue alla Camera il lavoro sulla legge di bilancio. Domani scatta il termine per la presentazione degli emendamenti segnalati, con cui si punta a ridurre sotto il migliaio (rispetto alle 6 mila attuali) le modifiche su cui concentrare l’attenzione. L’obiettivo è chiudere tra domenica e lunedì prossimo con il mandato al relatore per l’Aula, dove il provvedimento è atteso, al momento, martedì 19 dicembre.

Agenda fitta anche per la Commissione d’inchiesta sulle banche, anche se non mancano alcune defezioni importanti: gli appuntamenti con Zonin e Apponi (ex presidente Pop Vicenza e dg Consob) dovranno essere ricalendarizzati. È prevista oggi la pubblicazione del supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia.

AL VIA L’ASTA DELLE SOFFERENZE BANCO BPM

A Piazza Affari stacco oggi dell’acconto dividendo di Astm (0,214 euro) e Sias. Cedola (0,15 euro) in arrivo anche per Digital Bros. In programma la trimestrale di Ovs. Debutta all’Aim IdeaMi, la spac istituzionale promossa da Banca Imi e Dea Capital.

Si è chiusa venerdì la fase di consultazione della vigilanza bancaria Bce sull’addendum relativo alle linee guida sugli Npl. Si attende ora la comunicazione ufficiale del rinvio della data del primo gennaio 2018 per l’avvio delle nuove regole di riferimento per classificare i crediti deteriorati, secondo i criteri messi a punto da Danielle Nouy, responsabile della Vigilanza Bce.

Il comparto bancario ha già festeggiato venerdì il probabile rinvio, assieme alla firma dell’accordo di Basilea 4, che prevede per le banche tempi e regole meno rigide del previsto per adeguarsi ai nuovi requisiti anti-crack.

In questa cornice si tiene oggi l’asta per 1,7 miliardi di euro di sofferenze di Banco Bpm.

MEDIASET, VENERDÌ L’ASSEMBLEA. PROVE DI INTESA CON BOLLORÉ

Venerdì 15 si terrà l’assemblea straordinaria di Mediaset chiamata ad approvare le modifiche allo statuto in merito alla nomina dei consiglieri, mossa per limitare l’ingresso dei rappresentanti di Vivendi. Ma sarà soprattutto la settimana decisiva per un accordo tra il Biscione e il gruppo guidato da Vincent Bolloré. Il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha detto di “sperare” nell’accordo.

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