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Bilancio Usa: il Congresso approva il piano per evitare lo shutdown ma ferma i finanziamenti a Ucraina e Israele

Il provvedimento passerà al voto del Senato, che è dato però per scontato. Scongiurato il blocco della spesa pubblica. Gli stanziamenti per Israele e Ucraina chiesti da Biden potrebbero rientrare in un nuovo disegno di legge

Bilancio Usa: il Congresso approva il piano per evitare lo shutdown ma ferma i finanziamenti a Ucraina e Israele

La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato la proposta del neo presidente della Camera Mike Johnson per evitare lo shutdown del governo: i finanziamenti al governo verranno mantenuti fino all’inizio del prossimo anno, anche se verranno rimandati i miliardi di dollari di finanziamenti per Ucraina e Israele.

Un totale di 209 democratici hanno votato con 127 repubblicani per sostenere il piano, che necessita di una maggioranza di due terzi per essere approvato utilizzando un processo accelerato. Novantatré repubblicani hanno votato contro il piano del loro nuovo leader, insieme a due democratici. Johnson è stato eletto meno di un mese fa dopo che Kevin McCarthy è stato estromesso all’inizio di ottobre.

La decisione cade nel giorno dell’incontro tra Xi Jingping e Joe Biden, primo tentativo di disgelo dopo un anno difficile, al quale il presidenete degli Stati Uniti potrà andare con il cuore più leggero.

Ora il voto del Senato: atteso sostegno bipartisan

Si tratta di una vittoria significativa per il nuovo Presidente, che ha proposto una misura a breve termine su due livelli per finanziare il governo, denominata risoluzione continuativa “a scala”, fino alle scadenze di gennaio e febbraio, riportano i media Usa. Si tratta di un approccio insolito rispetto ai precedenti progetti di legge provvisori, che estendevano tutte le funzioni del governo fino a una scadenza.
La misura tampone passerà ora all’aula del Senato, dove i leader di entrambe le parti hanno indicato che la sosterranno. I leader del Senato avranno bisogno della collaborazione di tutti i senatori per superare gli ostacoli procedurali e rispettare la scadenza di venerdì sera, quando scadono i finanziamenti federali, per evitare uno shutdown che potrebbe portare tra l’altro al licenziamento di milioni di lavoratori federali. Poi dovrà essere firmata dal presidente Joe Biden. Mentre Johnson, avrà tempo fino al prossimo anno per negoziare la spesa annuale.

La posizione della Casa Bianca

La Casa Bianca, che inizialmente aveva reagito duramente al disegno di legge, ha ammorbidito la sua posizione. Lunedì Biden ha rifiutato di minacciare il veto quando ne aveva avuto l’opportunità. Chuck Schumer, leader della maggioranza del Senato, ha detto di aver parlato con la Casa Bianca del disegno di legge e che “sono d’accordo sul fatto che se questo può evitare un blocco, sarà una buona cosa”.

I dettagli del provvedimento

Il disegno di legge Johnson finanzierebbe fino al 19 gennaio i dipartimenti degli affari dei veterani, dell’energia, dell’agricoltura, dei trasporti, nonché dell’edilizia abitativa e dello sviluppo urbano. I finanziamenti per il resto del governo, compreso il Pentagono, sono prorogati fino al 2 febbraio, creando la possibilità di un’altra scadenza per la chiusura nello stesso mese. Il provvedimento estende anche i sussidi agricoli che scadranno da gennaio fino al 30 settembre.

Esclusi per ora i finanziamenti per Israele e Ucraina

Il disegno di legge non comprende i miliardi di dollari di aiuti aggiuntivi per Israele e Ucraina richiesti in un primo tempo dalla Casa Bianca. Johnson ha detto che nelle prossime settimane prenderà in considerazione un disegno di legge di finanziamento “supplementare” per far fronte agli aiuti esteri aggiuntivi per Israele, così come ai soldi per Taiwan e all’aumento della sicurezza al confine tra Stati Uniti e Messico. La Casa Bianca aveva richiesto più di 61 miliardi di dollari (94 miliardi di dollari) di ulteriore assistenza per l’Ucraina come parte di un pacchetto complessivo di quasi 106 miliardi di dollari che comprende finanziamenti per Israele, operazioni sul confine tra Stati Uniti e Messico e il rafforzamento degli alleati nella regione indo-europea.

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