Condividi

Bestseller del passato: la Londra di Charles Dickens

Il più famoso cliente della Taverna George and Vulture a Londra fu che non è mai esistito se non nella mente del suo creatore, Charles Dickens, e nel cuore dei suoi lettori: Pickwick Esquire, il prosperoso e occhialuto eroe delle Carte postume del Circolo Pickwick.

Bestseller del passato: la Londra di Charles Dickens

Fu proprio alla Georges and Vulture che Mr. Pickwick e il suo servitore cockney, San Weller, si trattennero in attesa dell’esito del clamoroso processo per rottura di una promessa di matrimonio intentato dalla querula padrona di casa di Pickwick, la signora Martha Bardell. E fu proprio qui in una stanza al primo piano con tendine in cinz che Mr. Pickwick ricevette la citazione. Dickens non creò solo Pickwick ma creo anche Londra: “A Londra non esisteva la nebbia finché non la inventò Dickens”.

Quando a Londra si va in cerca dei luoghi amati da Dickens, si pensa subito ai suoi personaggi, gli erbivendoli, gli osti, i venditori ambulanti del vicolo Petticoat, i facchini del mercato e gli avvocati con la parrucca.

Nonostante distruzioni e rifacimenti di molti angoli di Londra, esistono ancora diversi angoli che egli descrisse, poi con un po’ di immaginazione si può anche scoprire che nulla è cambiato.

È sulla riva del Tamigi che Nancy, una delle più vere e patetiche cattive di Dickens incontrò di nascosto Brownlow e Rose Mayle per aiutarli a comprendere il mistero che circondava la nascita del trovatello Oliver Twist. Per Dickens il Tamigi simboleggiava il destino eternamente mutevole dei suoi personaggi. Nel David Copperfield, una delle sue eroine tragiche ma redente Artha lamenta: “Oh, il fiume! Lo so che è come me! So che gli appartengo. So che è il naturale compagno dei tipi come me! Dove al principio non aveva in sè nulla di male, e poi serpeggia fra le strade squallide, insozzato e intristito e se ne va, come la mia vita, verso un gran mare sempre in tempesta!”.

Se si vuole arrivare a Lantstreet, troviamo dove nel 1824 Dickens bambino visse da solo con il padre, modello dell’eterno spiantato Micawber che era in prigione per debiti. Avrebbe potuto essere lo stesso John Dickens ad annunciare il teorema che suo figlio mise in bocca a Micawber: “Reddito annuo 20 sterline, uscite annue 19 sterline e sei pence, uguale felicità; reddito annuo 20 sterline, uscite annue 20 sterline, zero scellini e sei pence, uguale infelicità”.

David Copperfield era Charles Dickens. Il fanciullo derelitto del romanzo lavorava in un magazzino infestato dai topi, a imbottigliare vino. Il ragazzo lavorava poco distante, in una fabbrica di lucido da scarpe. David metteva l’etichetta sui vini, e Charles sui barattoli di lucido, per sei scellini la settimana.

Negli anni dell’adolescenza di Dickens il luogo dove ora è Trafalgar Square era un agglomerato di edifici,  fra i quali sorgeva una locanda popolare, la Croce d’Oro, dove lo scrittore fa alloggiare David Copperfield e i suoi compagni di scuola, e dove il famoso imbroglione Alfred Jingle, che è forse il più simpatico ribaldo di tutta la letteratura inglese, ebbe il primo incontro con Mr. Pickwick. Al di là di un vicoletto, di fronte alla Croce d’Oro sorgeva la bella Chiesa di St. Martin in the Fields. Ed è qui che Copperfield trovò lo stanco e avvilito Mr. Peggotty, giunto quasi al termine della lunga ricerca di Emiliuccia, la sua amata nipotina.

Proprio nelle piazze e nei vicoli di questo quartiere si vedevano i personaggi di Dickens. Il brillante avvocato ubriacone Sydney Carton, nel romanzo Le due città guidava il suo sosia Charles Darney. Poco lontano, all’ultimo piano dell’ultima casa di Garden Court, vicino al fiume, abitava il Pip delle Grandi Speranze.

A nord di Fleet Street c’è Lincoln’s Inn, alla quale si accede anche attraverso l’ingresso in stile Tudor che si apre sul vicolo della Cancelleria, dove passava Esther Summerson, in Casa Desolata. Nei pomeriggi d’inverno, la scena si presenta come doveva presentarsi a Dickens. La nebbia di Dickens simboleggiava la lentezza della legge e soffocava come commentava G.K.Chesterton sull’Alta Corte della Cancelleria e su tutte quelle povere anime che incappavano sul suo percorso.

Nonostante Dickens sia nato a Portsmouth sulla costa meridionale dell’Inghilterra è morto nel Kent, nella sua casa chiamata Gad’s Hill Place, egli trascorse la maggior parte della sua vita a Londra, in ben 32 case diverse. Dickens arrivò a Londra sotto il nome di Boz, lo pseudonimo che aveva adottato per scrivere i suoi fortunati Schizzi.

A Furnival’s Inn condusse, nel 1836, la bella moglie Catherine Hogarth, che sposò mentre gli arrivava il primo contratto da scrittore. L’editore lo aveva incaricato di scrivere dei racconti con cadenza mensile da accompagnare a delle vignette di un famoso disegnatore. Ma con la sua sfacciataggine andò oltre riuscì a modificare l’idea dell’editore e consegnò alle stampe la prima puntata del suo Circolo Pickwick.

Dopo la nascita del primo dei loro dieci figli, i Dickens, insieme con Mary, sorella di Catherine, si trasferirono in una casa di 12 stanze al numero 48 di Doughty Street, nel quartiere di Bloombury. Qui però avvenne una tragedia, nel maggio del 1837 Mary collassò tra le braccia di Dickens. La sua morte gli ispirò la morte di Nellina nel romanzo La bottega dell’antiquario.

Di fronte a Furnival’s Inn ecco la Staple Inn, una locanda che risale a sei secoli prima, le cui mura di legno furono descritte da Dickens nel suo ultimo libro, Il mistero di Edwin Drood. Un po’ più ad ovest, la locanda Gray’s Inn, dove andò ad abitare Copperfield quando venne a far visita al ritrovato compagno di scuola Tommy Traddles, divenuto avvocato e titolare di uno studio proprio in quello stabile.

La famosa scuola per borsaioli di Fagin era situata in un rumoroso vicolo dalle parti di Holborn: Saffron Hill. Holborn, come Fleet Street, conduce alla City, il centro finanziario di Londra. È in questo luogo che Dickens evoca un’atmosfera dolce, quella nel Cantico di Natale quando Scrooge, trasformato dall’atmosfera diffusa dal Natale, comprò un grande taccuino  per il suo povero impiegato, Bob Cratchit.

Dickens disse una volta: “Credo di conoscere piuttosto bene questa grande città”. Nei suoi incessanti vagabondaggi si spingeva a volte fino a Limehouse, un quartiere di marinai e mercanti dove i moli formicolavano di attività e dove la riva del fiume era illuminata dai lampioni delle taverne. Ma di anno in anno la capitale inglese muta, ed è sorprendente che in essa sopravvivono così tanti ricordi che ci riportano sempre e comunque a Dickens.

Commenta