Condividi

Bernanke mette ko la Borsa: a Piazza Affari si salvano solo Azimut, Finmeccanica e Atlantia

Mattinata in netto calo per tutte le Borse europee dopo la conferenza stampa di ieri del banchiere centrale statunitense: a Milano solo tre titoli sfuggono al rosso – Spread in risalita a quota 280 pb – Pesanti perdite per le banche: Intesa -3,17%, Unicredit -2,73%, Mps -2,4%, Bpm -3% – Mediaset -2,23% dopo la sentenza della Consulta su Berlusconi.

Bernanke mette ko la Borsa: a Piazza Affari si salvano solo Azimut, Finmeccanica e Atlantia

BORSE PESANTI NEL DOPO BERNANKE, SPREAD A 280. BANCHE PESANTI, TRE TITOLI SFUGGONO AL ROSSO

Avvio in netto calo per le Borse europee, intimorite dalla prospettiva che la Federal Reserve possa rivedere le proprie disposizioni di politica monetaria prima della fine dell’anno, dopo le parole pronunciate ieri dal numero uno dell’istituto, Ben Bernanke.

La Fed, ha detto il banchiere centrale nel corso della conferenza stampa, potrebbe “iniziare a tagliare il piano di acquisto di bond alla fine dell’anno se le previsioni su inflazione e disoccupazione sono corrette”. Bernanke ha comunque sottolineato che “una decisione in merito a un rialzo dei tassi di interesse è ancora lontana”.

L’effetto Fed è amplificato dall’esito dell’asta dei Bonos spagnoli: buoni quantitativi collocati, ma i tassi sono ai massimi da aprile. Lo spread spagnolo si è allargato di 15 punti base a quota 310 per un rendimento del decennale iberico al 4,75%. Il differenziale tra Bund e Btp a 10 anni si è allargato di 10 punti base a 280, per un rendimento del 4,44%.

L’indice Ftse Mib scende dell’1,59% a quota 15.790, Madrid -1,6%, Parigi perde il 2,08% e Francoforte il 2,25%. Londra -2,1%. In Europa tutti gli indici settoriali Stoxx sono in calo. Le perdite maggiori riguardano i titoli delle materie prime (-2,8%) e i settori industriali più legati al ciclo economico, come l’auto (-1,8%).

A complicare la situazione contribuisce la frenata della a Cina che ha registrato a giugno la maggiore contrazione della produzione manifatturiera da nove mesi a questa parte, nuova spia di un rallentamento della crescita nella decima economia mondiale. Lo ha annunciato la banca Hsbc. L’indice provvisorio pmi dei direttori d’acquisto pubblicato dalla banca è caduto a 48,3 a giugno da 49,2 di maggio (lo spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività è situato a  quota 50).

La frenata della Cina pesa al solito sui titoli del lusso: Ferragamo -2,6%, Tod’s -2,5%. Rimbalza Safilo +3,8% dopo la caduta della vigilia. Al contrario, l’indice pmi composito della produzione della zona euro è salito a 48,9 in giugno (47,7 a maggio), il valore massimo su 15 mesi. Ma resta comunque sotto quota 50. In Germania, in particolare, l’indice Pmi si è attestato a 50,9 punti a giugno dai 50,2 di maggio ma, come spiega Chris Williamson, capo economista di Markit (la società che realizza il rapporto) si tradurrà probabilmente in un dato di crescita piatto per il secondo trimestre o al più in una crescita dello 0,1%.

I titoli in rialzo a Piazza Affari non occupano le dita di una mano: Azimut +0,85% grazie alla promozione di Goldman Sachs. Atlantia guadagna lo 0,16%. Finmeccanica sale dello 0,95% sulle aspettative di possibili integrazioni con altre aziende del settore Difesa e Aeronautica. Fra le banche, Intesa scende del 3,17%, Unicredit -2,73%, MontePaschi -2,41%.

Forte ribasso per Banca Pop.Emilia -5,15% dopo le indiscrezioni su una ispezione di Banca d’Italia. Banca Popolare di Milano -3,06%. Mediobanca -1%. Oggi all’esame del cda il business plan che verrà illustrato domani alla comunità finanziaria. Mediaset -2,23% dopo la sentenza della corte costituzionale sul ricorso Berlusconi.

Rcs -2,26% ha comunicato ieri di aver accettato l’offerta vincolante di Prs per l’acquisto dei rami di azienda relativi a Astra, Novella2000, Visto e OK Salute, nonché del polo dell’enigmistica. Per quanto riguarda l’aumento di capitale in corso restano distanti le posizioni di Diego Della Valle e di John Elkann. Se non fossero acquistati i diritti d’opzione, le banche che garantiscono l’aumento salirebbero  oltre il 30%

Commenta