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Berlusconi: sì al governo Letta, ma approvi le nostre 8 leggi

Il Cavaliere: “Abbiamo preparato otto disegni di legge. Sono ciò che secondo noi è indispensabile e urgente fare. Daremo il via e sosterremo qualunque governo possa essere in grado di far approvare questi disegni di legge di cui l’Italia ha assolutamente bisogno” – Tra i punti spicca l’abolizione (e restituzione) dell’Imu sulla prima casa.

Berlusconi: sì al governo Letta, ma approvi le nostre 8 leggi

Berlusconi rilancia sul governo Letta. Al pressing per far entrare nel nuovo Esecutivo alcuni big del Pdl, il Cavaliere aggiunge precise indicazioni sul programma da seguire. E non si tratta di punti, ma di veri e propri Ddl: “Abbiamo preparato otto disegni di legge – ha detto Berlusconi parlando da Dallas per l’inaugurazione della ‘Presidential Library’ -. Sono ciò che secondo noi è indispensabile e urgente fare. Daremo il via e sosterremo qualunque governo possa essere in grado di far approvare questi disegni di legge di cui l’Italia ha assolutamente bisogno”.

Fra gli otto punti spiccano l’abolizione (e restituzione) dell’Imu sulla prima casa, la revisione Equitalia, le riforme del fisco e della giustizia e l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.  

Secondo il Cavaliere, “il nome di Letta non è importante. L’ importante è che ci siano un governo e un Parlamento per approvare provvedimenti urgenti. Sono molto preoccupato ma, essendo ottimista di natura continuo ad essere fiducioso e a combattere”.

Quanto alle poltrone ministeriali, le più bollenti sono quelle di Interni e Giustizia. Berlusconi vorrebbe al Viminale l’ex presidente del Senato, Renato Schifani, opponendosi alla riconferma di Annamaria Cancellieri (sembra che il Pdl non abbia gradito lo scioglimento per mafia di molti Comuni guidati dal centrodestra, come quello di Reggio Calabria).

Per il ruolo di Guardasigilli si parla della possibile riconferma del ministro uscente Paola Severino, anche perché sarebbe la più adatta a riaprire il dossier della legge anticorruzione da modificare. Le alternative sono Luciano Violante e Franco Gallo, attuale presidente della Corte costituzionale. Altre due caselle delicate sono il Lavoro – con il ballottaggio tra Renato Brunetta e Tiziano Treu – e lo Sviluppo economico, con il cruciale dicastero delle Comunicazioni, dove sono in ballo l’uscente Corrado Passera e l’ex ministro berlusconiano Paolo Romani.

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