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Benzina, Antitrust: “Continuare processo di liberalizzazione”

A dirlo è l’Antitrust, dopo una lunga indagine sulla rete distributiva dei carburanti in Italia – Le pompe bianche e gli impianti della Gdo hanno incrinato l’oligopolio delle compagne petrolifere, ma bisogna proseguire sulla via delle liberalizzazioni.

Benzina, Antitrust: “Continuare processo di liberalizzazione”

L’Antitrust, al termine di un’indagine durata più di 20 mesi, tratteggia il quadro della rete distributiva dei carburanti in Italia, un quadro in cui le oltre 2.000 “pompe bianche” e gli 82 punti vendita collegati a supermercati e centri commerciali hanno iniziato ad incrinare l’assetto oligopolistico delle “pompe colorate”, ovvero quelle legate alle compagnie petrolifere, che con oltre 22.000 punti vendita fanno, a livello quantitativo, la parte del leone.

Ma se si guarda all’erogato medio per tipologia di impianto, la graduatoria si capovolge: 7,2 milioni di litri per la Gdo, 1,6 milioni per le pompe bianche, 1,4 milioni per gli impianti colorati. La differenza è presto spiegata, come precisa l’Antitrust: “La gdo praticava prezzi da 9 a 13 centesimi di euro più bassi degli impianti colorati e da 1,5 a 5 centesimi di euro più bassi degli impianti bianchi”.

Le spinte concorrenziali, distribuite in maniera diseguale sul territorio italiano (la maggioranza è al Nord), non modificano i comportamenti delle compagnie tradizionale, il cui range di variazione dei prezzi medi mensili non supera mai il 2%. Per l’Antitrust emerge dunque “un panorama di interazione oligopolistica tra gli operatori integrati”. Per l’Antitrust, che nota “uno scenario dalla chiara connotazione collusiva”, il processo di liberalizzazione della rete distributiva deve proseguire e ampliarsi ulteriormente, sviluppano impianti indipendenti o legati alla Gdo.

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