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Benetton: ricavi in aumento dell’1,7%, utile in calo

Positivo il contributo di tutte le aree geografiche: +1,2% in Europa, +4,7% in Asia, +4,5% nelle Americhe. Il maggior tasso di crescita si registra in Russia (+39%), Corea del Sud (+11%) e Messico (+18%). Segno positivo per Italia (+1%) e Spagna (+4%), mentre soffre particolarmente la Grecia (-21%).

Benetton: ricavi in aumento dell’1,7%, utile in calo

Ricavi netti in aumento per Benetton, che nel primo semestre del 2011 ha registrato un incremento dell’1,7% (equivalente a 15 milioni) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Il risultato positivo è stato possibile grazie al contributo di tutte le aree geografiche: +1,2% in Europa, +4,7% in Asia, +4,5% nelle Americhe. I Paesi che, rispetto ai primi sei mesi del 2010, hanno evidenziato il maggior tasso di crescita sono stati: Russia (+39%), Corea del Sud (+11%) e Messico (+18%). La recessione non ha inciso particolarmente su Italia (+1%) e Spagna (+4%), mentre ha pesato notevolmente sulla Grecia (-21%). Più preoccupante, invece, la situazione dell’utile netto, che ha raggiunto i 30 milioni (3,3% sui ricavi), rispetto ai 40 milioni (4,5%) totalizzati nei primi sei mesi del 2010. Il margine lordo industriale ha raggiunto quota 403 milioni (44,4% sui ricavi netti), segnando una diminuzione (-22 milioni) rispetto ai 425 milioni (47,7%) del semestre di confronto. Il risultato operativo (Ebit) si attesta a 58 milioni, mostrando un calo in confronto ai 63 milioni del corrispondente periodo del 2010. Buone notizie, invece, in relazione all’indebitamento medio: complessivamente il costo del debito è cresciuto di 2 milioni, mentre sono negativi per 6 milioni gli effetti delle consuete operazioni di copertura dei rischi valutari che avevano generato un profitto di oltre 69 milioni nella prima metà del 2010. In corrispondenza alla diffusione del bilancio semestrale, le azioni del Gruppo hanno segnato un -0,69% a Piazza Affari.
Il Gruppo Benetton ha spiegato che “continuerà a mantenere un forte orientamento al contenimento dei costi generali e, in presenza di oneri non ricorrenti in un ammontare inferiore a quello dello scorso anno, si attende comunque una marginalità operativa in riduzione rispetto ai livelli del 2010”.

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