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Bei, tassi agevolati alle Pmi italiane. Ma l’offerta di crediti resta insufficiente

Sono quasi 60mila le aziende di piccole-medie dimensioni che hanno beneficiato dal 2006 a oggi delle agevolazioni della Banca europea per gli investimenti – Relazione del vicepresidente Dario Scannapieco davanti alla commissione Industria del Senato – “Ma solo il 30% delle imprese in Europa (e anche in Italia) ha pieno accesso al credito”

Bei, tassi agevolati alle Pmi italiane. Ma l’offerta di crediti resta insufficiente

Di fronte alla crisi, la Bei ha “sostenuto in Italia, dal 2006 a oggi, tramite la collaborazione col sistema bancario italiano, quasi 60mila piccole e medie imprese, concedendo loro tassi d’interesse molto interessanti e anche scadenze piu’ lunghe del normale”. E’ la sottolineatura del vicepresidente della Banca europea per gli investimenti, Dario Scannapieco, sentito dalla commissione Industria del Senato.

Il panorama che il rappresentante della Bei delinea e’ tinto di grigio: “La ripresa economica in Europa sta rallentando, anche se non si parla ancora di recessione – ha detto -. I rischi rimangono elevati: alla crisi del debito si associa una crisi di fiducia nelle istituzioni europee. Dopo un rimbalzo seguito alla crisi di Lehman Brothers c’e’ stata una ripresa che oggi e’ a rischio per la crisi del debito”, ha insistito Scannapieco. Con conseguenze sull’economia reale e sulle piccole e medie imprese “che sono una priorità di investimento della Bei: esse contribuiscono in parte rilevantissima per l’occupazione in tutta Europa”, dal momento che costituiscono il 95% delle aziende europee.

Ma la risposta effettiva alla domanda di credito rimane limitata. La percentuale di imprese che non ha avuto pieno accesso al credito e’ ancora alta, seppur in leggera diminuzione: il 30% in Europa e in Italia, con un picco del 40% in Spagna. Le banche continuano a aggiustare le condizioni del credito, anche se il tasso di aggiustamento sta rallentando. Ma “il sistema bancario europeo non è ancora fuori dalla crisi – ha detto Scannapieco – e in tali condizioni il credito alle piccole e medie imprese è chiaramente penalizzato”. E dunque la Bei sta “sviluppando sinergie con gli altri interventi che in Italia sono stati fatti a supporto di questo settore importante dell’economia. Stiamo lavorando ora sulle filiere, sulle reti di impresa, per fare in modo – ha spiegato Scannapieco ai componenti della commissione Industria – che le piccole e medie imprese possano collaborare di piu’ in alcune fasi della catena del valore.

“Quindi la Bei vorrebbe fornire un supporto a quelle piccole e medie aziende che cercano di aggregarsi per diventare un po’ piu’ forti”. E le strategie e le sfide della Bei per il prossimo futuro vengono sintetizzate in cinque punti: 1) proseguire nel sostegno alla piccole e medie imprese ottimizzando la combinazione degli strumenti a disposizione, sia nazionali che comunitari (e in questo senso la Bei partecipa al gruppo di lavoro del ministero dello Sviluppo Economico); 2) intensificare la collaborazione con Abi, Confindustria, Sace, Cassa depositi e prestiti; 3) promuovere la crescita e l’aggrezione tra imprese; 4) supportare la ricerca e l’innovazione, anche attraverso lo sviluppo di strumenti volti a condividere il rischio di credito con il sistema bancario: 5) incentivare i progetti di internazionalizzazione delle imprese italiane tramite la definizione di strumenti creditizi specifici e la capacita’ di fornire un supporto multi-paese

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