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Bce, Draghi: Eurozona verso stabilità, ma rimangono i rischi

Quanto alla Grecia, Supermario ricorda che “il Trattato proibisce alla Bce di contribuire agli aiuti fornendo propri fondi”, per questo “eviteremo qualsiasi trucco legale sui bond greci” – Francoforte potrebbe invece distribuire i profitti ottenuti dai titoli ellenici ai governi senza rompere il divieto: “Non sarebbe finanziamento agli Stati”.

Bce, Draghi: Eurozona verso stabilità, ma rimangono i rischi

Il premier greco Papademos, ex vicepresidente Bce e artefice dell’entrata della Grecia nell’euro, si è affrettato a chiamare il presidente dell’Eurotower per informarlo dell’accordo raggiunto con i partiti sulle misure di austerity. Ed è stato lo stesso Draghi a confermare la notizia in conferenza stampa. La palla è tornata così a super Mario, da cui il mercato si attende una decisione sul debito greco: ora la Bce parteciperà alle perdite sui bond greci o no? L’ipotesi è che i bond comprati dall’istituto centrale possano essere oggetto di uno scambio con l’Efsf, con una perdita di 11 miliardi, allo scopo di ridurre il debito di Atene. Draghi non si è però sbilanciato: “Nulla da dire”, ha risposto, precisando però che “la Bce attende l’esito del vertice Eurogruppo che si terrà stasera a Bruxelles”. Ma va ricordato che “il Trattato le proibisce di contribuire al piano di aiuti fornendo direttamente propri fondi. Eviteremo qualsiasi trucco legale sui bond greci”.

La Bce, dice Draghi, potrebbe invece distribuire i profitti ottenuti dai bond ellenici ai governi senza rompere il divieto di finanziamenti agli Stati: “L’Efsf è dei governi. Così se la Bce dà dei soldi ai governi si tratta di finanziamento, mentre se invece distribuisce parte dei suoi profitti ai suoi Paesi membri come parte delle quote di partecipazione al capitale della Bce, allora non è finanziamento”.

Draghi è poi tornato sul fiscal compact, che “testimonia la volontà degli stati europei, specie quelli maggiori, di rinunciare a parte della sovranità in materia di bilancio” cambiando anche le Costituzioni. Si tratta di un primo parziale passo verso l’unione di bilancio che “non significa un’unione di trasferimenti di risorse dove uno stato guadagna e l’altro spende”.

Intanto nella decisione sui tassi, Draghi ha lasciato invariato il costo del denaro, come nelle attese del mercato. “Non abbiamo discusso un cambiamento della politica dei tassi di interesse”, ha aggiunto Draghi in conferenza stampa, mentre si prepara alla seconda asta di rifinanziamento illimitato all’1% a tre anni di fine febbraio. La Bce è in grado di “gestire l’aumento dei rischi connessi all’ampliamento dei collaterali”, ha detto poi Draghi, aggiungendo che “le banche devono utilizzare i finanziamenti concessi dalla Bce con il programma Ltro perché non c’é biasimo da parte del mercato”. La Banca centrale ha confermato di essere decisa a continuare nel sostegno del funzionamento del sistema del credito e della finanza.

Sul fronte dello scenario economico”vi sono segni di stabilizzazione ma rimangono rischi”, l’Europa ha chiuso il quarto trimestre in maniera “molto debole” e la ripresa nel 2012 sarà “molto graduale”. L’inflazione è attesa ancora sopra al 2% per diversi mesi, prima di calare sotto tale livello. E sul tema caldo del lavoro in Europa il giudizio è chiaro: il mercato del lavoro in Europa ”dovrebbe vedere ridotte le rigidità e la flessibilità incrementata”.

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