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Basta mascherine all’aperto, ma sarà il Governo a decidere la data

Due date possibili: 28 giugno o 5 luglio, ma la prima è la più probabile – Il Comitato tecnico scientifico si è pronunciato e adesso l’ultima parola spetta al Governo

Basta mascherine all’aperto, ma sarà il Governo a decidere la data

Arriva il via libera del CTS: niente più mascherina all’aperto in zona bianca, pur mantenendo le distanze di sicurezza. Il CTS si è pronunciato su richiesta del presidente del Consiglio, Mario Draghi, anche se non ha voluto indicare una data specifica. Due le possibilità: lunedì 28 giugno quando l’Italia sarà tinta di bianco (con il passaggio dell’ultima regione gialla, la Valle d’Aosta) o in alternativa lunedì 5 luglio, guadagnando ancora tempo per la campagna vaccinale. Secondo gli esperti non ci sarebbero sostanziali differenze dal punto di vista epidemiologico tra queste due date. Per questo rimanda la decisione al Governo.

Quest’estate, dunque, non sarà obbligatorio tenere la mascherina anche all’aperto. Ciò non significa che ce la potremo dimenticare. In ogni caso andrà indossata in tutti gli spazi al chiuso e in generale sarà necessario averla sempre con sé nel caso di eventuali assembramenti. In ufficio, sui mezzi di trasporto ma anche nei bar e nei ristoranti, anche se non sarà obbligatoria mentre si è seduti e distanziati, la mascherina andrà indossata ogni volta che ci si alza dal proprio posto.

L’Italia non è il primo Paese che si muove in questa direzione. La Francia già dallo scorso giovedì ha detto addio all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, mentre in Germania si può rinunciare al dispositivo anche nei posti al chiuso, laddove l’incidenza è particolarmente bassa. Anche Spagna e Grecia si preparano all’arrivo dei turisti per la stagione estiva revocando l’obbligo di mascherine all’aperto.

Rimangono alcune preoccupazioni legate soprattutto alle varianti del Coronavirus, come per la Delta che si sta diffondendo velocemente nel nostro Paese. La paura maggiore è che queste possano vanificare tutti i sacrifici fatti finora per un ritorno alla normalità.

Secondo la stima pubblicata dal Financial Times sulla base delle sequenze genetiche del virus depositate nella banca internazionale di dati genetici Gisaid e dei dati provenienti dall’istituto di ricerca belga Sciensanocon, l’Italia è al quinto posto nel mondo fra i Paesi in cui è maggiore la circolazione della variante Delta. Inoltre, secondo le stime la variante Delta è dominante in Gran Bretagna (98%) e Portogallo (96%) e a seguire Stati Uniti (31%), Italia (26%), Belgio (16%), Germania (15%) e, infine, la Francia (6,9%).

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