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Basilico (Kairos): “Questo rialzo di Borsa non è effimero”

INTERVISTA A PAOLO BASILICO – Secondo il fondatore di Kairos ci sono diversi elementi che hanno cambiato in positivo il sentiment dei mercati e spinto al riposizionamento degli investitori: l’effetto Draghi, la ripresa Usa e la politica monetaria cinese – Kairos lancia Valore Italia – La novità del governo Monti – Il delisting Benetton.

Basilico (Kairos): “Questo rialzo di Borsa non è effimero”

La crisi non è finita, ma sui mercati il vento è cambiato. Lo prova anche l’effetto marginale che il caso Grecia sta avendo sulle Borse. E’ l’opinione di uno dei più attenti e raffinati protagonisti dell’industria finanziaria italiana, Paolo Basilico, fondatore e gran capo come presidente e ad di Kairos, la sgr che dieci anni fa fece conoscere agli italiani il volto positivo degli hedge. Secondo Basilico, ci sono diversi elementi che concorrono a sostenere il rialzo delle Borse: l’effetto Draghi con la liquidità immessa nel sistema bancario europeo, i segnali di ripresa dell’economia americana, la politica monetaria più accomodante della Cina. “Il rialzo – osserva il numero uno di Kairos – durerà probabilmente fino a quando non sarà completato il ribilanciamento e il riposizionamento degli investitori”. Cioè per almeno sei mesi e forse per tutto il 2012. Ecco l’intervista concessa da Basilico a FIRSTonline

FIRSTonline – Nella crisi fare previsioni sulla congiuntura e sui mercati è diventato ancora più difficile del solito: la gestione della crisi riserva sorprese ogni giorno (Grecia, Portogallo, agenzie di rating) e la volatilità dei mercati è elevata. La nebbia resta fitta, ma dall’inizio dell’anno le Borse sono tutte positive e da qualche giorno anche gli investitori esteri sembrano riscoprire l’eurozona e tornano perfino a comprare Italia: sono segnali effimeri o sui mercati il vento sta cambiando?

BASILICO – I mercati non sono saliti sugli abituali ottimismi di inizio anno ma su fatti concreti accaduti tra novembre e dicembre 2011. L’intervento della BCE meglio noto come LTRO, i dati della crescita dell’economia americana certamente superiori alle attese ed i primi segnali di easing monetario in Cina, a cui hanno fatto seguito di recente dichiarazioni analoghe di Bernanke. Questi fatti, tutti in qualche modo migliorativi del quadro economico-finanziario, sono avvenuti con un posizionamento degli investitori straordinariamente prudente a causa delle profonde paure del 2011. Il risultato di questa combinazione è il rialzo che stiamo registrando nelle ultime settimane. Non è quindi qualcosa di effimero e durerà fin quando questo ribilanciamento dei portafogli non sarà stato completato. In questo momento non è più razionale avere un portafoglio che sconti una crisi imminente dell’eurozona e le sue conseguenze deflazionistiche a livello mondiale, perquanto tutto resti ancora fragile.

FIRSTonline – L’Italia e l’euro sono stati in queste settimane l’epicentro della crisi ma ora sembra che i mercati annusino la salvezza e la rinascita dell’Italia e della moneta unica: è un’impressione esatta? E quanto conta l’azione dei due SuperMario per uscire dalla crisi?

BASILICO – Tra i fatti sopra descritti non vi è dubbio che l’intervento della BCE sia stato il più pesante in termini di effetti concreti. Monti ha riportato un bene primario al nostro Paese, che è la credibilità e la fiducia. Ma deve adesso dimostrare di saperci ridare anche la crescita economica senza la quale rischiamo un percorso di depauperemento lento ma costante delle risorse industriali e finanziarie.

FIRSTonline – Anche la politica talvolta può sorprenderci: immaginava che il Governo Monti potesse mettere in campo riforme che l’Italia aspettava da vent’anni e potesse in pochissimo tempo recuperare tanta credibilità internazionale? La comunità finanziaria milanese e l’industria finanziaria italiana come vivono e che cosa s’attendono ora dal governo Monti?

BASILICOCredo che il tema del lavoro sia centrale per capire se riusciremo a tornare ad essere competitivi. Se dovessi indicare l’obiettivo chiave che ci si attende da Monti in questa fase due è proprio questo. Non a caso mi sembra che il premier si stia spendendo molto ed in prima persona su questo punto, ricevendo critiche a mio giudizio largamente attese ma immeritate. E’ questa la partita decisiva per l’Italia.

FIRSTonline – L’immissione di liquidità senza limiti della Bce nel sistema bancario sembra indicare la via d’uscita definitiva alla crisi: si dice che basterebbe un piano bazooka contro il rischio sovrano e che il nuovo fondo salva-Stati o la Bce annunciassero la possibilità di interventi illimitati a sostegno dei titoli di Stato dei Paesi europei più indebitati per stroncare la speculazione? Qual è la sua opinione e pensa che i tedeschi si convinceranno in tempo utile dopo il fiscal compact?

BASILICO – Con LTRO abbiamo eliminato il rischio di default di qualche banca europea,anche di grandi dimensioni. Non è poco. Ma la governance dell’eurozona è un sistema complesso, nel quale permangono ancora meccanismi (vedi EBA) che possono essere distruttivi. La crisi è stata certamente rinviata ma sarebbe illusorio pensare che non possa riproporsi. Purtroppo non mi aspetto visioni europeiste della Merkel da qui alle elezioni. Dobbiamo fare molto da noi e sperare che la ripresa economica americana ci dia’ un po’ di fiato per guadagnare tempo.

FIRSTonline – L’anno scorso l’America – sia in Borsa che con i suoi bond – è stato un porto sicuro per il risparmio anche in anno di crisi globale: sarà così anche in quest’anno elettorale?

BASILICO – Sì, credo di sì. Da un punto di vista di rischio e volatilità mi sembra il mercato più sicuro. Da un punto di vista di performance 2012 potrebbe essere diverso, perché ci sono molti listini nel mondo, dall’Italia alla Cina, che potrebbero beneficiare di un mean to reversion molto più significativo se l’anno si confermerà “normale”.

FIRSTonline – Un gestore innovativo e indipendente del risparmio come Kairos come si orienta nell’asset allocation in un momento così incerto?

BASILICO – Abbiamo puntato su alcune aree dell’obbligazionario e più in generale anche noi abbiamo riequilibrato il rischio dei portafogli alla nuova situazione. Ma manteniamo alto il principio della prudenza e della diversificazione perché è ancora tutto troppo incerto per orientare l’asset allocation su un unico scenario. Abbiamo approvato un fondo che si chiama Valore Italia. Un fondo chiuso a 3 anni con commissioni tipo private equity, ovvero spostate al momento dell’eventuale plusvalenza da parte dell’investitore. E’ disegnato soprattutto per gli investitori ed è chiaramente una scommessa sul fatto che Piazza Affari possa recuperare un po’ dell’enorme terreno perso dal 2000.

FIRSTonline – Non crede che la presenza dirompente dell’algo-finanza degli HFT (cioè degli high frequency traders, i nuovi, potenti ma sconosciuti padroni delle Borse) che fanno leva su algoritmi che regolano computer e scambi ultraveloci renda ancora meno democratici i mercati e tenga lontano i risparmiatori seminando sfiducia? Non sarebbe ora di regolarli?

BASILICO – Assolutamente sì. E’ sorprendente quanto poco sia stato fatto per migliorare il funzionamento dei mercati. Questo crea il rischio di interventi politici populistici, tipo Tobin Tax, che credo siano sbagliati ma che si nutrono del sentimento antibanche ed antifinanza. In America devono aprire il dossier di riforma degli operatori e degli strumenti dei mercati finanziari, ma ben che vada se ne parlerà dopo le elezioni.

FIRSTonline – Torniamo a Piazza Affari il delisting di Benetton ha il sapore di uno choc: è la fine di una dinastia o della Borsa italiana?

BASILICO – Il delisting di Benetton è un’altra faccia della crisi che stiamo vivendo dal 2007. D’altronde se tutta l’attenzione politica rimane sul debito sovrano non possiamo stupirci se i mercati dei capitali si ridurranno all’osso, almeno in Paesi come l’Italia. Se poi questo sia compatibile con un Paese che deve ricominciare a crescere…


CHI E’ BASILICO
Paolo Basilico è Presidente e amministratore delegatodi Kairos. Dopo un’esperienza pluriennale maturata presso le principali realtà finanziarie italiane, quali Banca Manusardi, Mediobanca e Giubergia Warburg – dove ha ricoperto la carica di amministratore delegato dal 1991 al 1999 – fonda nel giugno del 1999 il gruppo Kairos, con l’obiettivo di creare una “via alternativa” alla grande industria del risparmio gestito.

Kairos è oggi una della pochissime realtà indipendenti del settore, un gruppo con 115 dipendenti, 7 partner, sedi a Milano, Roma, Torino e nelle principali piazze finanziarie internazionali. Per 5 anni migliore società di gestione in Italia secondo il sondaggio internazionale Extel, Kairos gestisce complessivamente una massa di 5 miliardi di euro.

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