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Bankitalia: torna fiducia sui conti italiani, ma pesa l’incertezza politica

Nel suo nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria Via Nazionale scrive che la stabilità finanziaria dell’area euro è messa a rischio dalle banche “che continuano a risentire del deterioramento della qualità dell’attivo, della bassa redditività e della difficoltà di raccogliere capitale di rischio” – Nessun rischio bolla per il mercato immobiliare italiano.

Bankitalia: torna fiducia sui conti italiani, ma pesa l’incertezza politica

Il calo dei tassi d’interesse sui titoli di Stato e la ripresa degli acquisti esteri “denotano un ritorno di fiducia nella sostenibilità dei conti pubblici italiani“. I maggiori rischi per il nostro Paese arrivano invece dalla crescita debole e dall’incertezza sull’evoluzione del quadro politico, che minaccia l’azione di riforma. Lo scrive Bankitalia nel suo nuovo rapporto sulla stabilità finanziaria, che sottolinea come “gli spread sovrani particolarmente elevati che si registrano in più Paesi a causa dei timori di reversibilità dell’euro, se persistenti, deprimerebbero la crescita”. Le stime mettono comunque in allarme sul rischio persistente della reversibilità dell’euro e “un’eventuale allargamento dello spread di 100 punti”, che secondo via Nazionale “abbasserebbe la crescita del Pil di quasi tre decimi di punto in ciascuno dei prossimi due anni”. 

BANCHE: UTILI PEGGIORANO, SI IMPENNANO LE SOFFERENZE

La stabilità finanziaria dell’area euro è messa a rischio dalle banche “che continuano a risentire del deterioramento della qualità dell’attivo, della bassa redditività e della difficoltà di raccogliere capitale di rischio, con ripercussioni sull’offerta di credito”, scrivono ancora da Palazzo Koch. Inoltre, “il debole quadro macroeconomico continuerà presumibilmente a gravare sul margine di interesse delle banche europee e ad accrescere i tassi d’insolvenza delle imprese, richiedendo cospicui accantonamenti a fronte dei rischi di credito”.

Per via Nazionale, “tale prospettiva è avvalorata dal progressivo peggioramento delle attese sugli utili delle banche: attualmente gli analisti finanziari stimano che una ripresa dei profitti rispetto ai livelli dello scorso anno si avrebbe solo dal 2014”.

Quanto al “persistere di un elevato costo del capitale di rischio”, si tratta di un fattore che “scoraggia ulteriori operazioni di rafforzamento della base patrimoniale; tali operazioni, che negli anni passati hanno costituito la principale modalità attraverso cui le banche hanno ridotto la leva finanziaria (sotto forma, in diversi paesi esteri, di ingenti iniezioni di capitale pubblico), potrebbero consentire agli intermediari di limitare le ripercussioni sull’offerta di prestiti di un peggioramento del merito di credito della clientela”.

Il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti alle imprese ha superato il 3% all’inizio di quest’anno ed è ai massimi da circa 15 anni (1997). L’impatto della recessione ha portato la Banca d’Italia ha disegnare una curva di nuove sofferenze sulle imprese nel 2013 nettamente più alta rispetto a quella tratteggiata sei mesi fa. Via Nazionale stima che il picco si raggiungerà a metà 2013. Stabile, invece, la situazione delle famiglie: “Non ci sono tensioni sui crediti alle famiglie” spiega il vicedirettore generale Fabio Panetta alla presentazione del rapporto.

MERCATO IMMOBILIARE, NESSUN RISCHIO BOLLA

Continua a mostrare segni di debolezza il mercato immobiliare italiano. E i prezzi delle case, nei prossimi mesi, dovrebbero scendere ancora. Nei primi sei mesi del 2012, “il numero delle compravendite di abitazioni ha subito una netta flessione – scrive ancora Bankitalia -, dimezzandosi rispetto ai massimi toccati nel 2006”. I prezzi delle case, “pressoché invariati nell’ultimo triennio, sono in leggera flessione dalla fine dello scorso anno”.

In Italia “il mercato immobiliare – si legge nel Rapporto – mostra debolezza: dalla fine dello scorso anno la flessione delle compravendite si accompagna a una moderata riduzione dei prezzi delle abitazioni; tali andamenti riflettono la contrazione del reddito disponibile reale delle famiglie e le tensioni nelle condizioni di offerta di credito”.

Dunque “non emergono indicazioni di sopravvalutazione degli immobili. Il calo dei prezzi dovrebbe proseguire nei prossimi mesi; potrebbe prolungarsi qualora le prospettive di ripresa economica dovessero allontanarsi. Eventuali effetti sulla qualità degli attivi bancari sarebbero modesti”.

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