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Bando periferie bloccato, i Comuni contro il Governo

Fondi per 1,6 miliardi fermati dal decreto Milleproroghe. I sindaci ricorrono ai TAR ed alla Corte costituzionale. Da Nord a Sud coro unanime contro il premier Conte e le sue illusorie promesse. 

Bando periferie bloccato, i Comuni contro il Governo

Sono quasi pronti i ricorsi ai TAR e quello alla Corte costituzionale contro il taglio ai finanziamenti per le periferie. Antonio De Caro, Presidente dell’Associazione dei Comuni e Sindaco di Bari, ha annunciato la forte e clamorosa iniziativa per recuperare i 1,6 miliardi tagliati ad agosto con il decreto Milleproroghe.

Una mazzata per 330 Comuni che avevano progettato interventi di risanamento ambientale di integrazione sociale. Le critiche dal basso e i tavoli di discussione di queste settimane non hanno fatto fare passi avanti alla vicenda, né accresciuto le speranze per i Comuni di riavere i soldi. Sul tappeto ci sono i provvedimenti dei governi Renzi e Gentiloni oggi visti, purtroppo, oggi come fumo negli occhi. Anche se così non è, per la miriade di problemi insisti nella Scampia di Napoli, nello Zen di Palermo, nell’hinterland di Bologna e via dicendo.

La Conferenza Unificata già prevista per il 20 settembre è saltata. Non ci resta altra strada, dice l’Anci, che partire con ricorsi alla giustizia amministrativa ed alla Corte costituzionale. Non intendiamo – spiega De Caro – tornare ai tavoli di confronto con il Governo fino a quando non vedremo provvedimenti che vadano nella direzione annunciata dal presidente Conte. Il capo del governo si era impegnato a valutare lo stato di avanzamento dei progetti, lasciando aperta una porta alla ripresa dei dialogo con i sindaci.

Una prospettiva che doveva in qualche modo legarsi alle motivazioni che avevano spinto i governi precedenti a prendere atto delle condizioni difficili in cui vivono milioni di famiglie. Progetti ponderati, industriali, insomma, non “pedaggi politici” a questo o quello.

Più volte su questo giornale abbiamo ricordato l’impegno professionale di Renzo Piano per la ricostruzione di un tessuto urbano, sociale ed economico delle nostre banlieues. Luoghi di una non vita da riportare alla dignità collettiva ed alle regole della convivenza, investendo risorse pubbliche (sicuro volano per quelle private). L’ambiente e le strutture recettive prima di tutto, ma anche biblioteche, centri sportivi, sedi associative. Da Reggio Emilia ad Agrigento i primi cittadini hanno già affidato ai legali le pratiche contro il Milleproroghe. Ai cittadini di Agrigento, commenta il Sindaco Lillo Firetto, sono stati scippati complessivamente 33 milioni di euro. Perché ai fondi statali si sarebbero aggiunti anche i soldi dei privati. Stiamo facendo gruppo contro una decisione sconsiderata. Conte aveva accennato alla possibilità di un decreto correttivo .

Un provvedimento che non compare nell’agenda del governo, nonostante le scadenze del DEF. Ma ci sarebbe poi posto per nuove risorse? A  Reggio Emilia  il Comune ha dato mandato ad un pool di legali per depositare il ricorso a strettissimo giro. La Corte costituzionale, da parte sua, dovrà pronunciarsi sulla violazione degli articoli gli articoli 97 e 114 della Costituzione riguardanti i bilanci comunali e le attribuzione dei poteri ai Comuni. I finanziamenti sono stati bloccati fino al 2020. Un tempo troppo lungo per sperare di ricostruire le periferie con gli stessi soldi del 2016.

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