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Banche sotto tiro e petrolio sotto i 40$, ma il Nasdaq è al record

La speculazione sulle banche italiane non molla, ma c’è anche un’altra emergenza: il petrolio è crollato sotto i 40 dollari a barile – Spinto da Alphabet e Google, il Nasdaq è vicino al record – Oggi i conti di Intesa – Per Unicredit aumento di capitale inevitabile – Il mercato apprezza il piano Mps

Banche sotto tiro e petrolio sotto i 40$, ma il Nasdaq è al record

La crisi delle banche è tutt’altro che finita con gli stress test, a giudicare dalla reazione dei mercati. Ma agosto si è aperto con una nuova emergenza: il crollo del petrolio, scivolato sotto i 40 dollari. Il greggio americano tratta a 39,93 dollari, il brent è caduta ieri sera a 41,92 dollari da 43,85. Rispetto ai prezzi di inizio giugno, poso sopra i 50 dollari, il calo ha superato il 20 %.

La caduta del petrolio non è la sola novità di inizio mese. Il Nasdaq, sotto la spinta di Alphabet e Google, è ad un passo dal record storico. Intanto il Giappone aspetta il piano di Shinzo Abe. Insomma, ancora una volta agosto si profila un mese caldo per i listini.

Andamento a più velocita per le borse americane. L’indice S&P 500, dopo aver segnato un nuovo record nel corso della seduta, ha chiuso in ribasso dello 0,13%, sotto la pressione dei titoli petroliferi. Giù anche il Dow Jones (-0,15%). Il Nasdaq (+0,43%) è invece salito ai massimi dal 21 luglio 2015, a quota 5.184,20.

Frena Tokyo (-0,9%) in attesa degli annunci del governo. Oggi Shinzo Abe svelerà i dettagli del piano di stimoli all’economia (28.000 miliardi di yen, ovvero 277 miliardi di dollari), solo in parte però frutto di nuova spesa. Il tifone Nida ha provocato la sospensione degli scambi ad Hong Kong. Stanotte la banca centrale dell’Australia ha tagliato i tassi di interesse, una riduzione di un quarto di punto percentuale a 1,5%. Sidney però scende dello 0,4%.

MILANO -1,7%: DI NUOVO LA BORSA PEGGIORE

La miscela di banche e petrolio si è rivelata tossica per i listini europei. A Milano, come sempre la Borsa peggiore quando sale la tensione sulle banche, la seduta si è chiusa con l’indice FtseMib in ribasso dell’1,7% a 16.554 punti. La Borsa di Parigi ha perso lo 0,7%, Madrid -0,9%, Francoforte ha chiuso in parità. Si profila stamane un’apertura poco mossa per le Borse europee. L’Appuntamento più importante riguarda i conti trimestrali di Banca Intesa. Sotto i riflettori anche il cda di Commerzbank.

GLI HEDGE ATTACCANO IL GREGGIO: E L’ARABIA TAGLIA I PREZZI

Gli hedge funds hanno ripreso a scommettere sul calo del greggio. In occasione dell’ultima scadenza dei contratti del 26 luglio scorso, le posizioni al ribasso sono salite di 56 milioni di barili mentre sono in pratica scomparsi i compratori a termine. La speculazione conta su vari fattori: la ripresa della produzione dello shale oil Usa, l’alto livello delle scorte in Usa e, soprattutto, sull’aumento delle vendite dei produttori. Continuano a salire le esportazioni dell’Iran, si riaffaccia sul mercato la Libia. Non meno importante, ieri l’Arabia Saudita ha tagliato i prezzi dell’export verso i Paesi asiatici.

L’inversione di tendenza ha provocato immediate conseguenze sulle Borse. L’indice S&P Energy a New York ha perduto il 3,3%. Chevron -3,3%, Exxon -3,1%. I listini europei hanno registrato solo in parte il tonfo dei prezzi. L’indice Stoxx europeo in ribasso dell’1,6%. A Piazza Affari Eni è scesa dell’1,9%, Saipem-2,3%, Tenaris -2,6%. 

ALPHABET E APPLE IN RALLY GRAZIE A MEDICINA E… DIDI

Giornata campale ieri per i titoli tecnologici. Continua la marcia di Apple (+1,8%) che dal giorno dei risultati ha messo a seno un rialzo del 9%. La società cinese Didi, nella quale Apple ha annunciato in maggio di aver investito 1 miliardo di dollari, ha comprato le attività cinesi di Uber. L’operazione si configura come una fusione. Il soggetto post aggregazione dovrebbe valere 35 miliardi di dollari. Uber, dopo aver investito oltre due miliardi di dollari in Cina, ha deciso di gettare la spugna e rinunciare ai programmi di espansione nel Paese.

Alphabet +1,2%. L’ex Google è salita oltre quota 800 dollari (nuovo massimo) sulla spinta dell’alleanza con l’inglese Glaxo. i due gruppi daranno vita a una joint venture chiamata Galvani Bioelectronics (45% Alphabet e 55% Glaxo), che investirà oltre 700 milioni di dollari nei prossimi sette anni nella medicina bioelettronica il nuovo campo delle medicina che mira a intervenire su malattie croniche impiantando nel corpo dei pazienti apparecchi elettronici miniaturizzati, in grado di modificare i segnali elettrici che passano lungo i nervi. I ricercatori della Glaxo sono convinti che in una decina di anni attraverso questo procedimento potranno essere curate malattie come artrite, diabete e asma. 

Assai più contrastato l’andamento delle società controllate da Elon Musk dopo la decisione di fondere Solar City (-7,4%) e Tesla (-2%).

BANCHE, GLI STRESS TEST NON CONVINCONO I MERCATI

L’Europa e l’Italia in particolare restano concentrate sul nodo del credito. Il verdetto degli stress test, che hanno decretato la solidità di 50 delle 51 principali banche europee, non ha convinto i mercati. Fra gli analisti serpeggia il dubbio che i test non siano stati abbastanza incisivi. L’indice Stoxx del settore è sceso dell’1,8%.

In Europa sono scese Société Générale (-3,7%), Bbva (-3,4%), Santander (-1,9%) e Deutsche Bank (-1,7%). 

Non è andata meglio alle banche italiane. Secondo JP Morgan, eccetto MontePaschi, le quattro banche sottoposte agli stress test potrebbero restare sotto pressione fino a quando non sarà completato il piano di cessione dei Non performing loans di Montepaschi.

AFFONDA UNICREDIT: L’AUMENTO È ORMAI SCONTATO

A pagare il prezzo più alto è stata Unicredit. Dopo un avvio in rialzo insieme a tutte le altre banche, il titolo ha drasticamente cambiato direzione lasciando sul terreno il 9% a 1,995 euro nel finale di seduta. La pessima performance si giustifica, in parte, con l’esito dell’esame europeo, superato dalla banca milanese a grande fatica (solo cinque banche hanno fatto peggio nel test).

Soprattutto, però, pesa la sensazione, avvalorata dal giudizio degli analisti, che la banca dovrà presto procedere a una robusta iniezione di mezzi freschi, almeno 5-6 miliardi, in massima parte facendo ricorso ad un aumento di capitale. E non sarà facile. “La mancanza di visibilità sulla gamma di misure che il nuovo management della banca metterà in campo ci fa essere cauti”, commenta Ubs.

Domani la Banca di piazza Gae Aulenti annuncerà i conti semestrali. In calo anche la controllata FinecoBank (-1,1% a 5,25 euro): la Banca multicanale ha comunicato che nel secondo trimestre l’utile netto è salito a 66,5 milioni da 46 milioni di un anno prima.

SOTTO TIRO ANCHE INTESA, LA PRIMA DELLA CLASSE

Banca Intesa ha lasciato sul terreno il 3,5% nonostante l’azienda sia risultata l’istituto più solido del Vecchio Continente. Oggi saranno annunciati i conti dei primi sei mesi, l’occasione giusta per dimostrare che è in corso un recupero di redditività della banca di sistema dell’economia italiana.

Negativo il bilancio per il resto del settore, a partire dagli istituti che approveranno la semestrale in settimana. Ubi, che riunirà il cda venerdì, ha perso il 6,2%, Bper -5,6%, Pop.Milano -6,2%, Banco Popolare, dopo aver retto in terreno positivo fino alle 12, ha chiuso a -5%. 

MA AL MERCATO PIACE IL PIANO MONTE PASCHI

Ha fatto eccezione Monte Paschi (+2% a 0,3145 euro), cui non ha pesato il fatto di esser stata giudicata la banca peggiore, sul piano della solidità, tra l 51 prese in esame dall’Eba: in caso di scenario avverso, con una forte recessione dell’economia per tre anni, l’istituto finirebbe ad avere un Common Equity Tier 1 (Cet 1) addirittura negativo del 2,2%.

Ma il mercato ha dimostrato di apprezzare il piano di rilancio approvato dalla Bce che prevede la cessione di tutti i crediti deteriorati del gruppo. Gli azionisti saranno comunque chiamati a un forte sacrificio perché tutto il piano si completa con un aumento di capitale da 5 miliardi, che sarà varato dopo la cessione dei Npl.

L’aumento sarà garantito da un consorzio di otto banche internazionali, guidate da Mediobanca e JP Morgan. Per Exane si tratta di un piano “ben ideato”, anche se deve affrontare dei rischi legati alla sua realizzazione. Equita Sim conferma sul titolo la raccomandazione hold mentre porta il prezzo obiettivo da 0,35 a 0,34 euro. “il piano di spin-off della bad bank è risolutivo delle criticità ma l’entità dell’aumento da 5 miliardi rende la visibilità sull’operazione ancora bassa.

Chiusura moderatamente negativa per le assicurazioni: Generali perde lo 0,4%, UnipolSai -1,5%, Unipol -1,2%. 

AUTO: RALLENTA LA CRESCITA DELLE VENDITE, SALE LA QUOTA FCA

Attesa in Piazza Affari per l’impatto delle vendite dell’auto a luglio, in decelerazione anche in Italia come già in Usa. Fiat Chrysler (-1,1%) ha immatricolato in Italia nel mese di luglio 39.395 autovetture ottenendo una quota del 28,9%, in crescita rispetto al 28,38% di un anno fa.

Il mercato auto italiano registra a luglio un aumento di vendite limitato al 2,9% continuando di fatto il rallentamento della crescita già rilevata in giugno. Le previsioni per la seconda parte dell’anno restano positive, ma con una velocità decisamente più bassa dei mesi scorsi. Nel periodo gennaio-luglio la Motorizzazione ha in totale immatricolato 1.179.068 autovetture, con una variazione di +17,10% rispetto al periodo gennaio-luglio 2015, durante il quale ne furono immatricolate 1.006.867.

Tra gli industriali in terreno fortemente negativo anche Leonardo (-3,7%). 
Buon rialzo di Recordati (+1,2%).

VIVENDI A MEDIASET: ABBIAMO ALTERNATIVE IN EUROPA

Arretra Mediaset (-1,4%) mentre si inasprisce il duello con Vivendi: in un’intervista il Ceo di Vivendi ha detto che il gruppo francese può anche non fare nessun accordo con la società italiana della famiglia Berlusconi e cercare altri partner. E a proposito dell’accordo su Premium, Arnaud de Puyfontaine aggiunge: “Pensavamo di comprare una Ferrari, ma in realtà era una Fiat Punto”. 

RCS, IL TAR BOCCIA LE RICHIESTE DI DELLA VALLE

Nel lusso da segnalare la brusca discesa di Tod’s (-4,1%). Ma a guastare l’umore di Diego Della Valle è stata la notizia che il Tar del Lazio ha respinto la richiesta della cordata Imh, Diego Della Valle e Pirelli di annullare, previa sospensione dell’efficacia, il comunicato con cui Consob il 22 luglio ha deciso di non sospendere in via cautelare l’Opas concorrente di Cairo Communication, che ha vinto la partita per il controllo di Rcs.

Rimangono tuttavia “alla sede collegiale, sia nella fase cautelare sia nella fase di merito, tutte le questioni sia processuali che sostanziali prospettate con il ricorso”. Il tribunale amministrativo ha fissato per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 30 agosto.

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