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Banche: la paura del Covid-19 gonfia i depositi

Secondo il rapporto mensile dell’Abi, su base annua, i depositi bancari di famiglie e imprese sono cresciuti di 125 miliardi (+8%) – La preoccupazione per la pandemia modifica il comportamento dei risparmiatori e non è detto che sia una buona notizia

Banche: la paura del Covid-19 gonfia i depositi

Italiani popolo di risparmiatori, una narrazione ormai nota ai più. Ma c’è una tendenza che l’Abi, nel suo rapporto mensile su settembre 2020, ha messo in evidenza. I depositi bancari di famiglie e imprese si stanno gonfiando a dismisura. Una tendenza che mostra chiaramente quanto la preoccupazione sulle conseguenze economiche della pandemia di coronavirus stia avendo ripercussioni sul comportamento e sui consumi dei cittadini.

I soldi rimangono parcheggiati nei conti correnti, fermi, in attesa di capire cosa succederà nel prossimo futuro. I dati mostrano infatti come, a settembre, i depositi bancari siano cresciuti di 125 miliardi di euro su base annua e di 10 miliardi su base mensile, arrivando a sfiorare la cifra record di 1.682 miliardi di euro, quasi 100 miliardi in più rispetto al periodo precedente al lockdown (a fine gennaio l’importo era pari a 1.593 miliardi). In termini percentuali si tratta di un rialzo dell’8%, che segue il +7% (+110 miliardi) messo a segno ad agosto. 

“Questo incremento annuo di 125 miliardi di depositi in conto corrente, certificati di deposito e pronti contro termine, segnala l’atteggiamento prudente per fronteggiare l’incertezza e anche un possibile effetto delle risorse che le imprese hanno ricevuto con i finanziamenti garantiti che in parte sono parcheggiati in depositi in attesa di utilizzo”, ha spiegato il vicedirettore dell’Abi, Gianfranco Toriello. “Il risparmio non è di per sé negativo, è chiaro che ci sono comportamenti cautelativi che inducono a creare dei buffer di risorse per fare fronte a eventuali criticità. Per questo – aggiunge – bisogna ricreare condizioni di certezza e proseguire con le politiche economiche di governi e Unione europea, perché se la crescita dei depositi a causa dell’incertezza diventa un comportamento strutturale, fa venire meno delle risorse aggregate per l’economia”.

La crescita dei depositi è accompagnata da una forte contrazione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni. Negli ultimi mesi il ribasso è di circa 15 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -6,3%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta invece in aumento del +6,1% a settembre 2020.

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