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Banche italiane verso l’addio alla Russia? Intesa: “Esposti per 5,1 miliardi”. Unicredit: “Valutiamo uscita”

Intesa Sanpaolo ha fornito i dettagli sulla sua esposizione verso Russia e Ucraina “In corso valutazione analitica”. Il Ceo di Unicredit, Orcel: “Valutiamo uscita”

Banche italiane verso l’addio alla Russia? Intesa: “Esposti per 5,1 miliardi”. Unicredit: “Valutiamo uscita”

Dopo la fuga delle grandi aziende internazionali, adesso tocca alle grandi banche europee capire cosa fare delle loro attività in Russia. Tra esse ci sono Intesa Sanpaolo e Unicredit, entrambe presenti a Mosca ed entrambe esposte al Paese guidato da Vladimir Putin. 

Intesa Sanpaolo: i dettagli sull’esposizione verso Russia e Ucraina

La nostra presenza in Russia è oggetto di valutazioni strategiche”, aveva detto pochi giorni fa l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. La banca, che è presente in Russia con un istituto locale da 28 filiali e dà lavoro 976 dipendenti, ha fornito oggi le cifre precise relative alla sua esposizione e al rischio derivante dalla guerra scatenata da Mosca in Ucraina.

In una nota diffusa stamattina, Intesa ha fatto sapere che la sua esposizione verso controparti russe inserite nelle liste dei soggetti a cui si applicano sanzioni è pari a 200 milioni. A livello complessivo invece, l’ammontare dell’esposizione verso Russia e Ucraina “corrisponde ai crediti a clientela e banche delle controllate locali pari a circa 1,1 miliardi e del resto del gruppo pari a circa 4 miliardi”, specifica la banca, sottolineando che la situazione è “in corso di valutazione analitica ai fini del miglior presidio dell’evoluzione prospettica del profilo di rischio e nel contesto previsto da REPowerEU della Commissione Europea e dalla recente dichiarazione di Versailles con riferimento alla riduzione della dipendenza energetica dell’Unione Europea ben prima del 2030”, si legge nella nota.

I crediti a clientela russa sono pari a circa l’1% dei crediti a clientela totali del gruppo. Intesa ha chiarito infine che che oltre due terzi dei crediti a clientela russa “riguardano primari gruppi industriali, contraddistinti da consolidati rapporti commerciali con clienti appartenenti alle principali filiere internazionali e da una quota rilevante dei proventi derivante da export di materie prime, con scadenze per la quasi totalità entro il 2027”.

La posizione di Unicredit

“Stiamo completando una revisione urgente sulla Russia e stiamo valutando l’uscita” dal Paese, ha dichiarato ieri, martedì 15 marzo, l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, parlando all’European Financials Conference di Morgan Stanley. “Ovviamente sarebbe facile per me dire che lasciamo la Russia, è quello che tutti vogliamo fare, è quello che le nostre menti e i nostri corpi chiedono”. Bisogna però restare ancorati alla realtà. “Unicredit ha circa 4mila persone in Russia. Serviamo 1.500 aziende, di cui 1.250 sono europee che stanno cercando di staccarsi dal paese”, ha spiegato Orcel. “Quindi – ha proseguito – se da una parte sono scioccato per il conflitto e per le atrocità della guerra, devo anche bilanciare le conseguenze delle scelte che facciamo”. 

Il Ceo di Piazza Gae Aulenti ha ribadito che Unicredit ha un’esposizione di 7,5 miliardi verso la Russia in termini di perdita massima, vale a dire 200 punti base in termini di patrimonio. “Non abbiamo elaborato uno scenario su ciò che ci aspettiamo, penso sia prematuro – ha concluso -. Lo scenario cambia ogni giorno, quindi abbiamo considerato che l’intera cifra sia persa”.

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