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Banche, Grecia e Usa affondano la Borsa

A Milano la peggiore perfomance d’Europa a causa del trend negativo del comparto, sensibile alle incertezze su Atene – Nuovo tonfo per Mps: per Goldman Sachs è ancora in corso il collocamento delle privilegiate della Fondazione iniziato il primo giugno – Male anche Pop Milano per i timori di Bankitalia sul rischio creditizio del gruppo

Milano chiude il mercoledì di Borsa con il peggiore risultato tra i listini europei -1,44%. Una giornata contraddistinta da forti tensioni nel sistema finanziario internazionale. Pesano sui mercati la paura di una ristrutturazione del debito greco e le parole del capo della Fed, Ben Bernanke. Il governatore Usa aveva segnalato ieri che l’attuale ‘quantitative easing’ (la politica monetaria iperespansiva) potrebbe concludersi il prossimo autunno. Le piazze europee hanno terminato le operazioni in terreno negativo. Londra ha segnato -0,95%, Parigi -0,88% mentre Francoforte ha registrato un -0,61%. In mattinata le borse asiatiche sono state in altalena, con Tokyo che ha segnato un +0,07% mentre Hong Kong bruciava un -0,91%.

La performance negativa dell’indice Ftse Mib si spiega con il peso rilevante dei titoli bancari che, oltre a scontare la difficile congiuntura internazionale, devono rispondere alle pressioni derivanti dagli aumenti di capitale in atto o programmati per molti istituti. Ed è così che Banca Mps si avvicina alla ricapitalizzazione segnando un forte calo (-3,10%) dopo che ieri è stato deciso l’incremento del prezzo di acquisto dei titoli Fresh 2003. Primato negativo per il Banco Popolare (-4,34%), seguito da Ubi Banca (-3,28%) e Bpm (-2,72%), che continua a scontare l’incertezza intorno alla recente ispezione della Banca d’Italia. Unica blue chip in rialzo Bulgari (+0,25%). Più variopinta la situazione nell’indice All Share, dove spicca la buona performance di Bialetti (+5,68%) e Industria e Innovazione (+4,96%). In picchiata il titolo Maire Tecnimont a -14,64%, dopo la diffusione dei risultati delle operazioni in Brasile nel settore energy. Tra i bancari, il tonfo più forte è quello di Unipol (-7,87%).

Stabile la moneta unica, che chiude a 1,4575 dollari per euro. La rinnovata incertezza spinge al rialzo il prezzo dell’greggio che si riporta a 100,75$ il barile. L’oro, invece, chiude in lieve ribasso a 1538$ l’oncia.

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