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Banche e Catalogna azzoppano la Borsa

Un’altra giornata di passione per Piazza Affari (-0,6%) e per la Bolsa di Madrid (-0,9%) in attesa del pronunciamento catalano sull’indipendenza e sulla scia della nuova stretta della vigilanza Bce sui Npl, che penalizza i titoli bancari – Ancora sugli scudi Mediaset dopo l’exploit di ieri – In controtendenza Moncler, Saipem e Ferragamo

In un contesto internazionale positivo e con Wall Street che tocca nuovi record in avvio di seduta, le Borse dell’Eurozona chiudono in controtendenza, appesantite dalla questione catalana e dalle linee guida della Bce sugli Npl. Le banche italiane sono le peggiori, anche perché, come ricorda oggi il Fondo Monetario Internazionale, il 30% dei non performing loan della zona euro è loro. 

Piazza Affari si ferma in calo dello 0,63%, 22.335 punti, con Banco Bper, -2,14%, Banco Bpm -2,19% e Unicredit -1,97%, in fondo al listino. Fuori dal coro (e dal paniere principale) Carige, +9,13%, sulle attese di un successo dell’operazione di conversione dei bond subordinati in senior, dopo le notizie sulle adesioni all’operazione di Lme arrivate rispettivamente da Generali e Intesa Sanpaolo. Le vendite colpiscono invece Unipol -2,01%. Giù Atlanta, -1,4%, nel primo giorno dell’offerta per Abertis, che si chiuderà il 24 ottobre.

Tira il lusso, in scia ai risultati annunciati ieri sera dal colosso francese Lvmh: Moncler +2,47%; Ferragamo +0,75%; Ynap +0,55%. Ancora sugli scudi Mediaset, +1,78%. Il Biscione compie una repentina inversione di rotta a poche ore dalla chiusura, dopo essere rimasto in terreno negativo nella prima parte della seduta. Fra i petroliferi brilla Saipem, +1,73%. che ha annunciato nuovi contratti ottenuti in Cile e Messico per un valore complessivo di circa 350 milioni di dollari. 

Madrid cede lo 0,95%, mentre si sta alzando il sipario sul futuro della Catalogna (e conseguentemente della Spagna e dell’Europa), con il discorso del leader separatista Carles Puigdemont, alle 18. Francoforte -0,21%; Parigi -0,09%. In altra direzione Londra, +0,41%.

L’euro recupera terreno sul dollaro e torna sopra quota 1,18, spinto dai commenti di Sabine Lautenschlaeger, membro del board della Banca centrale europea, che ritiene opportuno avviare una riduzione degli acquisti asset dall’inizio dell’anno prossimo in un percorso di smantellamento del quantitative easing.

Oro in recupero, oltre i 1290 dollari l’oncia. Petrolio in rialzo, Brent +1,66%, 56,46 dollari al barile.

Il clima politico e le considerazioni del Fondo Monetario, che teme un rischio contagio per la zona euro, se la crisi politica spagnola non si sanerà (nonostante l’andamento dell’economia risulti superiori alle precedenti previsioni), pesano sulla carta italiana, sempre sotto pressione nei momenti delicati a causa del gigantesco debito pubblico. Il rendimento Btp 10 anni chiudo al 2,19%; lo spread con il Bund a 174.70 punti base, +1,69%. Gli investitori guardano anche agli sviluppi della politica interna, con il governo che ha posto la fiducia sulla legge elettorale, il cui esame è iniziato oggi dopo la richiesta avanzata dal Pd per evitare il rischio di franchi tiratori.

Fa peggio il decennale spagnolo: rendimento 1,72%; spread 127.10, +5,13%. 

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