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Banche, Draghi: “Aiuti di Stato possibili in circostanze eccezionali”

Il Presidente della Bce al termine del Consiglio Direttivo: “L’Italia può fare di più sulle sofferenze: serve un quadro normativo che crei un mercato efficiente degli Npl” – “Incoraggiante la tenuta dei mercati dopo Brexit” – Politica monetaria confermata: tassi al minimo storico.

“Le regole europee della direttiva Brrd contengono tutta la flessibilità necessaria per circostanze eccezionali”, che si verificano ad esempio quando “i mercati di smaltimento dei crediti deteriorati non funzionano e si vogliono evitare vendite incontrollate”, ma le valutazioni su come utilizzare questa flessibilità “spettano alla Commissione europea”. Lo ha detto giovedì il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. Il riferimento è alla situazione delle banche e alla possibilità di sostenerle tramite aiuti di Stato in deroga alle norme sul bail in, un tema di particolare rilevanza per gli istituti italiani, in primo luogo per Monte Paschi. Il problema dell’eccesso di Npl, del resto, “è molto importante” e “certamente va affrontato” con riforme adeguate, ha aggiunto Draghi.

Per le banche italiane quello delle sofferenze è un grave problema – ha continuato il presidente della Bce – e ci vorrà tempo per risolverlo, ma bisognerebbe essere consapevoli che più a lungo durerà e meno efficiente sarà il sistema bancario, e quindi meno in grado di trasmettere all’economia reale i benefici della nostra politica monetaria, dal momento che gli Npl pesano sui livelli di profittabilità. In Italia si può fare di più, ad esempio sviluppare un mercato funzionante di Npl, creando un quadro normativo che consenta di vendere e scambiare gli Npl facilmente”.

Quanto al clima d’incertezza seguito al voto in favore della Brexit, il board della Banca centrale europea “monitorerà molto da vicino gli sviluppi” economici e finanziari nell’Eurozona e, “se necessario a raggiungere i suoi obiettivi”, nei prossimi mesi “agirà utilizzando tutti gli strumenti a sua disposizione”, ha assicurato il numero uno dell’Eurotower. Sempre su Brexit Draghi ha poi ricordato che “si è parlato di un 0,2-0,5% in meno di crescita nei prossimi tre anni. Anche la Commissione ha dato una cifra simile. Penso, tuttavia – ha aggiunto – che dovremmo prendere tutte queste stime con grande cautela. L’incertezza è prevalente e il risultato alla fine dipenderà da quanto ci vorrà per completare i negoziati con Londra”.

In particolare, l’istituto centrale verificherà l’effettivo trasferimento all’economia reale delle misure monetarie fin qui varate. Sul versante finanziario, invece, Draghi ha notato che i mercati finanziari europei hanno mostrato una “incoraggiante tenuta” ai picchi di volatilità seguiti al referendum britannico, anche grazie all’annunciata disponibilità da parte delle banche centrali di continuare a fornire liquidità al sistema.

Quanto al futuro della politica monetaria, la Bce prevede di mantenere il costo del denaro ai livelli attuali, se non inferiore, “per un protratto periodo di tempo”, anche oltre il termine stabilito per il quantitative easing (marzo 2017). I tassi sono perciò confermati ai livelli più bassi di sempre: zero sulle principali operazioni di rifinanziamento, 0,25% sui rifinanziamenti marginali e -0,40% sui depositi custoditi per conto delle banche commerciali. A sua volta, il piano di acquisto di titoli da 80 miliardi di euro al mese potrebbe essere prolungato, “se necessario”.

Per quanto riguarda la crescita, i dati in arrivo dalla congiuntura, ha spiegato Draghi, “indicano una situazione di crescita anche nel II trimestre” dopo il +0,6% del primo, “ma a un ritmo più lento” rispetto alla prima parte dell’anno. 

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