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Autostrade: fuori i Benetton, entra Cdp, niente revoca

Duro scontro in consiglio dei ministri e accordo all’alba: ridimensionamento dei Benetton sotto il 10%, ingresso di Cassa depositi e prestiti, successiva quotazione in Borsa. Evitata la revoca della concessione, fondamentale la mediazione di Gualtieri – Balzo di Atlantia in Borsa – Il comunicato di Palazzo Chigi

Autostrade: fuori i Benetton, entra Cdp, niente revoca

Accordo all’alba su Autostrade dopo un duro scontro in Consiglio dei ministri: da un lato i ministri del Pd, dall’altro quelli del M5S e lo stesso Premier. Alla fine l’intesa: uscita graduale dei Benetton dall’azionariato di Aspi (Autostrade per l’Italia, controllata da Atlantia) e ingresso di Cdp al 51%. Autostrade per l’Italia accetta le richieste del governo ed evita la revoca della concessione. Saranno Mef e ministero delle Infrastrutture a portare avanti l’intesa raggiunta con molta fatica. In apertura di Borsa, il titolo di Atlantia finisce subito in asta di volatilità e balza di un teorico +18% a 13,62 euro.

Altissima la tensione a Palazzo Chigi e rinvio a tarda sera della riunione che si sblocca nelle prime ore del mattino: i ministri M5S e Conte arroccati sulla revoca, i ministri del Pd contrari alla revoca della concessione perché, ha spiegato la ministra alle Infrasfrtrutture e Trasporti Paola De Micheli, avrebbe comportato un potenziale risarcimento di 23 miliardi. Oltre all’impatto pesantissimo sull’affidabilità dell’Italia agli occhi degli investitori esteri – come Allianz e Silk road rappresentati nel capitale della società Autostrade (Aspi). De Micheli ha portato il parere dell’avvocatura dello Stato, che già si era espresso in marzo ma che il premier Conte aveva ignorato.

Il risultato della lunga nottata – il Cdm è iniziato alle 11 ed è fino alle 5,30 del mattino – è una soluzione che sarà complesso attuare ma che ha ottenuto il via libera da Aspi in una trattativa che si è prolungata durante tutta la notte.

Il percorso che è stato definito dovrebbe portare al ridimensionamento progressivo dei Benetton sotto al 10% dell’azionariato – soglia che esclude la possibilità di nominare un rappresentante in consiglio d’amministrazione -, poi con un’ulteriore diluizione in coincidenza con la quotazione in borsa di Aspi dopo scissione proporzionale da Atlantia.

Ai ministri Roberto Gualtieri, che ha portato sul tavolo del Cdm la proposta finale dell’azienda, e Paola De Micheli viene dato il mandato a definire gli altri aspetti dell’accordo che si articola su due fronti: da un lato l’uscita dei Benetton e l’ingresso di Cdp, dall’altro una revisione completa della concessione. Si apre dunque una nuova trattativa che dovrebbe durare da 6 mesi a un anno. Le interlocuzioni con Cdp dovranno iniziare entro il 27 luglio. A fine percorso, è prevista la quotazione con la trasformazione di Aspi in una società ad azionariato diffuso, con l’ingresso di nuovi soci e la riduzione della quota di Cdp. Sul tavolo il premier Giuseppe Conte fino all’ultimo tiene l’arma della revoca: “Se gli impegni assunti questa notte non vengono rispettati, sarà revoca”, spiega un ministro.

Fondamentale la mediazione del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha tenuto insieme le quattro diverse lettere che via via Aspi ha aggiornato nel corso della notte e le contrapposizioni all’interno del governo, fino alla soluzione finale. che include anche 3,4 miliardi di compensazioni da parte di Aspi e la rinuncia ai ricorsi legali, compreso quello sull’articolo 35 del Milleproroghe che ha tagliato l’indennizzo per la società concessionaria in caso di revoca della concessione.

Ecco il testo del comunicato di Palazzo Chigi:

Punti relativi alla transazione:

– Misure compensative ad esclusivo carico di ASPI per il complessivo importo di 3,4 miliardi di euro;

– riscrittura delle clausole della convenzione al fine di adeguarle all’articolo 35 del decreto-legge “Milleproroghe” (decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162); 

– rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario;

– aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte del concessionario;

– rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario, compresi i giudizi promossi avverso le delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) e i ricorsi per contestare la legittimità dell’art. 35 del decreto-legge “Milleproroghe”;

– accettazione della disciplina tariffaria introdotta dall’ART con una significativa moderazione della dinamica tariffaria.

Punti relativi all’assetto societario del concessionario

In vista della realizzazione di un rilevantissimo piano di manutenzione e investimenti, contenuto nella stessa proposta transattiva, Atlantia S.p.a. e ASPI si sono impegnate a garantire:

– l’immediato passaggio del controllo di ASPI a un soggetto a partecipazione statale (Cassa depositi e prestiti – CDP), attraverso:

– la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP;

– l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali;

– la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di CDP, con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi;

– la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di ASPI, con conseguente aumento del flottante.

In alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in ASPI, pari all’88%, a CDP e a investitori istituzionali di suo gradimento.

Aggiornato alle 09:20 di Mercoledì 15 luglio 2020

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