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Auto elettriche: le vendite si impennano, ma le colonnine scarseggiano

Nel mese di agosto le immatricolazioni di auto elettriche hanno superato quelle dei veicoli diesel, ma in Italia la rete di ricarica è in ritardo. Federauto: “Senza colonnine difficile convincere gli italiani a comprare veicoli elettrici”

Auto elettriche: le vendite si impennano, ma le colonnine scarseggiano


Gli italiani hanno cominciato ad acquistare le auto elettriche. Complici anche gli incentivi varati dal Governo, la discesa dei prezzi delle vetture a batteria e la maggior consapevolezza sui problemi ambientali che stiamo vivendo, le auto elettriche stanno diventando sempre più diffuse. Secondo i dati forniti da Jato Dynamics, infatti, in Europa ad agosto i veicoli elettrici e gli ibridi plug-in hanno registrato più immatricolazioni delle auto diesel. Parlando in numeri, nello stesso mese del 2020, il volume di auto elettriche era stato inferiore di 158.300 unità rispetto alle immatricolazioni di veicoli diesel, mentre ad agosto 2020 le vendite di auto elettriche hanno superato di oltre 10mila unità quelle dei veicoli diesel. Non solo, secondo un rapporto pubblicato da Meticulous Research, entro il 2028 l’industria delle vetture green potrebbe raggiungere un valore di mercato pari a 855 miliardi di dollari con un tasso di crescita medio annuo del +41%. Il problema però è che mentre il mercato progredisce, la rete di ricarica non riesce a tenere il passo. Il risultato è, purtroppo, scontato: le auto ci sono, le colonnine no. 

“Senza colonnine sarà molto difficile convincere gli italiani a comprare veicoli elettrici”, afferma Federauto, sottolineando che in base a quanto previsto dalla Manovra 2021, entro il 30 giugno si sarebbe dovuta realizzare sulle autostrade una rete di infrastrutture di ricarica ad alto potenziale. Tutto fermo però, perché il piano di copertura è bloccato.  Per cercare di ovviare al problema, l’Autorità di Regolamentazione dei Trasporti (Art) ha approvato una delibera stabilendo per fine febbraio 2022 la data ultima entro la quale pubblicare i requisiti per i bandi. “Tempi che risultano essere inadeguati e incompatibili con quelli previsti dagli obblighi comunitari e nazionali”, spiega ancora Federauto, parlando di “una situazione che ostacola in modo determinante la crescita del comparto e la transizione energetica, condizionando lo sviluppo di mercato dei veicoli elettrici per la esiguità dei punti di ricarica”. 
“La transizione energetica poggia su due pilastri fondamentali: le politiche di incentivazione per il rinnovo del parco auto circolante e la diffusione delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, sia nelle città che sulla rete autostradale”, spiega Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto “Senza queste leve non riusciremo a raggiungere gli ambiziosi obiettivi nazionali ed europei. È singolare che il PNRR punti giustamente sulla diffusione delle colonnine con un impegno di fondi e che, al tempo stesso, vengano ignorati degli impegni contenuti in una legge dello Stato. La mobilità elettrica – conclude De Stefani Cosentino – non può essere solamente uno slogan, peraltro disatteso dai fatti”.

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