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Australia, fuoco amico dei tories inglesi sul premier

Il primo ministro australiano Tony Abbott, grande sostenitore del carbone e noto scettico sulla questione dei cambiamenti climatici, si è trovato isolato: non solo da Obama ma anche dagli “amici” inglesi.

Australia, fuoco amico dei tories inglesi sul premier

In occasione del recente G20 a Brisbane il primo ministro australiano Tony Abbott, grande sostenitore del carbone e noto scettico sulla questione dei cambiamenti climatici, si è trovato isolato: il presidente Obama ha insistito per inserire nel comunicato finale un riferimento al riscaldamento globale e agli obiettivi di riduzione delle emissioni (il carbone è il fossile più inquinante). Ma ora sono anche i colleghi inglesi (sia i Tories che Abbott fanno parte dell’ala politica dei conservatori) a criticare il premier australiano.

Le sue posizioni scettiche sulla responsabilità umana nei cambiamenti climatici sono state variamente definite ‘eccentriche’, ‘incomprensibili’ e ‘flat-earther’ (una espressione che si riferisce a coloro che credevano che la terra fosse piatta). I critici includono il ministro per l’Energia nel governo Cameron, Lord Deben (un ex ministro nei governi della Thatcher e di John Major) e Tim Yeo (anch’egli ex ministro con la Thatcher).

Eppure fu proprio una grande figura dei conservatori come Margaret Thatcher che già 25 anni fa, in un discorso alle Nazioni Unite, invitò a mettere i pericoli del riscaldamento globale in cima alle priorità dei governi: «Sono gli esseri umani e le loro attività che stanno cambiano l’ambiente del nostro pianeta in modi dannosi e pericolosi».

La Gran Bretagna è all’avanguardia negli sforzi per ridurre le emissioni. Già nel 2008 aveva legiferato l’obiettivo di ridurre, al 2050, dell’80% (rispetto ai livelli del 1990) le emissioni inquinanti, e già oggi le ha ridotte del 25%. A giugno, David Cameron ha inaugurato il più grande parco eolico del mondo, con 175 turbine nell’estuario del Tamigi.  

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