Condividi

Asta deserta per il Casino dell’Aurora: si ritenta il 7 aprile

Nessuna offerta per l’asta dell’antica villa romana – A segnalarlo il sito di vendite di beni giudiziari che aveva pubblicato la procedura – Prossimo appuntamento fissato per il 7 aprile

Asta deserta per il Casino dell’Aurora: si ritenta il 7 aprile

L’asta del secolo è andata deserta. Il primo tentativo di vendita della villa seicentesca Casino dell’Aurora, l’unica struttura superstite di Villa Ludovisi, si è chiusa senza aggiudicazione. Nessuno ha messo sul “tavolo” l’offerta minima di 353.250.000 euro. A segnalare la notizia il sito “Fallco aste“, vendite di beni giudiziari che aveva pubblicato la procedura. Il prossimo appuntamento è il 7 aprile.

La corsa ad eventuali rilanci (di un milione) avrebbe dovuto concludersi in 24 ore, quindi il 19 gennaio alle ore 15:00. Ma non ce ne è stato bisogno. Da subito i 471 milioni della stima del bene erano stati giudicati una cifra “astronomica”, sebbene il valore della villa e delle opere al suo interno, primo tra tutti lʼunico dipinto murale di Caravaggio al mondo e il carro dell’Aurora affrescato dal Guercino.

Un risultato prevedibile dato che per la prossima asta il valore del bene sarà ribassato del 20%, un risparmio significativo per i potenziali acquirenti. A contendersela avrebbero potuto essere alcuni tra i paperoni più celebri, come Bill Gates e il sultano del Brunei che avevano già tentato di acquistare la proprietà come dichiarato dalla terza moglie dello scomparso principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, la principessa Rita Jenrette Boncompagni Ludovisi. Ma la vicenda è seguita da vicino anche dallo Stato italiano, che potrà sempre esercitare il diritto di prelazione con un’offerta pari a quella del futuro acquirente, solo una volta aggiudicato il bene.

Ed è proprio su questa “clausola” che tempo fa era stata lanciata una petizione su Change.org rivolta al ministro della Cultura, Dario Franceschini, per far sì che lo Stato italiano esercitasse tale diritto e bloccasse la vendita della storica dimora. Dal titolo “Sos cultura in svendita”, la petizione ha raccolto oltre 35mila firme, ma anche se decurtato del 20% la cifra rimane comunque alta per il dicastero. Solo se dovessero susseguirsi una serie di aste deserte la somma potrebbe ridursi notevolmente ed essere alla portata del ministero della Cultura.

Commenta