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Asta Btp a 5 anni: esito positivo, con rendimenti record da 14 anni (6,47%). Borse in ribasso

Il Tesoro ha deciso di accogliere integralmente le richieste pari a 1,42 volte l’offerta: 4,251 miliardi contro i 3 offerti – I rendimenti hanno raggiunto il 6,47%, tasso più alto dal maggio 1997 – Spread Btp-Bund a 466,7 punti base: stamattina sono cambiati i parametri di riferimento – A Piazza Affari bene le banche: Bpm al +3,6%, Mps +2%, Intesa +1,25%

Asta Btp a 5 anni: esito positivo, con rendimenti record da 14 anni (6,47%). Borse in ribasso

BTP, ASTA OK MA TASSI AI MASSIMI DA 14 ANNI. PIAZZA AFFARI RESTA DEBOLE: -0,44%

Nonostante l’esito positivo (non scontato) dell’offerta di titoli del debito pubblico, la Borsa di Milano viaggia in terreno negativo: l’indice Ftse Mib è sotto dello 0,44% a quota 14.786. In terreno negativo anche Londra -0,6% e Francoforte -0,5%. 

L’Italia ha venduto in asta oggi Btp a 5 anni per 3 miliardi di euro collocandoli ad un tasso del 6,47%. Si tratta del rendimento piu’ alto dal maggio 1997 ma il Tesoro ha deciso di accogliere integralmente le richieste pari a 1,42 volte l’offerta (contro le 1,47 dell’asta di novembre).

Il rendimento del Btp a 10 anni sale di 4 punti base a 6,69% e quello a 5 anni di 8 punti base a 6,77%. Il differenziale tra bond italiano a 10 anni e Bund tedesco è 466.7 punti base: stamattina sono cambiati i parametri di riferimento per i titoli di stato dell’Italia e della Germania.

L’euro si muove poco a 1,302 sul dollaro, sui minimi da gennaio ed è quasi piatto anche il petrolio tipo Wti a 99,8 dollari il barile (-0,3%). Recupera posizioni l’oro dopo due giorni consecutivi di ribassi molto forti: il future di riferimento sale dello 0,2% a 1636 dollari l’oncia.

A Piazza Affari avanzano le banche, corre soprattutto Intesa Sanpaolo +1,41% dopo la promozione a buy di Goldman Sachs. Unicredit è in rialzo dello 0,76%%. Unicredit sale dello 0,8% a 0,731 euro. Il titolo è in rialzo nonostante Goldman Sachs abbia tagliato il prezzo obiettivo sull’azione di Piazza Cordusio a 1,1 euro da 1,2 euro mantenendo il giudizio ”neutral”.

Il Financial Times anticipa che l’aumento di capitale dell’istituto potrebbe partire il 9 gennaio. Pare scontata la partecipazione di alcuni soci come le Fondazioni e Allianz. Rimane ancora incerta la posizione dei libici (7,6%) mentre nuovi azionisti esteri faranno probabilmente il loro ingresso: si parla di investitori cinesi e di un fondo sovrano del Qatar. Domani l’assemblea straordinaria darà il via all’iter. Intanto la banca starebbe per cedere le attività russe della controllata Pioneer Investments, secondo alcune indiscrezioni a comprarle potrebbe essere BNY Mellon. Gli analisti hanno portato a 0,35 euro (da 0,45 euro), il target price di Mps +1,60%.

Banca Popolare di Milano (+4%): procede in Borsa l’offerta dei diritti inoptati dell’aumento di capitale da 800 milioni di euro, pari al 18,3% dell’offerta ossia 146,3 milioni. Banca Popolare di Milano intanto sta procedendo con la raccolta delle deleghe per l’assemblea del bond a conversione obbligatoria 2009-2013, al 6,75%, che si terrà il prossimo 22 dicembre in prima convocazione. Tra i cambiamenti proposti al regolamento del bond (per 406 milioni di euro) c’è l’anticipazione della conversione al 2011 e la riduzione dello strike (prezzo di conversione) da 6 euro a 2,71 euro. Non è certo però che si riesca a raccogliere un numero di deleghe sufficienti a deliberare le modifiche al regolamento del bond che, pur migliorando le condizioni per gli obbligazionisti forte perdita (il prezzo di conversione è circa dieci volte il valore di Borsa del titolo).

Mediobanca – 0,18%: stamane l’istituto ha annunciato il varo di uno zero coupon da 500 milioni scadenza 2017. Doppia bocciatura per le compagnie assicurative italiane: ieri sera Fitch ha comunicato di aver rivisto al ribasso il rating di Generali  – 1,44%e Fondiaria Sai -0.93% , stamattina Barclays taglia il target price del Leone di Trieste a 14,2 euro da 15,10 euro e porta a 0,97 euro dal precedente 2 euro il target price della compagnia controllata dalla famiglia Ligresti.

Eni  (-0,89%). La società ha chiuso un contenzioso con il Kazakistan riguardante il giacimento di petrolio e gas di Karachaganak, gli accordi prevedono che KazMunaiGaz (KMG), compagnia di stato kazaka, acquisti il 10% delle quote del progetto di sviluppo con un esborso di un miliardo di dollari. La partecipazione sarà ceduta pro quota dalle società del consorzio che sono, oltre a Eni e BG, che hanno il 32,5% a testa, anche Chevron con il 20% e Lukoil con il 15%.
Deboli anche Fiat – 1,86% e Fiat Industrial -1,35% nel giorno della vernice della Panda.

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