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Assunzioni: nel 2022 278mila entrate nelle imprese culturali, 262mila nel turismo. Roma in testa

Secondo il report di Unincamere, Anpal e Tagliacarne 4 profili su 10 sono difficili da reperire – Roma al top per le richieste di personale

Assunzioni: nel 2022 278mila entrate nelle imprese culturali, 262mila nel turismo. Roma in testa

Nel 2022 le imprese culturali e creative hanno richiesto circa 278mila lavoratori, pari al 5,4% della domanda di lavoro complessiva delle imprese dei settori industria e servizi. Sono questi i numeri contenuti nel volume “Imprese e professioni culturali e creative, 2022” del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal e analizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne secondo cui ad attivare la domanda di lavoro sono state un insieme di imprese appartenenti ai quattro comparti “core” del sistema produttivo culturale e creativo: industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e intrattenimento.

Industrie culturali e creative: ecco i profili più richiesti

Secondo il report, alle 278mila richieste registrate nel 2022, si sono aggiunte poi ulteriori 20mila entrate programmate dalle imprese del Made in Italy a contenuto culturale e, soprattutto, quasi 362mila assunzioni collegate alle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale. 

Si tratta, spiegano gli esperti, di “una domanda di lavoro che presenta caratteristiche distintive rispetto agli altri settori economici anzitutto per la richiesta di figure professionali altamente qualificate“,capaci di “coniugare elevate conoscenze specializzate con talento e creatività”. 

Parlando in termini percentuali, il 40,6% delle assunzioni riguarda lavoratori laureati, mentre nel complesso dell’economia la quota è pari al 15,1%. Particolarmente elevata è anche la richiesta di esperienza (72,6% delle assunzioni programmate contro il 67,0% del totale imprese di industria e servizi) e quella di figure diplomate (36,6% delle assunzioni, contro il 28,7% dell’intera economia).

Tra le professioni più ricercate dalle imprese culturali e creative, spiccano gli analisti e progettisti di software nel settore-grafico pubblicitario con 20.920 assunzioni, seguiti dai tecnici esperti in applicazioni audio, video, gaming sempre nel settore grafico-pubblicitario (19.040 assunzioni). Andando avanti nella “classifica” troviamo: registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi (12.020 richieste), operatori di apparecchi per la ripresa e la produzione audio-video (9.850) e tecnici della produzione radiotelevisiva, cinematografica e teatrale (6.290). E ancora: ingegneri industriali e gestionali per il settore creativo e audio-visivo (4.590 assunzioni), addetti all’accoglienza e all’informazione nell’ambito storico-museale (4.550), così come stampatori (4.050), ingegneri civili e professioni assimilate (3.780) e tecnici web per i settori audio-visivo e grafico-pubblicitario (3.580).

Assunzioni: il mismatch è alto anche per le imprese culturali-creative

Nonostante i numeri più che positivi registrati lo scorso anno, altrettanto elevata è stata per le imprese del settore la difficoltà di reperimento per le figure richieste. Secondo il report, infatti, nel 2022 il cosiddetto mismatch si è attestato al 39,1%, con un aumento dell’8,4% rispetto al 2021. L’incremento è stato ancora più alto (+10,8% e +9,8%) per le assunzioni delle imprese del Made in Italy a contenuto culturale, con un mismatch che supera il 50% delle ricerche di personale, e del turismo a prevalente vocazione culturale, quasi al 38%.

Le quattro città dove si assume di più

A livello territoriale, sono le province di Roma con circa 63mila contratti, Milano con oltre 58mila contratti, Torino con oltre 16mila contratti e Napoli con circa 13mila contratti a programmare le maggiori entrate tra le imprese culturali e creative. 

Anche per quanto riguarda il turismo a vocazione culturale i più elevati flussi di assunzioni spettano a Roma con circa 40mila lavoratori ricercati e a Milano con oltre 33mila lavoratori. Seguono le province di Napoli e Venezia con rispettivamente oltre 27mila e circa 25mila assunzioni.

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