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Assemblea Carige al bivio tra i Malacalza e Apollo

Gli azionisti dell’istituto, chiamati a deliberare su bilancio e cda, attendono svolte sull’offerta del fondo Usa Apollo – La famiglia Malacalza, azionista di maggioranza di Carige, potrebbe presentare un piano alternativo – Cade il titolo in Borsa.

Assemblea Carige al bivio tra i Malacalza e Apollo

Giornata campo per i destini di Carige. E’ in pieno svolgimento, infatti, l’assemblea degli azionisti dell’istituto, chiamati a deliberare sul bilancio 2015 e sul rinnovo del consiglio di amministrazione, anche se a tenere banco è soprattutto la questione dell’offerta del fondo Usa Apollo. Sono presenti in assemblea rappresentanti del 42% dell’intero capitale dell’istituto.

Parlando del bilancio 2015, secondo il presidente dell’istituto Castelbarco, Carige “non ha necessità al momento di alcun aumento di capitale” e può vantare requisiti patrimoniali superiori alle richieste Bce, mentre il direttore finanziario Massimo Perona ha evidenziato che il “tema rilevante e critico” per l’istituto è “l’esposizione dei crediti deteriorati rispetto agli attivi” e l’unico obiettivo, dopo quattro esercizi in perdita, deve essere “il ritorno alla profittabilità”.

Gran parte dell’attenzione, come detto, sarà, però, concentrata sull’offerta del fondo Apollo, e sulla reazioni del nuovo consiglio che dovrà decidere se accettare o respingere la doppia proposta americana di acquisto delle sofferenze e aumento di capitale riservato. Un’offerta che avrebbe due effetti principali, quello di alleggerire la banca dal peso di 3 miliardi e mezzo di non performing loans, ma anche quello di toglierne il controllo dalle mani degli azionisti espressione del territorio, tra cui spicca la famiglia Malacalza, con una quota superiore al 17% dell’istituto.

Un tema, questo della perdita di potere italiano, e in special modo ligure, dall’istituto, su cui si è espresso chiaramente il governatore Giovanni Toti: “Carige è un patrimonio della Liguria che dobbiamo tenerci stretto. Se dovesse comprarla Apollo, il giorno dopo li chiamerò per chiedere cosa vogliono fare con la nostra banca, come avevo fatto con Malacalza”.

I riflettori, in questo senso, sono puntati proprio sulla famiglia Malacalza, da cui ci si attende un piano B. L’offerta di Apollo, infatti, comporterebbe una diluizione assai costosa per i Malacalza, che potrebbero decidere di vendere i crediti  deteriorati a un prezzo migliore rispetto a quello proposto da Apollo, facendo ricorso al Gacs (Garanzia per la cartolarizzazione delle sofferenze).

Una mossa, questa, che aprirebbe le parti ad un’aggregazione con un altro istituto. Le difficoltà di Carige, e le pressioni da parte delle Bce, però, potrebbero far propendere l’azionariato verso l’offerta di Apollo. Intanto Vincenzo Mariconda, rappresentante di Malacalza Investimenti, ha espresso una posizione fortemente critica sulla gestione della banca, nel corso dell’assemblea.

L’incertezza che circonda il futuro dell’istituto genovese sembra non giovare al titolo di Carige, che, dopo l’accelerazione degli scorsi giorni, oggi cede oltre il 3% a Piazza Affari nel primissimo pomeriggio. 

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