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Assegno unico e famiglie: guida in 5 punti

Chi ci guadagna? Chi, invece, rischia di ritrovarsi con meno aiuti alla fine del mese? Quali misure saranno assorbite dal nuovo sussidio? Ecco quello che c’è da sapere

Assegno unico e famiglie: guida in 5 punti

L’assegno unico per le famiglie prende forma. La legge che istituisce la nuova indennità (46/2021) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ma ancora non basta: servono i provvedimenti attuativi per definire i contorni della misura. Provvedimenti che non dovrebbero impiegare molto ad arrivare, visto che – nelle intenzioni del governo – la nuova forma di sostegno alle famiglie diventerà operativa dal primo luglio.

1) ASSEGNO UNICO: CHI CI GUADAGNA E CHI NO

Non sarà una novità di poco conto. Secondo l’Istat, il nuovo assegno unico garantirà un aumento di reddito al 68% delle famiglie, soprattutto perché coprirà anche i lavoratori autonomi, che al momento non ricevono gli assegni familiari. Saranno avvantaggiati anche i redditi molto bassi.

Al contrario, circa il 29,7% delle famiglie riceverà meno che in passato. Si tratta in particolare dei nuclei con figli over 21 a carico (che sono esclusi dalla norma), delle famiglie numerose, delle coppie di fatto e di chi possiede patrimoni mobiliari e immobiliari.

Solo per il restante 2,3% non cambierà nulla.

2) ASSEGNO UNICO: A CHI SPETTA?

Si ha diritto all’assegno unico dal settimo mese di gravidanza al 21esimo anno di età del figlio (purché sia ancora a carico).

3) A QUANTO AMMONTA?

L’importo dell’assegno dipende dalla situazione economica della famiglia, identificata dall’Isee. Per avere i dettagli su questo fronte bisogna aspettare i provvedimenti attuativi. Fin qui, si sa che l’importo massimo dovrebbe essere di 250 euro. Inoltre, chi già incassa il reddito di cittadinanza potrà richiedere anche il nuovo assegno unico.

4) COME VIENE PAGATO?

Le possibilità sono due: erogazione diretta o credito d’imposta.

5) QUALI MISURE SOSTITUIRÀ L’ASSEGNO UNICO?

In tutto, le misure sostituite sono sei:

  • l’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori;
  • l’assegno di natalità;
  • il premio alla nascita o all’adozione (l’una tantum di 800 euro);
  • il fondo di sostegno alla natalità;
  • le detrazioni Irpef per figli a carico;
  • l’assegno per il nucleo familiare.

Insieme, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, questi interventi valgono circa 15 miliardi di euro l’anno, cioè quasi l’intera spesa pubblica per le famiglie (che secondo l’Istat ammonta a 16,7 miliardi).

L’assegno unico non assorbirà invece le seguenti misure:

  • bonus asili nido;
  • congedi parentali e relative indennità;
  • carta famiglia (attivata solo nel 2020);
  • fondo politiche per la famiglia.

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