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Assegno di divorzio, cambia tutto: le nuove regole in 3 punti

La Camera approva una proposta di legge che modifica le regole valide per l’assegno di divorzio – A contare non sarà più solo il reddito – Ecco tutti i cambiamenti

Assegno di divorzio, cambia tutto: le nuove regole in 3 punti

Cambiano le regole sull’assegno di divorzio che non sarà più legato solo al reddito. Il tenore di vita peserà solo in parte e diventerà uno dei vari parametri per determinare se, quando e quanto erogare al coniuge più debole un supporto economico.

Le nuove norme sono state approvate il 14 maggio dalla Camera con 386 voti a favore, 19 astensioni e nessun voto contrario. Hanno detto sì i due partiti al Governo, Lega e Movimento 5 Stelle, ma anche Pd, Forza Italia e Leu. Astenuti i rappresentati di Fratelli d’Italia. La proposta di legge, presentata dalla deputata Alessia Morani (PD) passa al Senato.

DIVORZIO: LE NUOVE REGOLE SULL’ASSEGNO

Dopo il divorzio, spetterà al giudice valutare i diversi elementi in base ai quali verrà stabilito l’assegno di divorzio. La proposta di legge consegna al Tribunale i parametri sui quali prendere una decisione. A contare saranno:

  • la durata del matrimonio,
  • le condizioni personali ed economiche dei coniugi al divorzio,
  • il contributo personale ed economico che ciascuno dei coniugi ha dato alla conduzione familiare,
  • il patrimonio e reddito netto di entrambi i coniugi;
  • l’età e lo stato di salute del richiedente,
  •  l’impossibilità oggettiva di guadagnare a sufficienza, nel caso in cui essa sia dovuta “all”adempimento dei doveri coniugali” nel corso della vita matrimoniale;
  • l’impegno nella crescita dei figli minori, disabili o non economicamente indipendenti.

DIVORZIO: ARRIVA L’ASSEGNO A TEMPO

Rispetto al passato, la nuova normativa porterà un’importante novità. L’assegno di divorzio non sarà garantito “a vita”, ma si potrà perdere in presenza di determinati fattori. Il Tribunale avrà anche la possibilità di predeterminare la durata dell’assegno in caso di ridotta capacità reddituale del coniuge che richiede l’assegno. Se ci saranno ragioni ritenute contingenti e superabili, verrà fissata una data di “scadenza” al termine della quale l’assegno di divorzio non sarà più erogato dal coniuge “più forte”.

DIVORZIO: I CASI DI DECADENZA DELL’ASSEGNO

L’assegno non sarà più dovuto se il coniuge richiedente decide di risposarsi o di contrarre un’unione civile con un’altra personale. Decadenza anche in caso di stabile convivenza. Attenzione, in quest’ultimo caso non occorre che lo stato di convivenza sia registrato. La proposta di legge precisa anche che l’obbligo di corrispondere l’assegno di divorzio non scatta in caso di separazione o di scioglimento di un’unione civile o di una convivenza.

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