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Assegni bancari addio: Intesa Sanpaolo li manda in pensione, da maggio non saranno più utilizzabili

Dall’8 maggio Intesa Sanpaolo archivia gli assegni bancari ed elimina le commissioni aggiuntive sui bonifici istantanei. Bankitalia: blocchetto di carta usato in meno dell’1% dei pagamenti

Assegni bancari addio: Intesa Sanpaolo li manda in pensione, da maggio non saranno più utilizzabili

Intesa Sanpaolo dice addio agli assegni bancari. Un tempo utilizzatissimi da tutti i correntisti per moltissime tipologie di pagamenti, oggi sono diventati uno strumento desueto, utilizzato da pochissimi. A sostituirli nel corso degli anni sono infatti arrivati i pagamenti digitali, home banking e app, che li hanno resi de facto quasi inutili. E c’è quindi chi ha deciso di mandarli in pensione. 

Intesa Sanpaolo manda in pensione gli assegni bancari

Intesa Sanpaolo è infatti la prima banca italiana a decidere di rottamare gli assegni. In questi giorni, i clienti della banca guidata da Carlo Messina stanno ricevendo un messaggio: “Dall’8 maggio non potrai più utilizzare il tuo blocchetto degli assegni”. Il passato viene messo alla porta, il futuro invece viene implementato. Nello stesso messaggio Intesa comunica che “a partire dalla stessa data, potrai effettuare online bonifici istantanei senza alcuna commissione aggiuntiva, allo stesso costo del bonifico in Italia”. 

Al momento la novità riguarderebbe solo qualche migliaio di clienti, ma col passare del tempo l’addio agli assegni sarà esteso a tutti. “Molti clienti non usano praticamente più gli assegni cartacei – dicono da Intesa Sanpaolo –. Abbiamo offerto loro una modalità alternativa di pagamento, digitale, quindi più immediata e ovviamente a parità di condizioni economiche”.

Assegni: i dati della Banca d’Italia

La decisione di Intesa Sanpaolo viene avallata anche dagli ultimi dati diffusi nel settembre 2022 dalla Banca d’Italia che confermano “il tramonto degli assegni” come sistema di pagamento. Secondo il report “Sistema dei Pagamenti”, infatti, il numero di operazioni effettuate con assegni sarebbe ormai inferiore all’1 per cento del totale dei pagamenti con strumenti alternativi al contante. Una quota che negli ultimi anni è scivolata sempre più in basso (nel 2013 era intorno al 5%) e che ormai sembra essere diretta verso il completo azzeramento. Al contrario cresce sempre più la percentuale di pagamenti con carta, che ha ormai superato il 60% del totale.

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