L’indice regionale Msci Asia Pacific è stabile a metà giornata e il livello, che consolida i guadagni post-Fed, assicura un’altra settimana di progressi. Netta discesa del petrolio che va a 106,1 $/b (WTI; 108,6 il Brent). Anche l’oro consolida il balzo registrato dopo l’annuncio su mantenimento dell stimolo monetario in America e quota intorno a 1365 $/oncia.
Lo yen è tornato sopra quota 99, recuperando l’apprezzamento che aveva fatto seguito all’annuncio Fed; annuncio che aveva fatto scattare una generalizzata debolezza del dollaro. Ma, nella gara del “quantitative easing”, il Giappone batte perfino l’America ed è possibile che lo yen si deprezzi ancora. Anche perché la crescita americana continua e supporterà il dollaro: ieri i dati dell’economia reale in America sono stati positivi, sia per le vendite di case esistenti che per i sussidi di disoccupazione. In Giappone un altro segno di ritorno della fiducia: i prezzi dei terreni sono saliti, nelle tre più grandi città, per la prima volta in tre anni.
L’indice MSCI Asia Pacific è cresciuto del 9,1% da inizio anno, e il Topix giapponese (a maggiore capitalizzazione del Nikkei) del 41%.
L’euro è sempre forte, sopra quota 1,35 e questo livello non aiuta certo la faticosa ripresa dell’economia europea.
http://www.bloomberg.com/news/2013-09-20/asian-stocks-extend-four-month-high-as-japan-shares-rise.html