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Asia, Borse giù dopo decisioni Fmi

I mercati orientali perdono terreno dopo la notizia dei tagli del Fondo monetario internazionale alle previsioni di crescita per le principali economie mondiali.

Asia, Borse giù dopo decisioni Fmi

Le Borse asiatiche sono scese alla notizia dei tagli del Fondo monetario internazionale alle previsioni di crescita per le principali economie mondiali. L’indice benchmark regionale ha quindi subito un colpo d’arresto alla vigilia di un atteso incontro del Fondo previsto a Tokio per questa settimana.

Honda Motor, la seconda società automobilistica giapponese per valore di mercato, è diminuito dell’1,4% a Tokio. Altech ha subito una contrazione del 6,3% dopo che il distributore nipponico di macchinari industriali ha abbassato le stime dei profitti netti annuali. Oil Search, il maggior produttore di petrolio di Papua New Guinea, è invece salito del 3,1% a Sydney dopo aver firmato un accordo di licenza di esplorazione con società affiliate a Total SA.

L’indice MSCI Asia Pacific è calato dello 0,1% a 122.03 alle 9:29 del mattino a Tokyo. L’indice regionale ha guadagnato il 4% lo scorso mese su attese che la Cina avrebbe introdotto nuove misure per stimolare la crescita della seconda economia mondiale, dopo le mosse effettuate dalle banche centrali americana e giapponese. Il Nikkei 225 Stock Average è sceso dello 0,6% in un giorno di riapertura dopo la chiusura per un lungo week-end. Lo Straits Times di Singapore e il tawainese Taiex Index hanno entrambi perso lo 0,1 per cento. In controtendenza il sudcoreano Kospi Index (+0,2%) e l’australiano S&P/ASX 200 (+0,4), lievitato quest’ultimo grazie all’incremento del dato sulla fiducia delle imprese a settembre.

“L’Asia è un grande esportatore a livello mondiale e sta soffrendo non solo per il rallentamento cinese, ma anche per  i  problemi che attraversano l’Europa” afferma Matthew Sherwood, capo della ricerca per gli investimenti di mercato di Perpetual. “Guardiamo con attenzione agli elementi di rischio nei bilanci delle società, perché viviamo in un periodo di contrazione di capitale”.

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