Art Rite, la casa d’aste milanese in occasione dell’asta di Gioielli e Orologi del 7 aprile, donerà parte del buyer’s premium agli ospedali di Lodi e Codogno, che per primi hanno fronteggiato la sfida del Covid 19.
Inoltre la prossima asta di Art-Rite di Arte Moderna e Contemporanea é fissata per l’8 Aprile in attesa di nuove disposizioni ministeriali di effettivo svolgimento.
La selezione si compone esclusivamente di opere provenienti da collezioni private, alla cui importanza e rarità va a sommarsi, quindi, anche la freschezza sul mercato, qualità a cui i collezionisti riservano grande attenzione e che rende questi lavori, dunque, particolarmente interessanti.
Il catalogo si apre con un nucleo di arte optical-cinetica, ben rappresentata da una delle prime edizioni di rilievi su carta di Enrico Castellani (stima 2.800 – 3.200 €), dalla celebre cartella 7 Twins di Max Bill (stima 1.500 – 2.500 €) e da un reticolo cromatico a tempera di Hugo De Marco (stima 1.500 – 2.500 €). Seguono due dipinti storici di Luc Peire (stima 5.500 – 7.500 € e 6.000 – 8.000 €), esposti nel 1970 alla Galleria Lorenzelli, tra i centri più importanti di diffusione dell’arte astratto-concreta nel Dopoguerra, e tre lavori di Bruno Munari, due dei quali appartengono alla produzione meno nota dell’artista. Quadrato a tre dimensioni (stima 3.000 – 5.000 €), afferisce alle “Sculture pieghevoli”, dove la figura geometrica bidimensionale viene scomposta e trasformata in un volume dinamico che si presta a molteplici punti d’osservazione, mentre Sistemazione in un giardino su basamento di pietra (stima 2.500 – 3.500 €) fa parte delle serie delle Tensostrutture, campo di ricerca affrontato dall’artista già dagli anni trenta e ripreso negli anni novanta con un tono maggiormente poetico che approfondisce il rapporto geometria- natura.
Segue la sezione dedicata alla scultura, con tre opere di Pablo Atchugarry della fine degli anni settanta/inizio anni ottanta, in cui l’evidente predilezione per l’anatomia umana anticipa già la successiva ricerca scultorea.
Si susseguono, poi, un bronzo di Andrea Cascella (stima 3.500 – 4.500 €) e due sculture di Pietro Consagra (entrambe stimate 10.000 – 15.000 €), testimonianze di quella ricerca verso una scultura che tendesse il più possibile alla bidimensionalità e alla continuità spaziale.
Le due tele di Giuseppe Ajmone del 1960 (entrambe stimate 8.000 – 12.000 €), raffiguranti due vedute periferiche stilizzate, fanno da contraltare alla veduta urbana di William Congdon (stima 6.500 – 7.500 €), in cui il profilo della piazza cittadina è definito dai solchi effettuati nella densa materia pittorica.
Al lotto 41 troviamo invece un iconico dipinto di Tino Stefanoni datato 1969-1972 (stima 4.000 – 6.000 €), capace di far scaturire dalla ripetizione di un oggetto quotidiano, “un razionalismo sentimentale, ironico e metafisico”.
Seguono due tele di Mimmo Germanà (stima 2.500 – 3.500 € e 6.500 – 7.500 €) che, nell’ambito del ritorno alla figurazione, danno luce a una pittura fatta di visioni fantastiche, rese ancora più vivide grazie alle linee espressioniste e ai colori sgargianti.
Una tela di Mirella Bentivoglio del 1969 (stima 5.500 – 7.500 €) fa parte della sezione dedicata alla ricerca verbovisuale, che annovera anche due lavori di poesia visiva a firma di Sarenco e di Ugo Carrega.
La parte centrale dell’asta è impreziosita da un’importate raccolta fotografica proveniente da una prestigiosa collezione genovese, che ha avuto il merito di saper selezionare i maggiori interpreti della fotografia italiana e internazionale dal dopoguerra ai giorni nostri.
Infatti, oltre agli indiscussi maestri della fotografia italiana come Luigi Ghirri, Franco Vaccari, Franco Fontana e Mimmo Jodice, trovano spazio la body art dell’Azionismo Viennese, il lettrismo francese, le intense immagini di Gina Pane e Francesca Woodman, senza dimenticare l’arte performativa di Vito Acconci e di Rebecca Horn.
Le opere che compongono la sessione serale del catalogo sono eccellenti testimonianze di molti importanti momenti della storia dell’arte del secolo scorso, che siamo certi sapranno incontrare i desideri e il gusto dei collezionisti.
Sicuramente uno degli highlights dell’asta è il lotto n. 80 (stima 50.000 – 100.000 €), un pastello di Giacomo Balla realizzato come disegno per un tessuto, in cui la trama del disegno si espande fino ad invadere la cornice dell’opera. Questo lavoro rappresenta un felice esito della concezione di “Arte Totale” promossa dall’artista, idea che consisteva nel voler modificare attraverso l’arte tutti gli ambiti del quotidiano, dando vita a un universo variopinto e rinnovato.
Si giunge poi al lotto n. 82 (stima 10.000 – 20.000 €), Tramonto sul Monte Rosa, dipinto di Renato Guttuso nel 1968 caratterizzato da pennellate energiche e dinamiche, a cui fa da contraltare, al lotto successivo, la pacifica veduta di Salvo (stima 22.000 – 28.000 €), in cui la luce del tramonto illumina e colora tutti gli elementi del paesaggio.
Al lotto n. 84 spicca uno dei celebri velatini di Franco Angeli (stima 25.000 – 35.000 €), che proprio nel 1967 elesse l’immagine dell’aquila incisa sulle monete da mezzo dollaro a simbolo prediletto della sua pittura, un simbolo che, tuttavia, venne occultato con un velo di nylon per depotenziarne il significato.
Segue Potere in Sicilia, un lavoro su carta di Mario Schifano del 1962 (stima 15.000 – 25.000 €) che si distingue per l’incredibile modernità testimoniata dalla capacità di saper sintetizzare lo stile pittorico tipico dell’artista con una forte denuncia di carattere socio-politico.
Desideriamo poi porre l’attenzione su un raro excitable di Servulo Esmeraldo, (stima 10.000 – 15.000 €) un oggetto cinetico dove gli elementi racchiusi al suo interno prendono vita ogni qual volta che la sua superficie viene strofinata.
Il catalogo prosegue con un sole di Hsiao Chin (stima 20.000 – 30.000 €), che ben rappresenta la sua visione taoista del mondo in cui dualismi opposti si riconciliano all’interno del suo universo pittorico.
L’ultima sezione della vendita è dedicata all’arte concettuale con la partitura numerica di Anne Darboven, (stima 3.000 – 5.000 €) che rende visibile lo scorrere del tempo, le due cartelle di Urs Lüthi (stima 14.000 – 18.000 € e 5.000 – 8.000 €) il cui il fare arte si confonde con la vita stessa e il tableux vivant di Ontani (stima 20.000 – 40.000 €) in cui l’artista dà vita a una vera e propria iconografia vivente.