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Apple, Tim Cook contro Google e Facebook: “Divorano dati degli utenti”

“I servizi dei giganti della Silicon Valley si definiscono gratuiti, ma non pensate al fatto che scavano nei dati della vostra e-mail, della cronologia delle vostre ricerche e adesso persino delle vostre foto personali e li vendono per sa Dio quali scopi pubblicitari”: parole pesanti del numero uno di Apple, che mette così in guardia gli utenti.

Apple, Tim Cook contro Google e Facebook: “Divorano dati degli utenti”

“Mi sto rivolgendo a voi che venite dalla Silicon Valley, dove alcune delle società più importanti e di successo hanno costruito il loro business cullando i clienti con false rassicurazioni sulle informazioni personali. Stanno divorando tutto quello che sanno su di voi per cercare di monetizzare. Riteniamo che sia sbagliato, Apple non vuole essere una società di questo genere”. Parole pesanti quelle pronunciate dal numero uno di Apple, Tim Cook, durante un evento dell’Electronic Privacy Information Center.

L’attacco, come sostiene la stampa americana, è principalmente rivolto a Google e Facebook. “Potrebbero piacervi in quanto servizi gratuiti, perché così si definiscono, ma non pensate al fatto che scavano nei dati della vostra e-mail, della cronologia delle vostre ricerche e adesso persino delle vostre foto personali e li vendono per sa Dio quali scopi pubblicitari. Un giorno o l’altro i clienti li vedranno per quello che sono realmente”, afferma il successore di Steve Jobs. Più Google, che Facebook, a dire il vero: Cook entra in tackle, puntando dritto al menisco del servizio Foto lanciato da Mountain View nel corsodell’ultima conferenza per gli sviluppatori.

L’applicazione permette di archiviare gratuitamente in cloud fotografie e video senza limiti di spazio. Un regalo per gli utenti i cui smartphone contengono ormai a fatica gli scatti e, secondo Cook, l’ennesima minaccia sul fronte della privacy. Google stessa è consapevole della delicatezza del tema, e proprio contestualmente al lancio di Foto, ha creato una pagina per gestire facilmente le imposizioni del proprio account legate alla privacy. Ma secondo Cook questo non basta: “Non dovreste scambiare un servizio per gratuito quando in realtà ha un costo molto alto. È un discorso importante, soprattutto in un momento in cui memorizziamo sui nostri dispositivi i dati su salute, finanze e abitazioni”, afferma. Il numero uno di Cupertino ha le idee chiare sulla natura della prossima battaglia: “Abbiamo un profondo rispetto per i legislatori, e collaboriamo con loro in molti ambiti, ma su questo punto non siamo d’accordo. Indebolire la cifratura danneggia chi la sta usando per le giuste ragioni”.

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