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Apple: “Sbloccare l’iPhone è un cancro”

“Il software che ci chiedono di creare è l’equivalente di un cancro, è una cosa che non faremo” ha dichiarato Tim Cook nel corso di un’intervista, chiudendo ogni possibilità di dialogo con l’Fbi – La vicenda potrebbe adesso arrivare in Tribunale.

Apple: “Sbloccare l’iPhone è un cancro”

Tim Cook non ne vuole proprio sapere. L’iPhone di Syed Farook, l’assassino che lo scorso dicembre ha ucciso 14 persone e ne ha ferite 22 in un centro per i servizi sociali di San Bernardino (California) non verrà mai sbloccato da Apple.

A chiudere, forse definitivamente, una polemica di portata internazionale è il Ceo di Cupertino che nel corso di un’intervista rilasciata ad Abc ha dichiarato perentoriamente:”Il software che ci chiedono di creare è l’equivalente di un cancro, è una cosa che non faremo, sarebbe un male per l’America. Creerebbe un precedente che, secondo me, offenderebbe molte persone negli Stati Uniti”

Cook ha inoltre sottolineato che “”la sicurezza pubblica è incredibilmente importante, la sicurezza dei nostri figli e delle nostre famiglie è molto importante, ma anche tutelare i dati delle persone è incredibilmente importante e in questo caso il compromesso sarebbe esporre le persone a enormi vulnerabilità'”.

Non ci sarà dunque nessuna apertura nei confronti dell’Fbi che aveva chiesto ad Apple di programmare un software che permettesse di aggirare i sistemi di sicurezza dell’iPhone e dunque di accedere ai dati in esso contenuti.

Anzi Apple ha deciso di fare l’esatto contrario. Secondo indiscrezioni riportate dal New York Times, il colosso americano starebbe lavorando a nuove misure di sicurezza che renderebbero impossibile per il Governo entrare in un iPhone bloccato.

Alla domanda del giornalista che gli ha chiesto se non avesse il dubbio che consentire all’Fbi di accedere all’iPhone di Farook potrebbe contribuire a evitare eventuali futuri attacchi come quello di San Bernardino, il numero uno di Apple ha risposto: “Alcune cose sono difficili, alcune sono giuste e altre ancora sono difficili e giuste. Questa decisione è una di quelle difficili e giuste”. A questo punto dunque la vicenda potrebbe finire in tribunale dato che il dipartimento di Giustizia non avrebbe nessuna intenzione di rinunciare alla richiesta.

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