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Apple punta a replicare il boom dell’iPhone: la sua via al Metaverso passa dagli Apple glasses

Apple vive giorni tormentati in Borsa e non solo. Ma ha un progetto basato sugli Apple Glasses per aprirsi la strada al Metaverso. Funzionerà? DE’ la sua nuova scommessa

Apple punta a replicare il boom dell’iPhone: la sua via al Metaverso passa dagli Apple glasses

Quasi 15 anni fa l’iPhone ha avviato la rivoluzione degli smartphone. Oggi Apple sta mettendo insieme i pezzi per quello che spera possa diventare il prossimo “effetto iPhone”. Sta lavorando a un visore che possa far interagire il mondo artificiale e quello reale. Sicuramente saranno gli Apple Glasses, dei quali si parla sempre più insistentemente anche a Cupertino, ad aprire la strada di Apple al Metaverso.

Secondo un rapporto pubblicato questa settimana da Citi Research, il potenziale economico del mataverso, nella sua definizione più ampia, sarà, alla fine del decennio, di 13mila miliardi di dollari. Una cifra poco inferiore al PIL degli Stati Uniti.

Se includiamo nel termine metaverso tutti i percorsi futuri che potrebbero essere intrapresi da Internet e da ogni persona, azienda e istituzione che vi si relaziona, questa cifra ci potrebbe anche stare. 

Modello Hollywood

Il contenuto di metaverso di Apple somiglierà più a quello di una avveniristica produzione hollywoodiana che non agli Avatar e agli ambienti al silicone di cui sembra essersi infatuata la Silicon Valley. Scaturirà dalla creatività e dai modelli iperrealistici della grande produzione dell’industria cinematografica nei confronti dei quali, come è sempre stato in Apple, la tecnologia e l’ingegneria si metterà al servizio. Non viceversa.

Secondo quanto riferito dal “New York Times”, che ha raggiunto delle fonti che hanno familiarità con il lavoro che si sta svolgendo in Apple, l’azienda ha incaricato registi hollywoodiani come Jon Favreau, che già collabora con Apple TV, di sviluppare contenuti video per il proprio visore, che il giornale afferma essere disponibile già dal prossimo anno.

All’annuale conferenza mondiale per gli sviluppatori di una settimana fa, la Apple ha mostrato nuovi tool software che consentiranno agli sviluppatori di aggiungere nuove funzionalità vocali e visuali alle app, le quali potranno essere eseguite anche sui glasses. 

Cupertino sta lavorando a questo nuovo dispositivo secondo lo schema classico applicato a tutti i suoi prodotti di successo, cioè quello di integrare strettamente hardware, software e contenuti.

Metaverso e realtà virtuale: una competizione tra FANG

Apple sta entrando nella competizione per definire il futuro della realtà virtuale. Microsoft, Google e la società madre di Facebook, Meta, sono attualmente in molteplici fasi di sviluppo di software e hardware per creare ambienti in cui far coesistere e interagire realtà virtuale tridimensionale e mondo fisico.

L’anno scorso, il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha riformulato la strategia di Facebook intorno al concetto di metaverso. 

Zuckerberg ritiene che il metaverso è in grado di innescare una nuova rivoluzione che potrebbe succedere all’era degli smartphone dominata dal software iOS di Apple e Android di Google, proprio come queste piattaforme hanno fatto seguito ai decenni dominati da Windows e Macintosh.

La prossima frontiera

Carolina Milanesi, analista presso Creative Strategies, una società di ricerca nel campo delle nuove tecnologie, ha dichiarato:

“Questa è la prossima frontiera. Per Apple si tratta di una nuova esperienza e dell’opportunità di coinvolgere i consumatori con un dispositivo e nuove esperienze che si basano su ciò che hanno creato con i contenuti, per esempio, su Apple TV+”.

Lo sviluppo di contenuti e strumenti software per la realtà virtuale da parte di Apple è fondamentale per creare esperienze che diano uno senso definito al suo futuro dispositivo. 

L’ultimo nuovo prodotto importante, l’Apple Watch, è stato lanciato con circa 3.000 app, ma ha faticato a decollare perché solo poche di queste app apparivano utili ai consumatori. 

Simili problemi hanno afflitto anche Quest, il visore per la realtà virtuale di Meta, che ha superato i 10 milioni di pezzi venduti l’anno scorso. Molti potenziali utenti tendono a considerarlo un dispositivo per il videogame.

Realtà aumentata, una frontiera oltre i videogiochi

Dal Macintosh originale all’iPad, Apple ha puntato su prodotti capaci di attrarre un’ampia fascia di potenziali clienti grazie ai loro molteplici utilizzi. 

Si stima che l’anno scorso Apple abbia venduto 240 milioni di iPhone, che hanno generato la metà dei suoi 366 miliardi di dollari di vendite totali. 

Secondo gli analisti, per far sì che gli Apple glasses possano davvero raccogliere il testimone dell’iPhone, dovranno avere una utilità che vada oltre il mondo di nicchia dei videogiochi.

Tim Cook, CEO di Apple, parla da anni del potenziale della realtà aumentata. Nel 2016 ha dichiarato agli investitori che l’azienda stava investendo molto in questo settore e che lo considerava una “enorme opportunità commerciale”. 

Nel campus della Apple, all’epoca, si parlava molto della possibilità di Apple creare, in tempi ragionevoli, un mondo di realtà virtuale.

A questo scopo Apple ha ingaggiato un ingegnere di Dolby Technologies, Mike Rockwell, con l’incarico di guidare l’iniziativa. I suoi primi tentativi per creare un prodotto di realtà aumentata si sono scontrati con la scarsa potenza di calcolo che si era in grado di montare su questi dispositivi. Altri problemi, come quello della durata delle batterie, hanno costretto Apple a rimandarne l’uscita.

Lo stato dell’arte e le preoccupazioni all’interno dell’azienda

L’iniziativa della realtà aumentata ha suscitato molte discussioni e lacerazioni all’interno di Apple. Almeno due membri del team di progettazione industriale hanno dichiarato di aver lasciato l’azienda per la preoccupazione di sviluppare un prodotto che avrebbe potuto cambiare radicalmente il modo in cui le persone interagiscono tra loro. 

Questo sentimento di preoccupazione è aumentato all’interno dell’azienda in seguito alla crescente apprensione dell’opinione pubblica per il tempo trascorso davanti allo schermo da parte di bambini e adolescenti.

Con Rockwell al timone, i glasses sarebbero il primo prodotto a uscire da Apple concepito e realizzato dal team di ingegneri piuttosto che dal suo co-fondatore Steve Jobs e dal suo ex designer in chief, Jony Ive, che ha lasciato l’azienda nel 2019. 

Il progetto dell’Apple Watch è stato guidato da Ive e dai suoi designer, che ne hanno definito l’aspetto, il funzionamento e anche la commercializzazione.

Si tratta di una bella sfida quella che attende il team ingegneristico che in Apple è stato sempre, di fatto, alle dipendenze del team dei designer.

La specificità del prodotto Apple

La chiamata di Favreau mostra come Apple stia cercando di differenziare la propria proposta da quella di Meta. 

L’azienda di Cupertino sta cercando di attivare le relazioni che ha coltivato a Hollywood da quando ha avviato Apple TV+ nel 2019 e che hanno portato una produzione Apple a vincere l’Oscar per il miglior film.

Matt Miesnieks, CEO di LivingCities.xyz, una start-up che lavora sulla tecnologia metaverse, ha dichiarato al “New York Times: che 

“Un visore ben congeniato potrebbe offrire un’esperienza migliore di un televisore da 80 pollici”. Quindi non c’è solo realtà virtuale nella proposta di Apple, ma anche un modo più avanzato di esperire le realtà del mondo fisico.

Nuovi strumenti software

Gli strumenti software che Apple ha predisposto e sta predisponendo mirano ad incoraggiare gli sviluppatori di terze parti a creare app per la realtà aumentata, usando i tool e le librerie contenuti nel software di sistema predisposto da Apple. 

L’azienda si è già mossa in questa direzione a partire dal 2017 con ARKit, un framework che ha permesso agli sviluppatori di utilizzare la fotocamera e i sensori di movimento dell’iPhone per posizionare oggetti digitali nel mondo reale e permettere alle persone di interagire con essi.

Ed è proprio questa l’idea base di Apple quella di integrare a doppio senso tra mondo reale e mondo virtuale per andare oltre l’isolamento dei due mondi o il loro essere alternativi.

Una lunga via

Da un sondaggio condotto da Creative Strategies su oltre 500 sviluppatori, si è appreso che circa il 70% degli sviluppatori Apple non sta utilizzando questo strumento.

Alla conferenza degli sviluppatori l’azienda ha presentato un ulteriore kit di strumenti che offrono ai programmatori nuove possibilità per attivare funzionalità avanzate e ottimizzare le procedure esistenti per le applicazioni che utilizzano Siri e i codici QR. 

Si tratta di interazioni che sarà possibile utilizzare nei futuri glasses, che in effetti costituiscono il loro più consono e naturale canale di esecuzione.

Non si sa se la Apple con questi glasses sottili e glamour riuscirà a fare quello che ha fatto con l’iPhone. I bookmaker inglesi accettano già scommesse.

Fonte

Mickle Tripp and Brian X. Chen, Apple Starts Connecting the Dots for Its Next Big Thing, “The New York Times”, 4 giugno 2022

Mickle Tripp è giornalista Wall Street Journal per il quale copre Google e Alfabeth. In precedenza per la stessa testata era stato il reporter presso la Apple. Recentemente ha pubblicato un libro, nelle prime posizioni della lista dei bestseller del “New York Times”, dal titolo After Steve: How Apple became a Trillion-Dollar Company and Lost Its Soul, HarperCollins, maggio 2022

Brian X. Chen è consumer technology writer del “New York Times”. Recensisce prodotti e tiene una rubrica fissa, Tech Fix, nella quale discute, da un punto di vista tecnico, i problemi legati ai prodotti tecnologici. Prima di entrare a far parte del “Times” nel 2011, si è occupato per il magazine “Wired di Apple e dell’industria wireless”. Vive a San Francisco.

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