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Antitrust: quattro emendamenti-fotocopia alla legge europea puntano a ridurre la difesa dei consumatori

Quattro emendamenti bipartisan alla legge europea in corso di recepimento al Senato rischiano di depotenziare l’azione del garante per la concorrenza. Ecco perché

Antitrust: quattro emendamenti-fotocopia alla legge europea puntano a ridurre la difesa  dei consumatori

La difesa dei consumatori dalle pratiche commerciali scorrette è in pericolo se saranno approvati quattro emendamenti alla legge di delegazione europea in discussione al Senato. Quattro emendamenti-fotocopia e bipartisan, firmati da FdI, Lega, Fi e Pd e approvati in commissione, rischiano di vanificare i poteri dell’Autorità garante del mercato nella sua quotidiana battaglia per evitare pratiche commerciali aggressive o addirittura scorrette praticate da aziende e professionisti nei confronti dei clienti. Vediamo perché.

Antitrust: emendamenti per ridurne i poteri

La delega al governo per l’attuazione e il recepimento degli atti normativi dell’Unione europea, affronta moltissime materie e spazia dalla finanza, al credito, all’agricoltura e allevamento. L’articolo 4 è dedicato alla difesa dei consumatori, compito oggi svolto dall’Antitrust che riceve segnalazioni, apre istruttorie e -se del caso – commina sanzioni. E proprio qui è scattata l’attività di lobbying in Parlamento. La nuova legge infatti prevede la possibilità di alzare le sanzioni fino al 4% del fatturato delle aziende o professionisti che si rivelino responsabili di attività commerciali scorrette. Oggi il tetto massimo che può utilizzare l’Antitrust per violazioni al codice del consumo è fissato a 5 milioni. Poco, troppo poco per colossi – dal credito alle tlc, dall’energia alle Big Tech – che proprio attraverso le pratiche commerciali audaci potenziano i propri introiti.

Ecco, gli emendamenti limitato l’applicazione della regola del 4% del fatturato ai soli casi transfrontalieri, quei casi cioè in cui gli abusi sono stati commessi dalla stessa società in tre diversi Paesi. Un caso praticamente mai verificatosi. Riproporre dunque questo vincolo significa, di fatto, annullare il potenziale deterrente rappresentato dal potenziamento dei poteri Antitrust con la regola del 4%

Big Tech e privacy: un caso scuola per capire il problema

Per avere un’idea pratica di cosa comporta l’emendamento, passato un po’ alla chetichella in una legge da 17 articoli tutti rilevanti, si può fare l’esempio dei dati sulla privacy. Il nuovo regolamento europeo GDPR protegge i dati dei consumatori, anche quando navigano su Internet. Recentemente l’Antitrust ha multato Apple e Google per non avere rispettato le regole di protezione dei dati e ha comminato il massimo della sanzione possibile: 5 milioni ciascuna, appunto, per ogni abuso riscontrato. Per gruppi di questa portata – la capitalizzazione di Apple ha superato i 3 mila miliardi in gennaio, poi è riscesa – si tratta di pochi spiccioli. Diverso sarebbe stato il danno – e quindi il valore deterrente – se fosse stato possibile applicare la regola del 4% sul fatturato (nazionale o mondiale). Ma è qui che è scattata l’attività di lobbying. Per ora sembra avere avuto il sopravvento. Ma un ravvedimento, magari con l’intervento del governo al momento opportuno, è ancora possibile.

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