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Antitrust: Google accusato di sfruttare in modo scorretto il sistema Android

Il problema principale è il modo in cui Google lega i suoi servizi con il sistema operativo: se un produttore di smartphone vuole utilizzare Android e alcune delle applicazioni preferite dagli utenti (come YouTube) – secondo FairSearch – “deve precaricare un’intera suite di servizi mobili di Google e dare loro una posizione di rilievo sul telefono”

Antitrust: Google accusato di sfruttare in modo scorretto il sistema Android

Google di nuovo nel mirino dell’Antitrust. I due giganti del software, Microsoft e Oracle (insieme ad altri produttori riuniti nel consorzio FairSearch) hanno fatto ricorso alla Commissione europea. Il gruppo FairSearch, che formalmente ha come scopo quello di contrastare pratiche anti concorrenziali ma che di fatto è diventato la spina nel fianco di Google, accusa la multinazionale di Brin e Page di utilizzare Android in modo scorretto. 

La grande G, secondo le accuse, utilizzerebbe Android al fine di “costruire una posizione di vantaggio per cruciali applicazione di Google nel 70% degli smartphone venduti oggi” (lo ha dichiarato l’avvocato di FairSearch Europe Thomas Vinje). In sostanza, il problema principale è il modo in cui Google lega i suoi servizi con il sistema operativo: se un produttore di smartphone vuole utilizzare Android e alcune delle applicazioni preferite dagli utenti (come YouTube) – secondo FairSearch – “deve precaricare un’intera suite di servizi mobili di Google e dare loro una posizione di rilievo sul telefono”. 

La Commissione sta ancora esaminando la denuncia presentata dal gruppo e dovrà decidere se lanciare un’investigazione formale o meno. L’accusa tiene anche conto anche di un altro particolare non trascurabile: la posizione giudicata dominante nel campo dei sistemi operativi mobili. Infatti FairSearch fa notare che la quota di mercato di Google è arrivata al 70,1 per cento nel quarto trimestre 2012, contro il 52,9 per cento dell’anno precedente.

Ma i motivi per cui Google non potrà dormire sonni tranquilli non finiscono qui. Proprio pochi giorni fa il Garante per la privacy italiano, insieme ad altre cinque authority europee, ha aperto un’istruttoria nei confronti dell’azienda per verificare il rispetto della disciplina sulla protezione dei dati personali. Sotto accusa la possibilità per Google, stabilita dalla sua stessa policy, di incrociare i dati sugli utenti raccolti dai diversi servizi.

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