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Antimafia: la Juventus non concorre nel reato

La Juve, secondo la Procura di Torino non è parte lesa, ma nemmeno concorre nel reato. La valutazione dei pm “è che per portare avanti una accusa in sede processuale occorrono elementi che non hanno ravvisato nei casi in questione.

Antimafia: la Juventus non concorre nel reato

Si sgonfia il caso Juve riguardante le infiltrazioni della ndrangheta sulla rivendita dei biglietti. “Secondo la Procura di Torino la Juventus non è parte lesa ma neanche concorre nel reato: dunque, c’è una grande zona grigia che è esattamente il terreno su cui la Commissione ha il dovere di investigare anche per proporre poi soluzioni normative”. Questo quanto affermato dal presidente del Comitato Mafia e Sport della Commissione Antimafia, Marco Di Lello, al termine dell’audizione dei pm di Torino sul caso. Nessun dirigente è indagato.

La “La valutazione” che fanno i pm ha proseguito Di Lello, “è che per portare avanti una accusa in sede processuale occorrono elementi che non hanno ravvisato nei casi in questione. E’ una valutazione che rispettiamo. C’è la piena consapevolezza da parte dei dirigenti della Juve e nessun nocumento, nessuno svantaggio: i biglietti li vendevano. Conoscere queste modalità di gestione ha suscitato qualche perplessità all’interno del Comitato; ci ritorneremo, ora continuiamo il nostro lavoro in queste settimana con l’audizione sul Catania”.

Il caso potrebbe però non essere definitamente chiuso. In base a quanto anticipato da Di Lello, tra quindici giorni sarà ascoltato il procuratore della Fgic, Pecoraro. Successivamente si valuterà “se e in che modo ritornare sulla Juve e se ascoltare i dirigenti”.

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