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Amundi: è il momento di spostarsi sui titoli value per difendersi dall’inflazione

La spirale dei prezzi Usa non finirà presto. Occorre cambiare strategia subito. Marco Pirondini Head of Equities US Portfolio Manager di Amundi Asset Management, spiega come modificare il portafoglio

Amundi: è il momento di spostarsi sui titoli value per difendersi dall’inflazione

Nel 2020-21 hanno funzionato l’orientamento al futuro, la scarsa sensibilità alle valutazioni pur se elevate e il focus sul mercato USA. Nel contesto post-pandemico al contrario servirà la focalizzazione sui fondamentali delle società con l’attenzione alle valutazioni e spostandosi su mercati al di fuori degli Usa, dice Marco Pirondini Head of Equities US Portfolio Manager di Amundi Asset Managemen.

Su inflazione Usa pesano lavoro, energia, difesa e la Cina

L’inflazione negli Usa sarà dura a morire e per questo occorre metter mano subito alla strategia di portafoglio, soprattutto da parte dei gestori attivi che potranno godere di buone performance.

Troppi sono gli elementi che soffiano sul braciere dei prezzi Usa, dice Pirondini e li spiega.

Si parte dal mercato del lavoro Usa: la forte ripresa economica insieme ai prepensionamenti durante la pandemia e all’invecchiamento della popolazione hanno fatto emergere negli Stati Uniti un problema di carenza di manodopera aggravando la spirale dei salari.

Anche la spesa per la sicurezza energetica e la Difesa genereranno inflazione, continua Pirondini, e infine ci dovremo attendere un cambio di scenario anche dalla Cina che finora portava deflazione, esportando merci a buon mercato: ora la popolazione cinese in età lavorativa ha ormai raggiunto il picco massimo e anche in questo caso la contrazione della forza lavoro si tradurrà in un aumento dei prezzi delle esportazioni.

Alla base di tutto poi c’è la politica monetaria degli ultimi anni. Sono passati quarant’anni dalla Grande Inflazione che imperversò dal 1965 al 1982 e che negli Stati Uniti salì fino al 13,5%, ricorda Pirondini. Secondo Michael Bryan, della Federal Reserve Bank di Atlanta, è stato “l’evento macroeconomico della seconda metà del Ventesimo secolo che ha lasciato un’impronta indelebile … ci sono state quattro recessioni economiche, due gravi crisi energetiche e l’implementazione senza precedenti di controlli sui salari e sui prezzi”. Le origini della Grande Inflazione vanno fatte risalire alle politiche della Federal Reserve che, analogamente a quelle di oggi, supportarono la crescita eccessiva della massa monetaria, dice Pirondini

Ora si cambia rotta: dai titoli growth a quelli value

Nel giro di alcuni mesi, il cambiamento del contesto dei tassi di interesse ha indotto gli investitori Usa a focalizzarsi su aspetti che negli ultimi anni avevano più o meno ignorato: i fondamentali, le valutazioni e i mercati internazionali.

Durante la pandemia i titoli tecnologici hanno beneficiato del tema “stay-at-home”. Con il passare del tempo, ma ora “i mercati dovrebbero rifocalizzarsi sulla redditività e sui prezzi che pagano per quegli utili”

Alcune società di social network hanno messo a segno risultati stellari perché le persone si mantenevano in contatto soprattutto attraverso i social media in un periodo in cui passavano la loro vita a casa. Gli investitori erano disposti a guardare al di là dei fondamentali a breve termine (mancanza di ricavi e utili significativi) e a concentrarsi sul potenziale futuro. I tassi di interessi erano in discesa, supportando ulteriormente i guadagni degli attivi con scadenze lunghe che beneficiavano del basso costo del capitale.
Ma poi la ripresa economica, accompagnata da un forte aumento dei tassi di interesse, ha reso più appetibili i titoli con scadenze brevi (società che guadagnano denaro) e indotto a evitare gli attivi con scadenze più lunghe.

In questo contesto crediamo che gli investitori possano premiare le società basandosi sui loro fondamentali attuali piuttosto che al loro potenziale di guadagno in un lontano futuro.
“Le valutazioni dei titoli growth a lunga scadenza che dipendono in modo significativo dai cash flow sono penalizzati dai rialzi dei tassi di interessi e di conseguenza dal loro costo di capitale”.
Invece il segmento del mercato azionario che presenta le valutazioni più interessanti è quello dei titoli Value che vengono attualmente scambiati con un P/E a sconto rispetto ai titoli Growth.

Diventa inoltre importante la valutazione. “Il passaggio dai titoli growth a quelli value (in particolare quelli di elevata qualità, meno ciclici), dovrebbe essere supportato dagli elevati premi di valutazione della crescita, da un lieve repricing al rialzo dei rendimenti core e dall’aumento dell’inflazione.”

Se infine queste condizioni persistono, la composizione degli indici internazionali che sono maggiormente ponderati verso i settori Value come i titoli finanziari e meno verso i settori Growth come l’informatica – potrebbe aiutarli a surclassare i mercati USA.

“Crediamo inoltre che nei prossimi anni assisteremo probabilmente al momento migliore degli ultimi quindici anni per investire con i gestori attivi”, dice Pirondini facendo riferimento a Sgr, Sicav e Sicaf.

Fusione Lyxor AM e Lyxor international AM in Amundi AM

Amundi ha annunciato la fusione di Lyxor Asset Management e Lyxor
International Asset Management in Amundi Asset Management dal 1 giugno 2022.

In questa occasione Lionel Paquin viene nominato Vice Direttore della linea di business Real Assets. Lionel Paquin è membro del Comitato Esecutivo di Amundi.

Edouard Auché viene nominato Capo delle Funzioni Trasversali e di Supporto all’interno delle Operazioni,
Divisione Servizi e Tecnologia.

Lo scorso 4 gennaio quando era stata annunciata la chiusura dell’acquisizione di Lyxor, Arnaud
Llinas era stato nominato capo della linea di business ETF, Indexing & Smart Beta e Nathanaël Benzaken

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